ROMA (WSI) – Papa Francesco a Lampedusa, crocevia tra Africa ed Europa, come Papa Wojtyla nella Valle dei Templi. Quella volta il monito era contro i boss mafiosi, questa volta contro tutti coloro che, nell’indifferenza, hanno lasciato morire in mare migliaia e migliaia di immigrati. È una visita di portata storica, quella di Bergoglio nell’isola delle Pelagie. La prima volta di un Papa. A Lampedusa lo accolgono come “il Papa dei pescatori”, il “Papa tra gli ultimi”, si legge in alcuni striscioni.
Due parole esemplificano il messaggio del Pontefice: perdono e indifferenza. Perché Francesco utilizza la parola “perdono” per quattro volte: un mea-culpa fortissimo, che riecheggia come un grido. A nome di tutte le vittime del mare. “Signore, chiediamo perdono per l’indifferenza verso tanti fratelli e sorelle – ammonisce Francesco durante la solenne messa penitenziale celebrata nell’arena sportiva di Lampedusa – ti chiediamo perdono per chi si è accomodato, si è chiuso nel suo benessere che porta all’anestesia del cuore, ti chiediamo perdono per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi. Perdono, Signore”.
Ripete, Papa Francesco, che l’accoglienza è la risposta: “Tutto il mondo abbia il coraggio di accogliere coloro che cercano una vita migliore. Lampedusa è un faro, sia d’esempio a tutti”. E ringrazia i lampedusani per la loro accoglienza, per la loro solidarietà perchè “aprono le porte delle loro case” ai migranti. “Il Signore vi faccia andare avanti in questo atteggiamento tanto umano e tanto cristiano, grazie tante”, dice all’uscita della Parrocchia San Gerlando, prima di ripartire – dall’aeroporto di Lampedusa – alla volta del Vaticano.
Ma nelle parole e nei gesti di Papa Francesco c’è anche una preoccupazione. “Spero che tutti capiscano il mio gesto”, il suo auspicio, come riferisce padre Federico Lombardi, secondo cui la visita a Lampedusa “è stata una visita di portata storica”.
In contemporanea con la visita è arrivato il tweet del Pontefice: “Preghiamo per avere un cuore che abbracci gli immigrati. Dio ci giudicherà in base a come abbiamo trattato i più bisognosi”.
Dalla richiesta di perdono all’indifferenza il passo è breve. Si cela dietro questa indifferenza il dramma di tanti morti in mare: 19mila in vent’anni nelle acque del Mediterraneo.
“Siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza – scandisce Bergoglio – la cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, vhe sono belle ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza”.
Il grido diventa ancora più forte quando il Papa risveglia la coscienza di tutti: “La globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti ‘innominati’, responsabili senza nome e senza volto.
“Il Papa si rivolge a tutti, a seconda delle responsabilità”, ha spiegato padre Federico Lombardi. Ma un passaggio è chiaro: c’è nel mondo una crudeltà, “in noi ma anche in coloro che nell’anonimato prende decisioni socio-economiche che aprono la strada a drammi come questo”. E la domanda è chiara: “Chi ha pianto?”, si interroga il Pontefice.
(TMnews)