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QE europeo: come Draghi salva banche e compra titoli Piigs

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NEW YORK (WSI) – Nota: questo articolo e’ stato parzialmente aggiornato e corretto.

Il mercato finanziario e’ portato a pensare che le misure di allentamento monetario straordinarie della banca centrale Usa, realizzate tramite l’acquisto di titoli del Tesoro, siano una prerogativa della Federal Reserve.

In realta’ il cosiddetto “Quantitative Easing” avviene ogni giorno anche in Europa. Le regole dell’Unione Europea vengono circumnavigate con astuzia da Mario Draghi, presidente della Bce. Ed e’ il motivo per cui l’istituto di Francoforte si trova oggi con un bilancio ingigantito rispetto al passato.

La legge vieta alla Bce di prestare soldi direttamente ai singoli paesi membri della Ue e Draghi ha smentito che sia questo il ruolo assunto da Eurotower durante la crisi del debito.

Due esempi per chiarire come fa allora la Bce ad aggirare le norme ce lo offrono i casi di Spagna e Francia. La Bce ha prestato $172 miliardi alle banche iberiche sull’orlo della bancarotta. E’ stato possibile grazie al fatto che Madrid si e’ impegnata a garantire il debito delle banche, che e’ stato messo al passivo nel bilancio della Bce, che in cambio ha assicurato contanti freschi.

Circolano indiscrezioni stampa in Germania che parlano di una crisi di liquidita’ per alcune banche francesi. Si dice che Draghi abbia garantito per loro concedendo a Parigi un’arma speciale.

In quasi tutti i paesi membri Ue (e’ successo anche per scongiurare il crac di Dexia in Belgio), la Bce ha accettato debito garantito dai governi del blocco a 17, in cambio di liquidita’ alle banche. L’operazione nota come LTRO, ha un ammontare di oltre mille miliardi di euro, concessi a 15 banche europee al tasso del’1,0% per tre anni.

Quale sara’ la conclusione di questo modus operandi? Dal momento che l’immobiliare e’ ancora in crisi, le attivita’ di costruzione sono ferme e non c’e’ modo di ripagare i debiti andando a pescare dalle fonti primarie, senza una crescita economica costante lo scenario resta molto cupo.

Va aperta poi una parentesi sull’ESM, il meccanismo europeo di stabilita’ che consente al fondo salva stati di essere attivato. Pare si stia cercando un’intesa tale da conferire al fondo la possibilità di entrare nel capitale delle banche fino a 60 miliardi di euro.

Si tratta di “un mostro” che costa molti miliardi pro-quota ai singoli paesi membri, al solo fine si salvare le nazioni piu’ deboli in caso di default. Mentre la gente non arriva alla fine del mese, i capitali pubblici vengono utilizzati per salvare gli stati.

La Bce e’ la prova dell’esistenza di un oligopolio mascherato al vertice degli istituti finanziari. E il suo statuto stesso ci ricorda quanto sia subdolo il ruolo esercitato dai “poteri forti”.

L’articolo 13 del Trattato sull’Unione Europea stabilisce che la Bce, pur essendo in mano a soci privati, e’ un istituto a tutti gli effetti di diritto pubblico. Notoriamente tuttavia la verita’ e’ che la Banca Centrale Europea e’ controllata dalle banche nazionali dei singoli stati che a loro volta sono controllate dalle banche private. Quindi anche la Bce si puo’ considerare privata.

Per la prima volta la questione e’ stata presentata in questi termini al Parlamento italiano dal parlamentare del Movimento 5 Stelle Carlo Sibilia (il cui intervento e’ diventato molto popolare su You Tube e Facebook). I soci privati di Bankitalia hanno un diritto di voto non proporzionale alla loro partecipazione azionaria, di cui si servono per: approvare il bilancio, nominare il Consiglio Superiore, partecipare al processo di nomina dei membri del Direttorio e del Governatore e, infine, incassare i dividendi.

La moneta stampata e’ un debito per l’istituto centrale, mentre il signoraggio, come ricorda il blog “Le Cosmiconomiche“, nasce dal fatto che la Banca Centrale induce gli agenti economici a utilizzare i suoi debiti come valuta – ossia come mezzo di scambio per i loro affari.

Non potendo stampare moneta illimitata, come puo’ invece la Fed, alla Bce non rimangano molte altre soluzioni, se non quella di comprare (indirettamente) titoli di stato dei paesi in difficolta’ e offrire prestiti a tassi favorevoli alle banche. Il piano di Draghi e’ un QE mal celato, che sta facendo gonfiare a dismisura il bilancio della Bce.