Mercati

Broker indipendente: “È l’ora di investire nell’Europa dell’Est”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Il Sell off sui mercati internazionali ha creato buone opportunita’ di acquisto a breve termine in molte piazze finanziarie. Ma per i gestori e investitori che volessero adottare una strategia piu’ improntata al lungo termine, sono i paesi dell’Europa dell’Est a costituire l’investimento piu’ promettente. Polonia e Ungheria su tutti.

Per poter sfruttare le eventuali occasioni che si verranno a creare, e’ bene lasciare in portafoglio un’ampia percentuale di liquidita’, almeno il 30%. Il restante 70% va diviso tra obbligazionario ad alto rendimento (30%) e azionario (40% diviso tra beni discrezionali, materie prime e immobiliare).

Va favorito il reddito fisso sovrano e societario, dove vanno ricercati redditi elevati, pur senza mai rinunciare alla garanzia assicurata da standard creditizi elevati.

Solo con una doverosa copertura valutaria e una diversificazione impeccabile, specialmente in Borsa, si potra’ costruire il portafoglio a 10 anni che consenta di resistere alle ondate di volatilita’ cui i mercati ci hanno abituato negli ultimi tempi.

Per i titoli di stato Usa, non si puo’ parlare di vera e propria bolla in atto. E anche se cosi’ fosse, la Federal Reserve non permetterà che questa esploda. Sono solo alcuni dei consigli finanziari offerti in un’intervista a Wall Street Italia da Marco Barone, analista della societa’ indipendente di consulenza Copernico Sim.

Wall Street Italia: Dovendo gestire un portafoglio a 10 anni di un italiano che vuole rendimenti sicuri, dove investireste i suoi soldi? e con quali percentuali tra componente azionaria/obbligazionaria/contanti?

Marco Barone: Un investitore italiano si trova, attualmente, di fronte alla sfida del realizzare un rendimento reale positivo in un mondo dalle prospettive inflazionistiche in aumento ed in un mercato che offre titoli risk
free dai rendimenti reali negativi; l’obiettivo si può ottenere quindi solo
effettuando una perfetta diversificazione tanto nelle asset class quanto nelle aree geografiche ed attuando, inoltre, un’opportuna copertura valutaria e sempre tenendo in considerazione il proprio profilo di rischio.

Considero essenziale una parte core (30%) obbligazionaria ad alto rating (prediligendo scadenze brevi, di area Euro e inflation-linked ) e una quota del 10% che vada a comporsi di obbligazioni periferiche e corporate, una percentuale del 30% è da destinarsi al mercato azionario cercando di diversificare il più possibile l’esposizione globale, allocare l’8% in azionario dei beni discrezionali, in commodities (8%) e nel real estate globale (8%), infine la restante parte in liquidità, così da poter cogliere eventuali occasioni che si potranno presentare sul mercato.

WSI: Cosa si sta vendendo e comprando al momento?

MB: Al momento il mercato è in una fase di esponenziale aumento di volatilità a causa dei comunicati delle banche centrali (in particolar modo di FED e BoJ), dei dati sull’economia reale e di inevitabili prese di profitto da parte di investitori istituzionali, quest’aumento di incertezza ha quindi portato a consistenti sell-off generalizzati. Osserviamo la vendita contestuale anche di asset generalmente correlati negativamente tra loro; queste correzioni presenteranno, d’altra parte, anche successive e buone occasioni di acquisto sui mercati globali.

WSI I bond italiani stanno riscontrando grande interesse, perche’ vengono percepiti come sicuri, pur garantendo rendimenti relativamente elevati. Ma sono veramente un porto sicuro? Ritiene che il loro appeal sia sostenibile nel tempo?

MB: La BCE si è dimostrata molto abile e decisa nel proteggere il debito dei paesi periferici, ma nel nostro paese non sono ancora state assunte misure efficaci atte a far rientrare l’enorme debito pubblico italiano; investire direttamente in BTP può quindi significare per un investitore l’eventualità di incorrere in perdite in conto capitale (qualora si dovesse liquidare anticipatamente il titolo)il tutto a fronte di un rendimento reale insoddisfacente.

WSI: Su quali altri debiti sovrani (e societari) state puntando?

MB: Trovandoci in un contesto di mercato dai rendimenti obbligazionari reali prossimi allo zero, preferiamo puntare su emittenti dall’elevato
standing creditizio al fine di dare maggiore stabilità ai portafogli.

WSI Quale tecnica e punti di riferimento utilizzate per capire dove sono diretti i mercati?

MB Le scelte d’investimento che effettuiamo sono frutto della attenta disamina che il nostro team di analisti effettua incrociando le rilevazioni macroeconomiche con quelle che sono le scelte di politica monetaria a livello globale per andare a selezionare gli asset class che potrebbero meglio sfruttare i trend di medio termine.

WSI Ritenete che si possa parlare della formazione di una bolla speculativa sull’azionario e, in caso di risposta positiva, su quali mercati nello specifico?

MB: Nel mese scorso abbiamo visto il raggiungimento da parte degli indici
azionari statunitensi dei massimi assoluti, sottolineati da forti livelli di
ipercomprato ma, in prossimità delle parole di Bernanke, il mercato ha
violentemente stornato, offrendo così una visione più reale dei rendimenti
azionari; per quanto riguarda invece il mercato azionario europeo osservo
ancora diffuse ed interessanti valutazioni, in termini di trailing P/E e
stime di dividend yeld, su molte piazze del nostro continente.

WSI Si parla tanto di imminente scoppio di bolla sui Treasuries. Qual è la sua opinione a proposito?

MB La trentennale corsa rialzista dei bond governativi statunitensi si é
probabilmente esaurita già da mesi, ma sono restio a parlare di una vera e propria “bolla” poiché non siamo in assenza di fondamentali che giustifichino il fair value del titolo, bensì ad un mutamento del quadro macroeconomico e di politica monetaria, non dimentichiamo quindi che a difesa del prezzo dei Treasuries c’è sempre la potente mano della Fed.

WSI Cina in credit crunch, listino azionario in ribasso, prevede una fuga degli investitori dal paese?

Sull’indice hanno pesato non solo le prospettive di un’economia più debole del previsto, ma anche una limitazione delle mosse della PBoC,che se da una parte vorrrebbe applicare politiche espansive dall’altra deve fare i conti con un paese che vive un’inflazione relativamente alta e prezzi delle abitazioni in rapida ascesa; gli investitori saranno ora certamente più cauti che in passato, in attesa quindi di vedere quelle che saranno le prossime mosse di politica monetaria da parte della banca centrale cinese.

WSI Qual è il mercato emergente più appetibile (azionario), a suo avviso?

Gli azionari emergenti sono stati, di fatto, gli unici a non aver
sfruttato il recente trend positivo, quindi, nonostante i dubbi sul mercato cinese, il potenziale al lungo termine è piuttosto diffuso; nello specifico vediamo in alcuni paesi come ad esempio nell’Europa dell’Est (Polonia e Ungheria, dove i rispettivi mercati azionari si sono mossi in controtendenza) molte società ben gestite , con modelli di business buoni e accompagnate da prospettive di crescita positive.

WSI: Ora che Bernanke ha confermato la riduzione del programma di sostegno all’economia, forse già da settembre, siamo a un punto di svolta. Come comportarsi in Borsa? e come tutelarsi dal rialzo dei tassi?

CBBernanke ha specificato che il cosiddetto ” tapering ” degli acquisti potrà iniziare prima del previsto a condizione che i dati economici lo consentiranno; nonostante i recenti movimenti però i tassi restano ancora molto bassi, poiché gli obbiettivi occupazionali dichiarati dalla FED non sono ancora stati raggiunti. Una strategia flessibile sarà quindi la chiave per affrontare i mercati obbligazionari, che resteranno volatili e dipendenti dal trend dei dati sul mercato del lavoro statunitense.