MILANO (WSI) – Quando si domanda un prestito, tra le grandi paure che possono esserci ovviamente c’è quella di non poter far fede al pagamento perché si perde il lavoro, oppure perché un infortunio ha reso temporaneamente o permanentemente invalidi e dunque con meno o nessuna possibilità di lavorare.
Gli inconvenienti possono essere parecchi e per evitare problemi conviene pensare di stipulare un’assicurazione sul rimborso del finanziamento, anche se chiaramente è una spesa in più (non troppo elevata per la verità) che va ad incidere sul Taeg, il tasso effettivo globale.
La legge non prevede che tale polizza assicurativa sia resa obbligatoria per il rilascio del prestito, tranne che per i finanziamenti con formula della cessione del quinto dello stipendio o della pensione, ma alcune banche e finanziarie decidono comunque di renderla tale.
C’è però da dire che in questi tempi di crisi, in cui le garanzie che i consumatori possono offrire agli istituti di credito quando si recano a domandare un prestito sono più deboli (buste paga o redditi da lavoro autonomo ridotti, meno certezza sui contratti ecc…). Accettare comunque la stipula di un’assicurazione è senz’altro un fattore che può giocare a favore dell’erogazione.
La spesa per il premio di polizza non è comunque così elevata da mutare radicalmente i costi del finanziamento: dunque la convenienza può essere inestimabile, perché in caso di perdita del lavoro, inabilità o invalidità, il cliente vivrebbe una enorme difficoltà, che ricadrebbe addirittura sulla sua famiglia nel caso di morte.
Valutate dunque con attenzione e con sincerità le vostre prospettive future nonché la situazione generale quando vi viene richiesto se volete accendere la polizza sul rimborso, al massimo ci perdete pochi euro.
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