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“Fed staccherà la spina nel 2014”: crack Treasuries?

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NEW YORK (WSI) – Considerati insieme ai Bund tedeschi come gli asset tra i più sicuri nel periodo della forte crisi dei debiti sovrani europei, e acquistati in gran massa nonostante i rendimenti minimi, i Treasuries americani tornano al centro del dibattito tra gli investitori. Qualcuno parla di pericoloso aumento dei tassi che, di fatto, come mostra il grafico allegato, sono cresciuti in modo sensibile dall’inizio dell’anno.

Di fatto, i rendimenti decennali – che negli ultimi due giorni sono scesi – sono avanzati fino al 2,29% lo scorso 11 giugno, al massimo dall’aprile del 2012. Un sondaggio di Bloomberg ritiene che la corsa non sia finita, e che i tassi toccheranno il 2,35% entro la fine dell’anno.

Più di una volta, con diversi articoli, Wall Street Italia ha parlato del rischio della formazione di una bolla speculativa: leggi Rischio reale di crack per i Treasuries: “come negli Anni 50”; e Treasuries: ci siamo. La bolla sta scoppiando

Ora il mondo dei guru inizia a formulare previsioni che avallano l’alert. A essere chiamata in causa è la Fed: sarà infatti sua la responsabilità del calo dei titoli di stato americani, fin qui acquistati da Ben Bernanke & company proprio per iniettare denaro sui mercati finanziari. A tal proposito, gli analisti di Société Générale ritengono che il programma di quantitative easing sarà ridotto nell’autunno di quest’anno, per poi essre definitivamente interrotto all’inizio del 2014.

Per questo motivo, secondo la banca, i tassi a 10 anni saliranno al 3% entro la prossima primavera, per balzare fino al 5% entro il 2017. Le conseguenze saranno negative per i mercati, visto che la bolla, a quel punto, sarà esplosa. Una avvisaglia è già in atto, dal momento che nell’arco di sole sei settimane, i rendimenti decennali dei Treauries sono saliti dall’1,6% al 2,2%.

C’è poi chi parla addirittura di fase di panico in cui il sentiment verso i Treasuries sarebbe entrato. E’ Credit Suisse, che si basa sul modello Panico-Euforia stilato per monitorare l’appetito verso il rischio.

Focus sulle sulle dichiarazioni recenti di Jim O’Neil, ex presidente di Goldman Sachs Asset Management, che ha affermato che i tassi sui Treasuries a 10 anni potrebbero salire vicino alla soglia del 4%, rispetto al 2,25% attuale.

Secondo l’ex numero uno della divisione di gestione degli asset di Goldman Sachs, “farà tutto parte di un grande processo di normalizzazione”, che vedrà però “giorni piuttosto brutti” nel mentre.

“Quando le cose inizieranno a cambiare con le banche centrali, è inevitabile che i bond soffriranno”, ha detto O’Neill.