ROMA (WSI) – Associazioni dei consumatori contro l’Abi sul problema dei prestiti alle piccole e medie imprese e alle famiglie. In occasione della recente assemblea dell’Abi, infatti, Federconsumatori e Adusbef hanno diramato una dura nota contro la severa politica di erogazione del credito adottata dagli istituti italiani.
“Non sono le banche italiane a meritare più rispetto, ma i consumatori, utenti e piccole e medie imprese strangolati dal credito negato con tassi più elevati d’Europa di 1,19 punti in più sui mutui, costi proibitivi dei conti correnti pari a 320 euro contro una media di 114 dell’Ue che si traduce in un aggravio annuo di 6 miliardi di euro addossato ai correntisti”, si legge nel comunicato.
Il riferimento polemico è alle parole pronunciate da Patuelli, il presidente Abi, che durante l’assemblea ha chiesto maggior rispetto per le banche, oggetto negli ultimi mesi di considerazioni molto negative da parte di diversi esponenti della società, proprio per le mancate erogazioni di prestiti personali e finanziamenti alle imprese.
Le due Associazioni proseguono: “Non sono le banche ad essere oggetto di critiche preconcette, frutto di uno spirito anticapitalista di ritorno in tempi di crisi, ma i loro dissennati comportamenti nel venire meno alla funzione creditizia che comporta il rischio di impresa, dirottando per intero 254 miliardi di euro di prestiti Bce al tasso dell’1% sui titoli del debito pubblico, invece che assecondare la domanda di credito proveniente dalle imprese, come dimostra il calo marcato dei prestiti a maggio del – 2,4%”.
Un altro commento negativo sulla relazione Abi è arrivato dal presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “È vero – ha scritto Longobardi – che banche e imprese hanno un destino comune. La crisi ha cagionato enormi difficoltà sia al settore finanziario sia alla cosiddetta economia reale. Tuttavia per le imprese il credito è linfa vitale e il razionamento confermato ancora oggi dalla Banca d’Italia non consente di invertire la rotta e di portare il Paese fuori dalla recessione”.
Per questo, Unimpresa ha concluso affermando che “dagli istituti di credito ci attendiamo maggiori sforzi nell’erogazione dei finanziamenti: alle richieste di denaro da parte delle imprese non vanno applicati solo i criteri rigidi stabiliti dalle norme ma vanno presi in considerazione anche tutti gli elementi di contesto, la bontà dei progetti e le prospettive di sviluppo”.
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