MILANO (WSI) – La Borsa di Milano ha chiuso la seduta con i principali indici in rialzo: Ftse Mib +1,04% a 17.731 punti, Ftse All +0,96%. Tra i motivi alla base dell’ottimismo odierno, l’accordo stretto tra Usa e Russia sulla Siria e il ritiro di Larry Summers dalla corsa per la guida della Federal Reserve hanno provocato una partenza sprint dei mercati che, però, mostra in tarda mattinata una tendenza ad affievolirsi. Parigi ha siglato gli scambi con un più 0,92%, Francoforte ha segnato un nuovo record e chiuso al più 1,22%, Londra a tarda seduta segna più 0,59%.
Il mercato obbligazionario chiude ai massimi di seduta, continuando il trend visto già stamane in un movimento che gli operatori tendono ad attribuire a una correzione tecnica. Secondo i dati TradeWeb, il differenziale di rendimento Italia/Germania sul tratto decennale in serata si è portato sui minimi di seduta in area 258 punti base, sotto i 263 pb della chiusura di venerdì sera, quando era arrivato a 270 pb, record da inizio agosto coincidente con la condanna definitiva di Silvio Berlusconi. Il tasso sul dieci anni maggio 2023 si attesta a 4,46% dal 4,58% della chiusura di venerdì. Si è decisamente ridotto il divario tra il rendimento del decennale italiano e quello spagnolo: dopo essersi allargato fino a una decina di punti base, stasera si è ristretto a soli 3 punti base.
La decisione di Larry Summers di gettare la spugna e ritirare la candidatura alla presidenza della Federal Reserve viene interpretata dagli investitori come un incremento delle possibilità che la riduzione del Quantitative Easing da parte della Banca centrale americana sia meno aggressiva di quanto temuto in precedenza.
Tra i 40 big del listino milanese, i migliori spunti per Exor +2,80%, Stm +2,61%, Diasorin +2,12%, Ubi Banca +2,10%, GTech +2,0%. Dal lato dei ribassi Telecom -0,91%, Mps -0,58%, Autogrill -0,34%, Fiat e Parmalat -0,24%.
Italia sempre osservata speciale: la Giunta per le elezioni voterà dopodomani 18 settembre sull’agibilità politica di Silvio Berlusconi. Scontri continui tra Pd e Pdl, in un contesto economico, quello italiano, sempre più in difficoltà. Confindustria lancia l’alert sul rischio che il tetto sul rapporto deficit/Pil al 3% venga sforato (in realtà secondo indiscrezioni lo sforamento sarebbe già avvenuto); la sovranità del paese è ormai ko, visto che a scrivere la legge di stabilità sarà Bruxelles; la continua recessione continua a mettere ko i redditi delle famiglie – complice anche il mix esplosivo di disoccupazione e tasse troppo alte – con il risultato che anche queste, così come le aziende, non riescono più a saldare i debiti.
Sulle condizioni di salute dei mercati, le opinioni degli economisti sono tutto fuorché confortanti: l’ex capo economista della BIR (Banca dei Regolamenti Internazionali), ora passato all’Ocse, avverte sull’eccessiva propensione al rischio degli investitori internazionali, che rende lo scenario attuale peggiore di quello dei tempi di Lehman. E l’ex capo economista della Banca Centrale Europea Jürgen Stark, ritiene che la crisi dell’euro si aggraverà in autunno.
Tornando al ritiro della candidatura di Summers, questa è una notizia shock positiva per i mercati, che da settimane mostravano un certo nervosismo verso l’opzione Summers, un falco anti-QE, dunque anti-droga per l’azionario. Attesa proprio questa settimana l’annuncio della Fed mercoledì 18 settembre: si sconta l’inizio del tapering.
A questo punto, la grande favorita a sostituire Ben Bernanke risulta Janet Yellen, al momento vicepresidente della Fed, considerata una “supercolomba”, ovvero una forte sostenitrice di una politica monetaria ultra accomodante (dunque nuova droga per i mercati).
“Gli investitori stanno dicendo che il QE potrebbe non essere ridotto in modo aggressivo, sotto la presidenza di Yellen, che ora è la favorita – ha commentato in una intervista a Bloomberg Walter Hellwig, presso B&T Wealth Management a Birmingham, in Alabama – Il QE è un fattore ancora molto importante per gli investitori e (questa notizia) creerà movimenti nei mercati dei bond e azionari”.
Un sondaggio di Bloomberg condotto lo scorso 10 settembre rivela come il 60% degli intervistati avesse una view positiva su Yellen, contro il 37% dei consensi per Summers.
L’euforia sui mercati è stata evidente: i Treasuries Usa sono balzati al ritmo più forte in sei settimane, guadagnando $10,31 su un valore nominale di $1.000, a 124 19/32, stando ai dati del trading elettronico sul Chicago Board of Trade. Il Dollar Index è crollato contro le dieci valute principali. Futures sullo S&P 500 al record di sempre; da segnalare che dall’inizio del mese l’indice S&P 500 ha segnato un guadagno +3,4%, recuperando terereno dopo la perdita di agosto, la peggiore dal maggio del 2012. Boom oro, rialzi fino a $20.
Forte scivolone dell’indice della paura, ovvero del CBOE Volatily Index (VIX), che la scorsa settimana è calato -11% in cinque sessioni, registrando la flessione più forte dallo scorso 5 luglio.
Riguardo alla performance dei mercati asiatici, Tokyo chiusa per festività; indice Hong Kong +1,25%, indice australiano S&P/ASX 200 +0,54%, Shanghai -0,22%, Kospi +0,96%.
ALTRI MERCATI – In ambito valutario, euro +0,44% a $1,3352; dollaro/yen -0,42% a JPY 98,9; euro/franco svizzero +0,05% a CHF 1,2367. Euro/yen -0,14% a JPY 131,89.
Sui mercati delle commodities, i futures petrolio -1,17% a 109,94 dollari al barile; quotazioni oro +0,61% a $1.316.