NEW YORK (WSI) – Dai giacimenti del petrolio della Basilicata potrebbe arrivare l’ancora di salvezza contro due anni di recessione. Così si legge in un articolo pubblicato dall’agenzia Bloomberg, secondo cui Eni e la francese Total stanno pianificando di raddoppiare la produzione giornaliera di petrolio, portandola a circa 200.000 barili al giorno, rendendo così l’Italia il terzo produttore di petrolio in Europa alle spalle della Gran Bretagna e la Norvegia.
Da quando, negli anni Novanta, sono iniziate le attività di estrazione (si calcola che la regione sia seduta su 1 miliardo di barili di petriolio ndr), una serie di impedimenti di carattere ambientale e burocratico hanno rallentato lo sviluppo della produzione di oro nero.
Ma secondo, Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni, questi ostacoli stanno progressivamente scomparendo, dietro la necessità sempre più urgente del governo di portare il paese fuori da sei trimestri consecutivi di recessione.
In Basilicata “c’è un potenziale enorme di sviluppo”, ha affermato Claudio Descalzi, direttore generale Eni, in un’intervista all’agenzia Bloomberg. L’Italia spende ben 60 miliardi di euro per la produzione. “Ma dall’incremento delle attività estrattive può risparmiare circa 5 miliardi di euro e creare circa 20.000 posti di lavoro”.
Nell’ambito delle politiche energetiche 2012, l’esecutivo guidato da Monti ha fissato tra gli obiettivi un incremento della produzione di petrolio e gas. L’ex primo ministro aveva allo stesso tempo dato il via libera al nuovo giacimento di Tempa Rossa in Basilicata, mentre l’Eni e le autorità locali sono in trattative per aumentare la produzione nella regione Val d’Agri.
Nel 2012, l’Italia ha prodotto circa 101 mila barili al giorno di petrolio, pari al 7% del consumo totale, la maggior parte del quale arriva dalla Basilicata. L’obiettivo è quello di arrivare a 170 mila barili al giorno, il 68% in più rispetto allo scorso anno.
“Parlare di indipendenza energetica è un’esagerazione, ma un aumento della produzione potrebbe senza dubbio rappresentare un’opportunità per l’Italia”, ha messo in evidenza Stagnaro, specificando che “la questione reale è se i guadagni di Eni, dopo aver rispettato le leggi, siano tali da spingere la compagnia ad andare avanti nelle attività”.