MILANO (ADVISE ONLY) – Nessun dubbio a riguardo: Tesla Motors è il fenomeno automobilistico degli ultimi anni. Non ci sono altri modi per definire una start-up nata nel 2003 in California con l’obiettivo di costruire automobili sportive elettriche.
Sembrava un’impresa impossibile 10 anni fa: vendere auto ecologiche a persone che non hanno mai usato carburanti con meno di 100 ottani. Tuttavia i fondatori e finanziatori del progetto avevano in tasca scommesse ben più grandi, dell’ordine di PayPal, eBay e Google; non era una supercar con le batterie a fermarli.
Oggi, dopo una decade di attività, a che punto è il progetto?
Proprio in questi giorni Tesla ha superato i 20 miliardi di dollari di capitalizzazione, circa il doppio di FIAT che ha 124 anni di storia, e da gennaio ad oggi il titolo è cresciuto del 384%!
Performance azionaria di Tesla Motors dall’IPO ad oggi (clicca per ingrandire)
Come si spiega un tale successo?
I fattori sono indubbiamente molteplici. Bisogna considerare la crescente sensibilità del pubblico nei confronti del trasporto ecologico, non è un caso che tutte le case automobilistiche (chi più e chi meno) abbiano avviato dei progetti riguardanti nuove tecnologie ibride. Tesla, essendo una “first mover”, si è guadagnata un certo vantaggio sui competitor, pur avendo un marchio sconosciuto al grande pubblico e disponendo di un budget difficilmente paragonabile a quello dei grandi gruppi dell’automotive mondiale.
Di assoluta rilevanza è stata la componente di “status symbol” guadagnata da Tesla dall’ambiente di Hollywood, vero fattore di successo che l’ha trasformata in un elemento di distinzione per “ricchi responsabili”. Lo stesso fenomeno riservato alla Toyota Prius, giusto qualche anno fa. L’altro fattore, innegabile, è stata l’abilità del fondatore Elon Musk, sudafricano, classe 1971, laureato in fisica ed economia. L’imprenditore ha venduto il suo primo videogioco all’età di 12 anni e può vantare la paternità di Zip2, PayPal, SpaceX e il chiacchieratissimo Hyperloop, che dovrebbe collegare San Francisco e Los Angeles a 950 km/h. Insomma un vero e proprio genio.
Il risparmiatore (o il consumatore) potrebbe chiedersi: Tesla è un’esplosiva supernova o una nana gialla destinata a orbitare nella galassia automobilistica per anni?
Abbiamo visto il successo che il titolo Tesla ha conosciuto negli ultimi anni, ciò è segno di grande fiducia da parte degli investitori. Proviamo quindi a valutare le caratteristiche per capire come la società si potrà evolvere nel futuro:
- Nonostante le difficoltà economiche che vive il settore dell’auto, la domanda di mezzi elettrici ed ibridi è in aumento, soprattutto in Europa e USA, e Tesla ha un buon vantaggio competitivo sui concorrenti.
- Il nuovo modello in produzione, Model S, viene offerto ad un prezzo di circa 70.000 €, che non la rende un’utilitaria ma nemmeno una fuoriserie, quindi si prospettano volumi di vendita in sensibile aumento (stando agli analisti), visti anche gli ordini ricevuti fino ad ora. Bloomberg riporta un aumento nelle vendite nel solo Stato della California del 35.000% da inizio anno!
- I volumi potenziali non sono un problema per la società californiana, che ha da poco acquistato un ex stabilimento di Toyota in grado di produrre più di 500.000 vetture l’anno.
- Elon Musk rappresenta per Tesla quello che Steve Jobs era per Apple: garanzia di nuove idee commerciali e strategiche che spesso si riflettono direttamente sul valore delle azioni, come la storia insegna.
Tutto rose e fori quindi?
Non proprio, bisogna stare estremamente attenti ai dati relativi alla redditività della società.
Indici di redditività di Tesla Motors. Il 2013 l’anno della svolta (clicca per ingrandire)
In questo grafico consideriamo i margini EBITDA ed EBIT, indicatori di margini di redditività, che mostrano come la società sia ancora nella sua fase di sviluppo (ricordiamo che ha 10 anni di vita ed è stata quotata nel 2010) e faccia ancora fatica a generare solidi profitti. Tuttavia gli analisti sono convinti che il 2013 sia l’anno di svolta: il turning point a partire dal quale Tesla inizierà ad avere un giro d’affari e un fatturato da big dell’automotive.
Fino ad oggi, dunque, il valore delle azioni è cresciuto su queste aspettative, ora è giunto D-Day e vedremo se si tratterà di un nuovo astro o se sarà una nuova bolla statunitense.