LUGANO (WSI) – Gli imprenditori stanno prendendo coscienza delle similitudini esistenti tra le caratteristiche mentali che distinguono un buon programmatore e quelle tipiche della sindrome di Asperger (forma d’autismo senza ritardi nello sviluppo cognitivo): spiccato interesse per un tema particolare, passione per i numeri e i modelli e predilezione per i compiti ripetitivi.
«Molte delle persone affette da disturbi dello spettro autistico (DSA) hanno affinità con lo sviluppo di applicazioni, la programmazione, i test sui software e il lavoro di back-office. In informatica, si pensa molto in termini di sì e no. È un lavoro molto analitico e chiaramente strutturato: qualità adatte alle persone autistiche», dichiara Thomas van der Stad, CEO di Specialisterne Switzerland.
Creata nell’ottobre 2011, Specialisterne Switzerland lavora su mandato della casa madre-danese, il cui obiettivo è la creazione di un milione di posti di lavoro per le persone affette da DSA. La ditta considera che «le caratteristiche che di norma escludono gli autisti dal mercato del lavoro sono le stesse che fanno di loro dei preziosi collaboratori».
Thomas van der Stad spiega come a Specialisterne, gli autisti lavorino in un ambiente personalizzato e strutturato, che permette di sfruttare al massimo i talenti di ognuno e di produrre un lavoro di alta qualità, senza però sottoporre queste persone a uno stress indesiderato. «Non devono adattarsi a quelle regole che d’abitudine caratterizzano un ambiente professionale, come la capacità di lavorare assieme, l’empatia, la gestione dello stress o la flessibilità».
Richieste in crescita
Sempre più imprese stanno valutando la possibilità di sfruttare il potenziale sottovalutato degli autisti. Nel mese di maggio, il gigante tedesco del software SAP ha lanciato una campagna di reclutamento per incitare le persone autistiche a raggiungere i ranghi dei suoi collaudatori di programmi. La SAP intende ingaggiare 650 collaboratori autistici entro il 2020, pari all’uno per cento del suo effettivo. «È soltanto impiegando persone che pensano in modo diverso e innovando che la SAP potrà cogliere le sfide del 21esimo secolo», aveva indicato la responsabile delle risorse umane della multinazionale.
Una settimana più tardi, negli Stati Uniti, il gigante del rifinanziamento immobiliare Freddie Mac annunciava da parte sua il lancio di un secondo programma di tirocini retribuiti indirizzati in modo specifico agli studenti o ai neodiplomati autistici.
Le due multinazionali sostengono grosso modo la stessa tesi: dicono di voler sfruttare il talento unico degli autisti e offrire un’opportunità di sviluppo professionale a queste persone rimaste troppo a lungo al di fuori del mondo del lavoro.
Struttura adeguata
«Dopo l’annuncio della SAP, abbiamo avuto molti contatti con clienti che volevano sapere cosa potevamo offrire loro», dichiara Thomas Van der Stad. Lui, come la maggior parte dei quadri di Specialisterne, è “neurotipico”, un termine utilizzato dagli autisti e da coloro che li accompagnano per designare le persone che non soffrono di DSA. L’eccezione alla regola porta il nome di Gerhard Gaudard: capo dei progetti informatici a cui è stata diagnosticata la sindrome di Asperger due anni fa.
«Una delle competenze principali degli autisti è la capacità di concentrarsi in modo estremamente efficace su un compito», spiega Gerhard Gaudard, che lavora otto ore al giorno, per quattro giorni a settimana. «Riusciamo a mantenere la concentrazione per ore, facendo astrazione del tempo che passa. Alcuni di noi riflettono in modo estremamente rapido e differente dai neurotipici. Possiamo trovare soluzioni che le persone normali non troverebbero mai. Ma ce la facciamo unicamente se possiamo lavorare in un ambiente adeguato».
Thomas Van der Stad insiste su questo punto: «Il sostegno personale e le strutture sono fondamentali. La comunicazione e il dialogo con le persone autistiche devono essere molto strutturati».
«Tra l’altro, non esiste una sola struttura, prosegue Thomas Van der Stad. Non possiamo dire che ogni persona affetta da sindrome di Asperger ha bisogno di tale o tal altro tipo di comunicazione. Trattiamo ogni collaboratore singolarmente e cerchiamo di capire di cosa ha bisogno. Alcuni non dicono una parola, mentre altri parlano molto di più. Troviamo il miglior modo per sostenerli adeguatamente, affinché possano lavorare in funzione del loro potenziale».
Disturbi dello spettro autistico
Si stima che l’1 per cento circa della popolazione mondiale sia affetta da disturbi dello spettro autistico (DSA), che includono la sindrome di Asperger.
In Svizzera, 50’000 persone circa – di cui 10’000 bambini o adolescenti – sono affette da DSA, secondo autismosvizzera.
I casi di DSA toccano praticamente cinque volte di più i bambini (1 su 54) che le bambine (1 su 252), secondo i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC).
I disturbi sono causati da una combinazione di fattori genetici, psicologici e ambientali, ma la loro origine esatta resta sconosciuta. Vanno da un grave ritardo mentale associato a una profonda incapacità di comunicare a sintomi più leggeri associati ad alte competenze in ambiti particolari.
Tra le caratteristiche essenziali dell’autismo, vi è la scarsa attitudine per la comunicazione e le relazioni sociali. In caso di autismo acuto, si riscontrano spesso anche comportamenti ossessivi.
Struttura adeguata
Ciononostante, secondo Thomas Van der Stad, la Svizzera non è tra i paesi «pionieri» nel campo dell’integrazione professionale degli autisti. «Non sono in molti ad avere un lavoro, si rammarica, sottolineando tuttavia che non esistono statistiche sul tema.
Cofondatore di un’associazione di genitori di autisti a Zurigo, Ray Pierce sostiene dal canto suo che «oltre il 75 per cento delle persone affette da autismo non ha competenze particolari nel campo dell’informatica». Suo figlio di 19 anni ha trovato un impiego come giardiniere in un atelier semi-protetto gestito da una fondazione specializzata.
Al termine delle scuole obbligatorie, il giovane si è rivolto al servizio di orientamento professionale dei servizi sociali, che gli hanno indicato diversi programmi di apprendistato. Ray Pierce ammette che la famiglia è stata davvero fortunata. Ne conosce altre che devono battersi da sole per trovare una soluzione, dato che i programmi speciali di apprendistato sono «strapieni». «Non esiste altro tipo di aiuto. I genitori devono essere dei buoni avvocati per i loro figli», deplora il padre di famiglia.
Ray Pierce è convinto che andrebbero aumentati gli sforzi per trovare nuovi datori di lavoro pronti ad accogliere giovani autisti. «Vale la pena investire in questo campo. Se un giovane riesce a trovare un impiego adatto, potrà essere più indipendente, riducendo così il sostegno finanziario di cui avrà bisogno durante la vita».
Specialisterne Switzerland, che propone una formazione informatica di quattro anni per persone affette da DSA, potrebbe essere dunque un modello interessante anche se non è di certo l’unico esistente in Svizzera. «Il nostro obiettivo è integrare da 50 a 60 persone nel mercato del lavoro nell’arco di quattro o cinque anni», afferma Thomas Van der Stad.
La formazione – che combina teoria e pratica – dà accesso a un certificato federale di capacità. I corsi inizieranno in agosto e saranno finanziati dall’Assicurazione invalidità.
con la collaborazione di Clare O’Dea
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