Investimenti

Investimenti, il “giardinetto” ideale: un terzo in azioni

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA (WSI) – Sono nato nel 1954, senza figli, funzionario Enel, prossimo pensionando con esodo anticipato, pensione presunta 2500 euro, e una moglie di 50 anni, con stipendio di 1500 euro, che andrà in pensione fra 15 anni circa. Ho casa di proprietà e seconda casa, tutti i mutui già pagati. Sul conto ho circa 750.000 euro, ora in fondi azionari, Italia, Europa, Paesi emergenti, Usa, ripartiti in dollaro e euro. Vorrei lasciare, come riserva per le eventualità, 250.000 euro, magari ancora sull’azionario; dal rimanente, 500.000, vorrei ricavare un reddito aggiuntivo, così da anticipare, magari, l’uscita di mia moglie dal lavoro. Cosa mi consiglia?

A.C. (Cuneo)

Il lettore, prossimo ai 60 anni, pensa, secondo noi correttamente, di ridurre l’esposizione azionaria con il crescere dell’età e con l’avvicinarsi del momento in cui le entrate da pensione saranno inferiori allo stipendio attuale. Un terzo dei 750.000 euro in azioni è una percentuale adeguata, che continueremmo a dividere tra Usa, Europa e Paesi Emergenti, in Etf o fondi indicizzati in euro. Il resto è prudente metterlo a reddito, cioè in obbligazioni: un 60% in titoli di Stato europei , durate dai 3 ai 15 anni, con preponderanza italiana ma anche con presenza di titoli a rating più alto; 20% in bond governativi in dollari, Usa o emittenti sovranazionali; l 20% in bond aziendali in euro con rating da investimento, ma anche BBB per avere un certo rendimento ad un rischio accettabile per un portafoglio così diversificato. Come per le azioni, anche per i bond, a parte i titoli di Stato, la nostra preferenza, quanto a strumenti finanziari, va agli Etf.

I versamenti volontari della colf

Mia moglie collaboratrice familiare da ottobre 1972 a giugno 1976 ho ottenuto l’autorizzazione ai versamenti volontari da febbraio 1978 totalizzando a fine 2011 contributi per 651 settimane. Ha 56 anni e non riesce a capire quanto ancora dovrebbe pagare. E’ opportuno continuare i versamenti? Non ha redditi e viviamo con la mia pensione Inps di 2060 euro al mese.

S. M., Moncalieri (To)

Conviene continuare a versare altrimenti i pagamenti andrebbero in fumo. A sua moglie bastano 15 anni per avere la pensione e quindi restano solo due anni e mezzo di volontaria. Ovviamente la pensione sarà pagata quando si raggiungeranno i 67 anni di età.

Dipendente pubblico dal 1978

Nato il 30 aprile 1955 e dipendente pubblico dal 1° novembre 1978, ho riscattato 2 anni di servizio militare e lavoretti vari. Quando mi spetta la pensione?

Pierluigi

Le spetterà la pensione anticipata quando raggiungerà 42 anni + 10 mesi di versamenti (grosso modo a luglio 2019). Altrimenti dovrà attendere la pensione di vecchiaia ordinaria tre anni più tardi, con 67 anni + 2 mesi stimati.

Versamenti volontari prima del 2011

Nato nel gennaio 1959, ho iniziato a lavorare nel 1975 con una sospensione per il periodo di studi universitari. Da marzo 2011 verso i contributi volontari Inps. Considerando che devo ancora riscattare i cinque anni di laurea quando raggiungerò il diritto alla pensione? Rientro nel discorso degli esodati?

S. V.

No, per due motivi: 1) dovrebbe raggiungere la pensione entro il 6 gennaio 2015; 2) non avrebbe dovuto lavorare dopo l’autorizzazione. Risultato? Se raggiunge quanto meno 43 anni di contributi potrà avere la pensione anticipata nel 2023. Altrimenti la pensione di vecchiaia si presenterà all’incirca nel 2027.

In pensione a 64 anni

Ho letto l’articolo sulla possibilità di avere la pensione a 64 anni e io credo che anch’io abbia questo diritto. Ho 62 anni e nel mese di aprile 2013 ho raggiunto i 35 anni di contributi Inps, toccando quota 97. Potrò avere la pensione a 64 anni o dovrò attendere il 2018?

Antonio Guerriero

La risposta è negativa. Nell’articolo è scritto che i requisiti chiesti dalla legge di riforma Fornero devono essere stati raggiunti entro il 31 dicembre 2012. Lei invece i 35 anni li ha raggiunti nel corso di quest’anno, per cui è fuori dalla corsia preferenziale prevista dalla norma.

Dipendente di banca

Dipendente di banca, nato il 13 febbraio 1952, con 37 anni di contributi a luglio 2012. Desidererei sapere quando potrò andare in pensione con la nuova riforma.

Renato

Grosso modo arriva allo stesso traguardo chiedendo la pensione di vecchiaia o quella anticipata. La prima dovrebbe maturare nel mese di ottobre 2018 (con 66 anni + 6/7 mesi di età), la seconda a luglio dello stesso anno (con una contribuzione di circa 43 anni).

Come una lepre corre la pensione

Nata il 7 agosto 1952 ho lavorato nel settore plastica come impiegata da fine 1976 al 1992 maturando 15 anni e 3 mesi di contributi. Dalle risposte da lei fornite ritengo che dovrei avere diritto alla pensione. Quando potrò chiedere e ottenere?

Mariella Maneglia

Purtroppo per lei la pensione Inps corre in avanti veloce come una lepre. Nulla da dire sul requisito contributivo. Il problema è l’età con gli scatti continui in avanti stabiliti per le donne dipendenti del settore privato, cui si aggiungono gli aumenti legati alla speranza di vita. Conclusione: potrà avere la pensione solo a 66 anni e 7 mesi circa di età. Stiamo parlando dell’anno 2019.

Voglio lavorare fino a 70 anni

Ho 65 anni e oltre 43 di contributi da lavoro dipendente versati all’Inps. Voglio lavorare fino a 70 anni, sfruttando il diritto potestativo previsto dalla riforma Fornero. Il contratto collettivo nazionale delle concessionarie di autostrade dice che la risoluzione del rapporto di lavoro avviene con il conseguimento del diritto alla pensione di vecchiaia. Può la società collocarmi a riposo di autorità?

Franco Trump

Si, la norma è dalla parte del datore di lavoro. Non solo quella contrattuale ma anche quella legale.