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Wall Street: sell off. Maggio “go away”? No grazie. Sfatato mito

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New York – Chiusura di seduta col segno meno per Wall Street dopo che la pubblicazione dei dati macro in calendario oggi ha scattato una fotografia dell’economia americana a luci e ombre. Il Dow perde l’1,36% a 15.116 punti, male il Nasdaq in calo dell’1,01% a 3.456 punti mentre lo S&P 500 riporta un rosso dell’1,42% a 1.631 punti. Intanto, per la prima volta dal maggio 2009, la Borsa americana chiude il mese col segno più con guadagni intorno al 2%. Si tratta del settimo mese consecutivo con il segno positivo. All’inizio del nuovo mese gli operatori di borsa continueranno pero’ a fare i conti con i timori riguardanti la Federal Reserve, che potrebbe frenare il ritmo con cui acquista bond.

Il petrolio ha chiuso la seduta ai mimini dall’inizio del mese: i future con scadenza a luglio sono calati di 1,64 dollari, l’1,8%, a 91,97 dollari il barile. Nella settimana il greggio ha perso il 2,3%. Nel frattempo, i titoli di Stato americani continuano in rosso con rendimenti in aumento al 2,19% per il titolo decennale, e al 3,34% per il titolo trentennale. Sui mercati valutari, l’euro e’ scambiato in calo a 1,2981 dollari e il biglietto verde scende a 100,67 yen.

Veniamo ai dati macro. Nel mese di aprile le spese al consumo hanno segnato un calo mensile dello 0,2%, peggio delle previsioni che puntavano su una flessione più contenuta dello 0,1%. Il dato reso noto dal Dipartimento del Commercio, specificando che si tratta della flessione maggiore da un anno a questa parte. A spingere in basso l’indicatore, la battuta d’arresto della domanda di auto e energia. Rivisto al ribasso anche il dato di marzo a -0,1% dal precedente +0,2%. Nello stesso mese i redditi personali sono scesi dello 0,1% dopo il +0,3% di marzo. Si tratta dunque di dati deboli a conferma che per l’economia americana il secondo trimestre è partito col piede sbagliato.

Nel mese di maggio il Chicago Pmi
– l’indice che misura l’attività manifatturiera dell’area di Chicago – è salito a 58,7 punti, contro i 49,3 punti attesi dal consensus e i 49 di aprile. Si tratta del valore record in più di un anno. Va ricordato che quota 50 è lo spartiacque che divide la fase di espansione da quella di recessione dell’economia.

Nello stesso mese l’indice della fiducia dei consumatori degli Stati Uniti stilato dall’Università di Michigan è salito a 84,5 punti rispetto agli 83,7 punti comunicati nel dato preliminare. L’indicatore è migliore delle stime, in quanto il consensus aveva previsto un valore invariato a 83,7 punti.

Dal punto di vista societario, bene Netflix: la società di noleggio dvd e streaming, approderà il prossimo 6 giugno sul Nasdaq 100, il sotto-indice dell’indice tecnologico americano che raggruppa le società hi-tech a maggiore capitalizzazione. Sul Dow Jones Intel (+1,35%) e Alcoa (+1,24%) guidano i rialzi mentre Procter & Gamble si piazza in coda al listino con un calo del 2,41%. Guadagna Dell (+0,9%) i cui azionisti voteranno la proposta di acquisto del fondatore Michael Dell per 24,4 miliardi di dollari il prossimo 18 giugno. Tra i peggiori, Palo Alto Networks e’ in ribasso del 9,93% dopo la trimestrale inferiore alle previsioni degli analisti.

Euro -0,52% a $1,2980; dollaro/yen -0,17% a JPY 100,55. Tasso di cambio euro/franco -0,31% a 1,2396. Da segnalare che il dollaro scende al minimo in tre settimane contro lo yen, fino a 100,30.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio -0,82% a $92,84 il barile, oro -0,12% a $1.409,80. Scendono intanto al 2,08% i rendimenti dei T-bond a 10 anni, dopo essere saliti di 41 punti base dallo scorso 30 aprile. Lo scorso 29 maggio, i rendimenti hanno raggiunto il 2,23 per cento, il livello più alto dal 5 aprile 2012. Questo l’andamento delle altre scadenze: Titoli a 2 anni: rendimenti in ribasso allo 0,297%; Titoli a 5 anni: rendimenti in salita allo 0,992%; Titoli a 30 anni: rendimenti in calo al 3,262%.