ROMA (WSI) – Anche Christine Lagarde ha difeso Mario Draghi, dalle pagine della Sueddeutsche Zeitung, in termini categorici: senza lo scudo antispread, momento di “svolta” della crisi, “ci sarebbe stata una catastrofe”. Mentre l’inviato del presidente, Joerg Asmussen, ha assicurato ai giudici di Karlsruhe che il programma Outright Monetary Transactions non serve affatto ad evitare l’insolvenza degli Stati.
Davanti alla Corte costituzionale tedesca, al suo secondo giorno di audizioni per valutare la legittimita’ dell’azione dell’Eurotower nella gestione della crisi del debito dell’eurozona, si sono scatenati pero’ alcuni economisti tedeschi, che da mesi criticano il programma di acquisti illimitati dei titoli di Stato.
Primo fra tutti il severo presidente dell’Istituto Ifo di Monaco di Baviera, che ha criticato questa sorta di mania del salvataggio “straordinariamente pericolosa”. Sinn, fra i fautori dell’uscita di Atene dall’euro nei mesi in cui il dibattito sulla Grecia in Germania era caldissimo, ha messo in guardia i contribuenti tedeschi da possibili danni miliardari a loro carico.
Un’impostazione del ragionamento cui ha replicato il membro del direttorio tedesco: Asmussen ha sostenuto infatti che i “rischi sono gestibili e controllabili” e che se vi fossero delle perdite di bilancio nella Bce “queste non sarebbero compensate subito e completamente dagli Stati”.
Una banca centrale puo’ agire, in caso di emergenza, anche per piu’ anni con un capitale negativo. Anche il presidente dell’istituto europeo per la ricerca economica Clemente Fuest ha avanzato le sue riserve: “Dal punto di vista ci muoviamo in una zona grigia fra politica monetaria e politica di bilancio”, ha detto.
Per Asmussen, invece, l’acquisto e la vendita di titoli di stato nel mercato secondario e’ “uno strumento normale”, e bisogna garantire che si possa continuare ad usarlo. In questo scenario di forte divisione, con il presidente della Bundesbank Jens Weidmann che ha rimesso ancora una volta in discussione la legittimita’ del programma, i giudici hanno fatto le loro domande, sondando il terreno per un possibile rafforzamento dei controlli tedeschi sulla BCE. “Cosa potrebbero fare i diversi organi costituzionali?”, ha chiesto il presidente della Corte Andreas Vosskuhle. Ma a Berlino il governo sembra non condividere questa preoccupazione.
Angela Merkel e Wolfgang Schaeuble, il ministro delle Finanze dell’austerity, hanno entrambi messo in chiaro che secondo l’esecutivo la Bce agisce pienamente nel suo mandato, perseguendo la stabilita’ dei prezzi. E nei palazzi governativi si mette seriamente in discussione la portata stessa del ‘giudizio’: la BCE e’ indipendente e non rientra nelle giurisdizione della Corte Costituzionale tedesca, si fa notare.
Se violasse il suo mandato la si dovrebbe denunciare alla Corte di giustizia europea. Inoltre il programma Omt, misura compatibile con la missione dell’Eurotower, per ora non e’ stato neppure mai usato: una specie di “promessa”, e’ il commento, e assolutamente non una lesione del mandato ne’ dei trattati. Per una decisione della Corte si dovra’ comunque attendere settimane, se non, come ha scritto qualche organo di stampa tedesco, diversi mesi. (Rainews)