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Borsa Milano nervosa, spread verso 280, trema Mediaset

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MILANO (WSI) – Borsa Milano nervosa, scende sui minimi di seduta per poi segnare un recupero anemico nel finale. Svanito l’effetto placebo del via libera dell’Eurogruppo agli aiuti alla Grecia. In secondo piano anche l’entusiasmo iniziale per i conti migliori del previsto di Alcoa. Ftse Mib -0,06%, a 15.791.

A pesare sono le revisioni al ribasso sulle stime dell’economia globale da parte dell’FMI. L’istituto di Washington ha tagliato anche l’outlook degli Stati Uniti e ha parlato di peggioramento della recessione in Europa. L’Italia, ha detto, subirà una contrazione -1,8% nel corso del 2013, peggio della Spagna. Un mini riscatto si avrà nel 2014.

Sui mercati volumi tutto sommato superiori alla media estiva e spunti selettivi sui singoli titoli. Pesa l’ampliamento dello spread, verso 280. Euro ai minimi dallo scorso 4 aprile nei confronti del dollaro, sfonda quota $1,28.

Sul Ftse Mib Mediaset osservata speciale, dopo la notizia sulla data dell’udienza per il ricorso della difesa di Silvio Berlusconi contro la condanna a quattro anni di reclusione per frode fiscale e a cinque di interdizione dai pubblici uffici. La data è stata fissata il prossimo 30 luglio davanti alla sezione feriale della suprema corte; il Pdl insorge visto che con la fissazione rapida dell’udienza si scongiura ogni rischio di prescrizione.

Sul fronte europeo, i ministri delle Finanze riuniti ieri a Bruxelles hanno deciso di garantire ad Atene l’ultima tranche di aiuti, per 6,8 miliardi di euro, ma a delle condizioni. I creditori internazionali continueranno a esercitare pressioni sul governo ellenico perché vari altre riforme, nella forma di privatizzazioni e tagli alla spesa pubblica.

Se l’esecutivo farà il suo compito, ha annunciato il numero uno dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem al termine della riunione di ieri a Bruxelles, a partire da luglio arriveranno i primi prestiti per 2,5 miliardi di euro. Dijsselbloem ha detto che “c’e’ ancora tanto lavoro da fare” per superare la crisi e che “non se ne esce in pochi mesi”.

Restando in Eurozona, avvertimento sulla Spagna del guru di geopolitica di Nomura, secondo cui uno scandalo di corruzione potrebbe esacerbare ulteriormente il clima e provocare tensioni e rivolte sociali. E c’è il rischio di elezioni anticipate.

A inizio febbraio il quotidiano El País ha accusato il partito Popolare al potere (PP) di aver sistematicamento violato le leggi di finanziamento dei partiti. Il 7 luglio è stata la volta di un altro quotidiano iberico, El Mundo, che ha condotto un’intervista con l’ex Tesoriere del partito di Rajoy, Luis Bárcenas, arrestato nell’ambito dello scandalo.

Bárcenas ha smentito il primo ministro Mariano Rajoy, che aveva giurato sulla buona condotta della sua formazione politica, dichiarando che il PP ha sistematicamento violato le leggi per la raccolta fondi durante la campagna elettorale per almeno 20 anni, minacciando di fare altre rivelazioni scomode. A distogliere il Tesoriere dal farlo é l’integrità del governo e il bene della Spagna, perché l’ultima cosa di cui ha bisogno il paese è un ritorno alle elezioni.

Secondo l’opinionista del Financial Times Tobias Buck questa potrebbe essere “la svolta in negativo in uno scandalo di alto profilo”, che interessa il primo partito al governo, già alle prese con una crisi economica e occupazionale persistente e senza precedenti.

Bel rimbalzo della regione Asia-Pacifico, che prosegue il trend positivo iniziato ieri con Wall Street, ignorando le paure circa un’ulteriore frenata della seconda economia al mondo. Le previsioni di crescita sono state tagliate in vista della pubblicazione dei risultati del secondo trimestre.

Ciononostante è positiva la chiusura per l’azionario asiatico e per l’oro, che era caduto vittima di un’ondata di vendite negli ultimi tempi.

L’indice Nikkei ha chiuso in progresso dell’1,7% mentre il listino ASX ha fatto segnare un +1.4% e il Kospi +0,5%.

La produzione manifatturiera britannica ha deluso le attese, che erano per un rialzo dello 0,8%, accusando su base annua la flessione più accentuata da gennaio (-2,9%). La produzione industriale è rimasta invariata mese su mese, calando del 2,3% su maggio 2012.

I fuochi d’artifico sono attesi per domani, quando il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke terrà un intervento sulla storia della Banca centrale. Il mercato attende con trepidazione di sapere i tempi e i modi della exit strategy dalle manovre straordinarie di allentamento monetario. La Fed dovrebbe iniziare a staccare gradualmente la spina a partire da settembre.

Nel primo trimestre la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici italiane è aumentata dello 0,9% rispetto sia al trimestre precedente, sia a quello corrispondente del 2012. Misurata al netto della stagionalità, riferisce l’Istat, è stata pari al 9,3%.

In valori correnti il reddito disponibile dei nuclei familiari consumatori è aumentato dello 0,8% rispetto al trimestre precedente. Lo rileva sempre l’Istat, segnando così una ripresa, anche se su base annua il reddito risulta ancora in calo (-0,4%).

BTP ITALIA – Spread Btp-Bund torna verso quota 280. Il differenziale tra i titoli di Stato italiani e tedeschi si attesta in area 278,24 punti base (+2,73% circa). Il rendimento del decennale +0,47% al 4,39%.

PIAZZA AFFARI – Fiat quasi +1%, dopo che la società ha annunciato la volontà di esercitare la sua opzione sulla terza tranche di Chrysler e per bocca del Ceo Sergio Marchionne ha espresso l’auspicio di chiudere la trattativa con Veba il più presto possibile. Denaro sui titoli del lusso come Ferragamo, Tod’S, Cucinelli e Yoox sulla scia dell’acquisto di Loro Piana da parte della francese Lvmh.

Fuori dal listino delle blue chip, Rcs vola alla vigilia dell’asta dell’inoptato e all’indomani della lettera con cui Diego Della Valle ha chiamato in causa il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, invitando a chiedere un passo indietro ai soci forti. Le azioni del gruppo editoriale balzano del 6% con un massimo toccato a quota 1,423 euro, portandosi ben al di sopra del prezzo di sottoscrizione dell’aumento di capitale di 1,235 euro. L’aumento di Rcs si è chiuso venerdì con adesioni pari all’85% del totale delle azioni ordinarie e l’inoptato verrà riofferto in Borsa da domani al 16 luglio.

Sul Ftse Mib bancari sotto pressione, Mps -0,37%, Bper -2,72%, BPM -2,70%, Banco Popolare -2,33%, bene Intesa con +0,77%, Unicredit -0,38%, Ubi Banca -0,34%; tra altri titoli, sotto pressione anche Diasorin -2%, Mediaset riduce le perdite ma chiude con un calo -3,44%, comunque considerevole. Pirelli -2,35%. Telecom Italia +3,75%.

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, euro amplia i ribassi sfondando la soglia dei $1,28 e scivolando -0,73% a $1,2775. Il cambio dollaro yen si attesta a 101,11 (+0,16%), quello euro-franco svizzero a 1,2440 (+0,32%). Euro/yen -0,57% a JPY 129,20.

Sui mercati delle commodities, il petrolio continua a subire gli effetti della tensione geopolitica con l’Egitto, che rischia di scivolare in una guerra civile. I futures sull’oro nero sono però piatti a quota 103,13 dollari al barile. Il prezzo dell’oro sale dell’1,09% a $1.248,40 l’oncia.

APPROFONDIMENTO PIAZZA AFFARI DI ROBERTO MAGGI, UNICREDIT

Fiat ha guadagnato oltre l’1% dopo che ieri la società ha annunciato la volontà d esercitare la sua opzione sulla terza tranche di Chrysler e per bocca del Ceo Sergio Marchionne ha espresso l’auspicio di chiudere la trattativa con Veba il più presto possibile. Denaro sui titoli del lusso come Ferragamo, Tod’s, Cucinelli e Yoox, sulla scia dell’acquisizione di Loro Piana da parte della francese Lvmh.

In controtendenza Buzzi Unicem(-1,3%), che ha annunciato l’avvio dell’offerta di un bond convertibile per massimi EUR200,0 mln.

In lieve flessione Banco Popolare(-0,3%) dopo che Moody’s ha tagliato il rating a lungo termine dell’istituto a ‘Ba3’ da ‘Baa3’ con outlook negativo. La banca contesta tale decisione, che ritiene manifestamente arbitraria e fondata su presupposti fattuali erronei e contradditori. In agenda l’assemblea straordinaria di Fiat Industrial (16:30).

LUSSO: VALE ANCORA LA PENA ACQUISTARE? DI VINCENZO LONGO, IG MARKETS

Salgono verso nuovi massimi storici i titoli italiani del lusso dopo l’ennesima acquisizione da parte di Lvmh a spese di un altro storico marchio del tessile italiano. Dopo l’operazione che ha portato la pasticceria Cova in mani ai francesi, questa mattina Lvmh ha reso noto di aver acquisito l’80% di Loro Piana per un controvalore di 2 miliardi di euro.

Le notizie di M&A stanno spingendo i titoli del lusso italiano verso i nuovi massimi storici a dimostrazione di come l’appeal sul Made in Italy rimanga forte nonostante la crisi. In particolare, Ferragamo, Tod’s e Brunello Cucinelli si sono spinti questa mattina verso livelli mai raggiunti in passato. Più indietro Luxottica che scambia intorno ai 41 euro, poco sotto i top di maggio (a 43 euro).

A inizio anno il nostro giudizio sul comparto era buy sulla scia del rafforzamento della domanda globale proveniente da Paesi strategici (come la Cina, gli Usa e altri Paesi emergenti ad alta crescita del Sud America e del sud est asiatico) e del rally che si stava prospettando sul mercato azionario. In questo momento, la diffusione dei timori di rallentamento marcato in Cina e il deprezzamento di alcune valute chiave come quella il real brasiliano e la rupia indiana, ci spingono a essere più cauti sul comparto. Malgrado le prospettive di ripresa nell’eurozona previste per la fine del 2013, rivediamo a hold il giudizio sul settore del lusso per la seconda parte dell’anno.

D’altronde la performance messa a segno da inizio anno a ora è di tutto rispetto. Ferragamo +52%, Brunello Cucinelli +51%, Luxottica +32% e Tod’s +22%.

I driver del mercato nei prossimi mesi saranno principalmente due. In primo luogo, la debolezza dell’euro, soprattutto rispetto al dollaro statunitense, dovrebbe aiutare a mantenere intatti i flussi commerciali verso gli Usa. In secondo luogo, ci aspettiamo che la crisi possa creare ulteriori opportunità di M&A che vanno ad alimentare la speculazione di borsa.

Dal punto di vista meramente tecnico, i recenti massimi storici ci spingono a collocare le resistenze su soglie psicologiche importanti. Possibili fasi di correzione sono del tutto lecite viste le performance. In via del tutto generale il pull back potrebbe essere dell’ordine del 5-8% in scia anche alle possibili correzioni del mercato azionario.

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