ROMA (WSI) – Monte dei Paschi di Siena torna alla ribalta sui giornali, ma non per il rischio default che ha fatto tremare i clienti titolari di un conto corrente nei mesi scorsi. Secondo quanto riportato da L’Espresso in edicola domani, sembra sia allo studio un progetto di fusione dell’istituto toscano con Poste Italiane, con lo scopo di dare maggiore stabilità al primo e piena operatività bancaria al secondo.
Le fonti del settimanale parlano di una proposta di fusione concreta, che sarebbe già stata presentata al Governo Letta. Massimo Sarmi, ad di Poste Italiane, ha però smentito durante l’ultimo vertice Confindustria che sia stata avanzata dal Gruppo di cui è al timone: “È un’idea, ma non è nostra. Non ne abbiamo mai parlato”. Lecito, a questo punto, da parte dei correntisti chiedersi che destino subirà il proprio conto bancario o postale.
La sinergia fra i due istituti – a quanto si legge su L’Espresso – dovrebbe essere graduale, con un iniziale accordo commerciale che preveda la vendita dei prodotti MPS presso gli sportelli postali. Solo in un secondo momento, potrebbe costituirsi una società compartecipata da entrambi gli istituti, che gestirebbero insieme l’intera rete di filiali.
I vantaggi sarebbero equamente distribuiti fra MontePaschi, che deve riacquisire stabilità finanziaria, e le Poste, che ambiscono ad ottenere finalmente una piena licenza bancaria. L’articolo de l’Espresso suggerisce che l’idea sia scaturita da una banca d’affari, ma che al momento la reazione di Siena sia stata abbastanza fredda.
Se il progetto fosse confermato, impossibile non pensare che la cabina di regia dell’operazione non sia collocata nella Cassa Depositi e Prestiti, alla quale spetterebbe l’onere della ricapitalizzazione. L’Espresso la definisce “stampella pubblica”, e dovrebbe servire quel tanto che basta per controllare la fusione da Roma senza incorrere nelle sanzioni di Bruxelles per presunti aiuti di Stato.
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