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Sonde aliene: aumentano chance che siano tra noi

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NEW YORK (WSI) – Ai tempi attuali è molto più semplice per le sonde aliene farci visita di quanto lo fosse in passato. Una nuova ricerca spiega che utilizzando l’effetto fionda le sonde autoreplicanti si potrebbero spingere attraverso lo spazio interstellare e così una civiltà extraterrestre avanzata potrebbe essere in grado di visitare ogni angolo della galassia in un breve lasso di tempo.

Il sito io9 spiega meglio il concetto. L’ipotetica sonda autoreplicante (SRP), è un’idea che è stata introdotta intorno dal 1940.

Ideata dal genio matematico John von Neumann (motivo per il quale vengono anche chiamate sonde di von Neumann), la sonda costituisce in realtà un sistema non-biologico che è in grado di replicarsi. Quando ebbe l’idea, Von Neumann, non pensava all’esplorazione dello spazio, ma come spesso succede nel campo della scienza lo fecero poi altri, come Freeman Dyson, Eric Drexler, e Robert Freitas.

Partendo della sua idea, i ricercatori hanno scoperto che una volta lanciata nello spazio, una sonda SRP potrebbe recarsi in un sistema stellare vicino e, attraverso l’applicazione della robotica e dell’Intelligenza Artificiale, creare un assemblaggio molecolare e cercare le risorse per costruire una replica esatta di se stessa.

Per poter farlo in fondo avrebbe semplicemente bisogno di trovare un asteroide con i componenti materiali giusti. A quel punto potrebbe colonizzare il pianeta e poi generare sonde di comunicazione che potrebbero entrare in contatto con altre civiltà aliene, presenti o future.

Una volta completata la missione, potrebbe deporre dei replicanti di se stesso, che verrebbero a loro volta inviati verso il sistema stellare più vicino, ricominciando il processo. Potenzialmente all’infinito.

Secondo questo nuovo studio, pubblicato sull’International Journal of Astronomy, gli alieni o in futuro gli esseri umani futuri, potrebbero usare l’effetto fionda per spingere le SRP da stella a stella. E in effetti, questo è precisamente lo stesso fenomeno che è stato utilizzato per spostare la navicella spaziale Voyager attraverso il nostro sistema solare e spostarla da un pianeta all’altro. Ma per farlo funzionare su scala galattica, le SRP dovrebbero usare manovre fionda attorno alle stelle, guadagnando una spinta in velocità per poter estrarre energia dal moto di ogni stella attorno al centro galattico.

I ricercatori hanno provato questo esperimento attraverso una simulazione al computer. Quello che hanno scoperto è che usando questa tecnica, una civiltà aliena potrebbe essere in grado di inviare delle sonde che viaggerebbero al 10% della velocità della luce in soli 10 milioni di anni, ovvero meno dell’età della Terra.

Il che vuol dire che ad oggi una civiltà aliena può benissimo essere già arrivata nel nostro Sistema Solare.

Ma perché allora non compare ai nostri occhi? Forse perché purtroppo siamo soli nell’Universo. Ma questo sarebbe molto strano in quanto è probabile che forme di intelligenza possano essere comparse nella nostra galassia oltre 5 miliardi di anni fa.

La possibilità è che queste sonde siano tra di noi, ma invisibili ai nostri occhi. In entrambi i casi noi non abbiamo ancora una tecnologia tale da individuarle e quindi spetta a noi fare un ulteriore salto in avanti in ambito tecnologico.