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È ufficiale: Empire State Building sbarca in Borsa

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ROMA (WSI) – L’Empire State Buildingverso Wall Street. Il grattacielo simbolo di New York incassa i voti necessari per procedere allo sbarco in Borsa, in quella che si preannuncia la seconda initial public offering della storia americana nel real estate. Dopo un lungo braccio di ferro, con una parte dei 2.800 azionisti del grattacielo, contrari a farsi da parte, la famiglia Malkin, che controlla il famoso grattacielo di New York, ha fatto sapere che l’80% degli azionisti ha dato il via libera al piano di quotazione.

Adesso il secondo passo sarà la nascita di un fondo, l’Empire State Realty Trust dal valore di 4,2 miliardi di dollari – che includerà il grattacielo simbolo della Grande Mela e altre 18 proprietà – la cui quotazione secondo gli analisti potrebbe fruttare un miliardo di dollari. Questo piano era stato duramente criticato perché secondo alcuni garantiva alla famiglia Malkin una quota di circa 714 milioni di dollari a scapito a scapito degli altri azionisti.

Ma ancora oggi altri azionisti che possiedono proprietà immobiliari nel Lincoln Building e nel Grand Central Terminal non sono convinti della bontà dell’iniziativa della famiglia Malkin. C’è chi come Richard Edelmanin una e-mail non ha lesinato parole di fuoco per descrivere la situazione. “La decisione della Corte d’appello è ciò che gli investitori dell’Empire State Building si aspettavano. Come nel caso delle elezioni presidenziali e del sistema di assistenza sanitaria nazionale, sono i giudici a decidere”.

Altri invece sono convinti che la creazione di una nuova società e la sua successiva quotazione garantiranno una migliore gestione delle proprietà immobiliari, eliminando l’esistente struttura di comando bizantina. La svolta nelle sorti dell’edificio è arrivata nel giorno in cui trapelano le difficoltà di altri grattacieli simbolo di New York. Un nome su tutti è quello del World Trade Center che, a dodici anni dagli attacchi dell’11 settembre, è ormai completato.

All’appello però mancano gli affittuari, soprattutto le banche di Wall Street che occupavano la gran parte delle Torri Gemelle. La crisi finanziaria ha costretto gli istituti a stringere la cinghia e ridimensionarsi: in molti hanno detto addio quindi ai maxi uffici costosi. Proprio gli affitti alti sarebbero il problema principale del nuovo complesso del World Trade Center. ”I prezzi richiesti sono alti perché gli edifici sono risultati costosi. I titolari non possono permettersi di affittarli a meno”, ha spiegato Ben Carlos Thyoin, direttore delle analisi di mercato di Real Capital Analytics.

Il progetto del World Trade Center è costato più di 14 miliardi di dollari. Ma se Wall Street prende le distanze da Ground Zero, il grattacielo simbolo di New York, l’Empire State Building, tenta di rimescolare le carte e avvicinarsi alla piazza finanziaria. Salvo nuovi colpi di scena.