NEW YORK (WSI) – Wall Street prosegue la sessione in forte rialzo, all’indomani delle parole del governatore della Federal Reserve Ben Bernanke , secondo cui non c’è alcuna fretta per alzare il costo del denaro.
Dow Jones balza +150 punti circa e supera il record di chiusura a quota 15.409,39. Stessa cosa per lo S&P 500, che va oltre il precedente record di chiusura a 1.669,16 punti, avanzando per la quinta sessione consecutiva e proseguendo il rally settimanale più forte dallo scorso gennaio. Massimo storico per l’indice Russell 2.000, balzo anche per il Nasdaq.
In calo indice della paura, ovvero il VIX (CBOE Volatility Index), che scende attorno a quota 14 punti.
Il numero uno della banca centrale americana ha detto che una “politica monetaria accomodante è cio’ di cui l’economia americana ha bisogno nel prossimo futuro”, lasciando intendere che per ora la Fed non ha alcuna intenzione di staccare la spina al programma di quantitative easing.
Bernanke ha parlato dopo la diffusione delle minute diffuse sempre ieri, da cui è emerso però che circa la meta’ dei componenti del Federal Open Market Commettee, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, prevede lo stop al piano di acquisto di Treasury e bond ipotecari (quantitative easing) alla fine di quest’anno.
I verbali sono dunque l’ennesima prova che i membri del board della Fed sono divisi sulla tempistiche del piano, attualmente pari a 85 miliardi di dollari al mese.
Tim Gibbens, gestore degli investmenti presso Alliance Trust, ha osservato a Bloomberg che “si tratta di una presa di posizione altamente flessibile e dipendente dai dati macro” e che quindi per questo motivo e’ piaciuta ai mercati.
“Stanno cercando di gestire al meglio le aspettative dei mercati – ha concluso Gibbens – dopo essere rimasti sorpresi dalla reazione scatenata dalle dichiarazioni di maggio”.
Come è solito in questo periodo, più i dati macro sono negativi o indicano una debolezza di fondo dell’economia Usa, più i mercati brindano.
E’ il caso di oggi, visto che Wall Street avanza anche se le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono cresciute più delle attese – ai massimi di due mesi -. Di fatto, nella settimana terminata il 6 luglio, il numero dei lavoratori degli Stati Uniti che hanno fatto richiesta per la prima volta per ricevere i sussisidi di disoccupazione è balzato +16.000 unità a quota 360.000.
I prezzi all’import sono inaspettatamente calati, segno di come l’inflazione rimanga sotto controllo, altro segnale che può permettere a Bernanke di non avere assolutamente fretta a cambiare strategia di politica monetaria: nel mese di giugno i prezzi alle importazioni sono scesi -0,2% nonostante l’aumento dei costi del carburante; si tratta del quarto calo consecutivo.
A livello societario, sale Microsoft (+1,8%) dopo che il numero uno Steve Ballmer ha confermato le indiscrezioni dei giorni scorsi secondo cui il colosso di Redmond attuerà entro fine anno una profonda ristrutturazione del gruppo.
In ambito valutario, euro +0,59% a $1,3051. Il cambio dollaro yen si attesta a 98,71 (-0,93%), euro-franco svizzero -0,35% a 1,2389. Euro/yen -0,38% a JPY 128,87.
Sui mercati delle commodities, i futures fanno dietrofront rispetto alla mattinata e cedono -1,06% a 105,39 dollari al barile. Il prezzo dell’oro fino a +3% post Fed, ora +2,86% a 1.283,10.