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Occupazione Usa: “meglio che non migliori troppo”

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LEGNANO (WSI) – I tanto attesi Non Farm Payrolls rilasciati venerdì hanno mostrato una creazione di posti di lavoro pari a 175 mila unità, al di sopra delle aspettative degli analisti, mentre il dato precedente è stato rivisto a ribasso da 165k a 149k, con il tasso di disoccupazione risalito da 7.5% a 7.6%. Dato buono o dato cattivo?

Guardando soltanto i numeri, questa pubblicazione risulta dipingere un quadro di stallo del mercato del lavoro americano, ma a giudicare dalla reazione dei mercati, esso è stato interpretato in maniera positiva dagli investitori, che dopo l’incertezza iniziale sulle eventuali posizioni da prendere (a parte lo S&P500 e le borse americane che da subito hanno mostrato di gradire la release), sono andati a premiare la pubblicazione acquistando dollari, borse e tentando di vendere le materie prime, cosa riuscita sull’oro ma rientrata velocemente sul petrolio.

Se andiamo ad effettuare una comparazione con la reazione precedente, dove le 165 mila buste paga avevano deluso le aspettative e dove il dollaro era stato inizialmente comprato per poi tornare ad essere venduto, ci rendiamo conto di come le aspettative reali si fossero mosse a ribasso per quanto riguarda il trend del mercato del lavoro, che potenzialmente poteva essere interpretato come ribassista.

Un dato misto come questo va a portare un momento di pausa e di riflessione sulla situazione occupazionale a stelle e strisce, lasciando gli animi degli investitori abbastanza tranquilli a riguardo. Siamo ancora in attesa di giungere alla soglia del 6.5% sul fronte della disoccupazione, livello al quale la Fed potrebbe decidere di modificare il proprio piano di QE (alcuni analisti, noi compresi, pensiamo che già dal livello di 7.1/7.2% potrebbero sorprenderci) ed ogni pausa su questa strada allontana o comunque rimanda la concreta possibilità di assistere ad un inferiore livello di iniezioni di liquidità. Liquidità che, come sappiamo, è in grado di ridare ottimismo sui mercati finanziari.

Continuiamo a seguire questa logica di analisi, contemplando gli scenari di risk on e di risk off che per il momento sembrano reggere, con gli yen ed i franchi svizzeri in grado di finanziare gli acquisti di borse, con il dollaro che è correlato positivamente a quest’ultime e con le materie prime da considerare come mosche bianche, da valutare sui livelli. La settimana corrente è partita in maniera frizzante.

Abbiamo di fatto assistito alla pubblicazione di diversi dati rappresentativi dell’economia cinese, che sono andati nella sostanza a deludere, anche se lievemente, le aspettative degli analisti. L’inflazione ha mostrato un rallentamento su base annuale di 0.3 punti percentuali, passando da 2.4% a 2.1% (consensus 2.5%), mentre la produzione industriale (per il mese di maggio) ha mostrato ottimi ritmi di crescita, pur rallentando lievemente da 9.3% a 9.2%, con aspettative che vedevano invece un leggero incremento (9.4%). Questo è andato a pesare in maniera importante sul dollaro australiano, che ha aperto in gap ribassista andando a formare nuovi minimi nei confronti del dollaro americano, anche se a dire il vero un piccolo gap si è verificato anche sugli altri cambi e tutti sono stati a favore del dollaro americano, con il Nikkei in grado di salire dopo aver richiuso il piccolo gap, anche qui rialzista.

Giornata che potrebbe risultare mossa da dinamiche di risk on e risk off, soprattutto con l’avvento della liquidità americana, in assenza di dati importanti seguiamo i mercati in quest’ottica.

EurUsd

Il mancato superamento di area 1.3190 ha evitato un approfondimento verso 1.3100 e ha fatto tornare il cambio sopra 1.3200, andando a sfiorare 1.3300 e poi riportandosi intorno a 1.3200. Abbiamo trovato i supporti statici di breve periodo tra qui e 1.3085 e data l’inclinazione principale della correzione non ci sentiamo di escludere tentativi di discesa fino a 1.3150, da considerare ancora come correzione dalla quale potrebbe essere possibile ripartire (qui passa anche la media a 100 oraria). Una volta superata l’area di 1.3140 sarà possibile considerare scenari ribassisti, mentre un ritorno sopra 1.3235 potrebbe rappresentare una buona occasione per assistere ad aumenti di volatilità verso i massimi.

UsdJpy

La buona reazione del dollaro di fronte ai dati americani di venerdì è andata ad allontanare il UsdJpy dai minimi, riportando i prezzi sopra 97.85, livello che consideravamo per un reverse verso 98.75, area non raggiunta ma avvicinata (98.50) il che ha dato buone possibilità operative. Ora ci troviamo sotto la media a 100 oraria, che insieme ai punti precedenti, passanti proprio per il potenziale target di venerdì a 98.75 potrebbe rappresentare una buona resistenza. Un ritorno sopra 99.10 potrebbe aprire le porte a buoni tentativi di rivalutazione del dollaro, mentre un ritorno sotto 97.75 può essere propedeutico a discese verso 97.25.

EurJpy

Anche qui il reverse sopra 129.50 ha portato ad una buona salita (operativamente sfruttabile) anche se non sono stati raggiunti i target ipotizzati a 130.50. Qui è possibile seguire la potenziale formazione di una divergenza ribassista sul grafico orario, eviteremmo di lavorare su eventuali rotture a meno di vedere EurUsd e UsdJpy muoversi dalla stessa parte (situazione non compatibile con il movimento all’unisono del dollaro americano).

GbpUsd

Dopo la rottura dei supporti dinamici di breve il cable è andato a superare 1.5525, livello dove pensavamo potesse avvenire un’inversione di breve, partita ma rientrata in poco tempo, dopo aver raggiunto e tentato di superare l’area di 1.5500. Ci troviamo ora all’interno di un triangolo individuabile su un grafico orario, usciti dal quale i prezzi potrebbero tentare di avvicinarsi a 1.5485, livello oltre il quale è possibile valutare accelerazioni che potrebbero portarsi all’interno di tutta l’area di congestione precedente, passante tra 1.5460 e 1.5440. Superato anche quest’area sarà possibile valutare tentativi di approfondimento verso 1.5390. Se dovessimo risalire sopra 1.5575, il mercato potrebbe intensificare gli acquisti di sterline, provando a raggiungere dapprima 1.5620 ed in estensione i massimi (se superato 1.5640).

AudUsd

Buoni i livelli individuati sul dollaro australiano che, come da indicazioni continuative che riceviamo dal sentiment di mercato, ha compiuto nuovi minimi. Siamo sotto la media a 21 oraria ma, operativamente parlando preferiamo attendere la potenziale formazione di una divergenza rialzista su un grafico a 4 ore.

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