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Borsa Milano rialza la testa nel finale

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MILANO (WSI) – Dopo un seduta all’insegna del nervosismo, piazza Affari recupera nel finale e archivia la seduta in positivo con l’Ftse MIb a +0,30% a 17.804 punti, l’All Share ha segnato +0,28% a 18.862,punti. In attesa del verdetto della Federal Reserve, la decisione più importante dell’anno in ambito macro, gli investitori devono fare i conti con le notizie interne poco confortanti circa lo spostamento in avanti dell’obiettivo di pareggio di bilancio per via dell’instabilità di governo. Lo spread intanto torna più basso della Spagna.

Oltre alle mosse di Bernanke che segneranno una svolta nelle politiche della Fed dopo cinque anni di politiche di accomodamento monetario, l’attenzione è rivolta al voto della Giunta sulla decadenza di Silvio Berlusconi.

Bene lo spread tra i rendimenti di Btp e Bund decennali, con la forbice sui 240 punti base, tornata al di sotto di quella dei Bonos spagnoli (243 punti). Tra le blue chip, rally di Buzzi Unicem (+5,74% a 11,98 euro) sull’onda della raccomandazione d’acquisto da parte di Goldman Sachs. Forte ribasso per Mediaset (-3,13%) dopo la conferma del risarcimento da mezzo miliardi dovuto da Fininvest alla Cir (-2,53%, con Cofide -1,16%). Pesanti anche Campari (-3,09%), Mediolanum (-2,27%) ed Enel Green Power (-1,96%%).

Bene Mediobanca (+2,54%) dopo il giudizio positivo di Citigroup, che ha rivisto al rialzo il target sul prezzo del titolo. Tra le banche si distingue in positivo anche Ubi (+2,54%). Mediaset agguanta il segno più estendendo i rialzi del 2013 a +118%. Focus su Enel, che ha lanciato bond ibridi con durata di 60 anni, denominati in dollari statunitensi per un ammontare di 1.250 milioni, per un controvalore di circa 936 milioni di euro.

Grande attesa per l’annuncio di Ben Bernanke sul tapering, ovvero sulla riduzione delle misure straordinarie di stimoli che hanno, secondo molti esperti, drogato i mercati azionari globali a partire dal 2009. Basti pensare che, dal minimo testato quell’anno, lo S&P 500 è balzato più del 150%.

El-Erian, amministratore delegato di Pimco, ritiene che la Fed inizierà a ridurre la portata del suo programma di allentamento straordinario a partire da questa settimana e cercherà di attutire l’impatto che la decisione avrà sui mercati.

L’ultimo sondaggio di Reuters mostra che gli economisti prevedono che la Banca centrale americana taglierà gli acquisti di bond per un ammontare di $10 miliardi al mese. C’è la speranza che il taglio della massiccia iniezione di liquidità, che avviene al momento attraverso l’acquisto di Treasuries e bond legati ai mutui per un valore di $85 miliardi al mese, possa avvenire in modo graduale, per un valore compreso tra $10 e $20 miliardi al mese.

D’altronde, il dato sull’inflazione pubblicato ieri è confortante, in quanto segnala che ad agosto l’indice dei prezzi al consumo è salito di appena +0,1% su base mensile e +1,5% su base annua, in quest’ultimo caso ben al di sotto del +2% di luglio.

Detto questo, Neal Soss, responsabile economista di Credit Suisse, riferisce in una nota ai clienti che “riteniamo che questo sia il miglior momento dell’anno perchè la Fed proceda al taglio dei suoi acquisti di asset. La ragione risiede nel calendario. Se il Fomc non avvierà il tapering questo mese, le prossime opportunità si presenteranno nei meeting del 29-30 ottobre e del 17-18 dicembre. Ottobre sarà però un mese in cui la questione principale sarà rappresentata dalla battaglia sull’innalzamento del tetto sul debito (…) Inoltre, il presidente Obama potrebbe annunciare il nome del successore di Bernanke tra la metà e la fine di ottobre. Questo non sarebbe dunque il momento ideale per la banca centrale per avviare un cambiamento che potrebbe avere effetti negativi”.

Intanto, si inizia a pensare al modo in cui l’azionario, l’obbligazionario e il forex potrebbero reagire all’annuncio della Fed.

Non manca chi fa previsioni piuttosto disastrose sul dollaro americano e che non crede alla vera intenzione della Banca centrale Usa di ridurre gli stimoli monetari. Tutt’altro: l’outlook, secondo il miliardario canadese Ned Goodman, sarebbe quello di un paese, gli Stati Uniti, che non potrebbero sopravvivere senza la droga del QE. Di conseguenza, la vera minaccia sarebbe rappresentata dall’inflazione o dalla stagflazione, a danno del biglietto verde, che è destinato a perdere lo status di valuta di riserva.

Alert poi da Satyajit Das, ex banchiere di Citigroup, che spiega al Financial Times in sei motivi la ragione per cui i mercati finanziari sono sull’orlo della fossa.

Mercati asiatici contrastati: sulla Borsa di Tokyo il Nikkei è salito +1,35%, beneficiando del deprezzamento dello yen; Hong Kong piatta, indice australiano S&P/ASX 200 -0,25%, indice Shanghai +0,35%, indice coreano Kospi -0,39%.

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, euro invariato a $1,3352; dollaro/yen -0,18% a JPY 98,93; euro/franco svizzero -0,02% a CHF 1,2365. Euro/yen -0,23% a JPY 132,09.

Sui mercati delle commodities, i futures petrolio +0,72% a 106,18 dollari al barile; quotazioni oro -0,53% a $1.302,50.

ANALISI MERCATI DI MPS CAPITAL SERVICES

Tassi & Congiuntura: in area Euro tasso decennale tedesco in rialzo a fronte di andamento opposto dei tassi dei paesi periferici, con conseguente riduzione degli spread. I tassi tedeschi sono stati spinti al rialzo dalla continuazione di buone indicazioni prospettiche: l’indice Zew (che misura la fiducia di analisti ed investitori istituzionali) relativo all’economia tedesca è salito a settembre al livello massimo da aprile 2010.

Nel frattempo il tema Grecia ritorna di tanto in tanto all’attenzione, sebbene in forma sfumata. Ieri il premier greco Samaras ha dichiarato che i paesi dell’area Euro si sono impegnati a fornire ulteriori aiuti nel 2014, grazie al fatto che la Grecia sta rispettando gli accordi in tema di conti pubblici, in particolare il raggiungimento del deficit primario di bilancio.

La Merkel in piena campagna elettorale ha ribadito che qualunque decisione di aiuti deve essere presa nel 2014, sottolineando la necessità di mantenere la pressione affinché la Grecia prosegua sul sentiero delle riforme.

Sul fronte cipriota, il presidente del paese ha preannunciato l’intenzione di porre fine ai controlli sui movimenti di capitale a partire dal prossimo gennaio. Con riferimento alle emissioni, oggi è attesa la riapertura di titoli tedeschi biennali fino a 5 Mld€.

Negli Usa, tassi decennali intorno al 2,85%, in attesa della conclusione oggi dell’incontro della Fed che sarà seguito dalla conferenza stampa di Bernanke. Il focus è soprattutto sull’inizio della riduzione del piano di acquisti (tapering): un recente sondaggio di Bloomberg News ha evidenziato l’attesa di un importo pari a 10Mld$, sebbene negli ultimi giorni sia aumentato il numero degli analisti che ha spostato a dicembre l’ipotesi di inizio del tapering.

Inoltre la Fed fornirà l’aggiornamento delle proiezioni su Pil, disoccupazione ed inflazione da parte dei membri Fed oltre soprattutto all’attesa sulla prima mossa in tema di tasso di riferimento. Per quest’ultimo punto l’attesa è che il consenso dei membri Fed si concentri per un primo rialzo nel 2016, lasciando implicitamente intendere che l’eventuale “tapering” sarà comunque accompagnato da una lunga fase accomodante.

La successiva conferenza stampa di Bernanke sarà chiamata a fornire indicazioni ulteriori sui punti citati. Nel frattempo, dopo la rinuncia alla candidatura alla presidenza della Fed da parte di Summers, ieri Carney, portavoce di Obama, ha dichiarato che il presidente non ha ancora preso alcuna decisione in merito.

Valute: euro stabile in area 1,3350 che rappresenta anche un importante livello tecnico (media mobile a 200 settimane), in attesa dell’esito dell’incontro Fed. La partenza del tapering per un importo di 10Mld$ e lo spostamento dell’attesa del primo rialzo Fed al 2016, potrebbero temporaneamente spingere in cambio in area 1,34, ossia in prossimità dei livelli massimi di metà agosto.

L’ipotesi di un posizionamento su livelli ancora superiori richiederebbe un tapering di importo inferiore e/o un atteggiamento ancor più accomodante rispetto a quanto ora atteso dal mercato. Primo supporto di breve in prossimità di 1,3285.

Yen stabile nella seduta di ieri con il cambio vs euro che continua ad oscillare al di sopra di area 132 con gli operatori che preferiscono non prendere posizione in vista della riunione Fed. Perde forza il movimento di apprezzamento della sterlina, sia vs euro sia vs dollaro in attesa della pubblicazione delle minute dell’ultima riunione in programma questa mattina. Sul fronte emergente in lieve deprezzamento la lira turca dopo che la banca centrale ha lasciato ieri i tassi invariati mantenendo l’atteggiamento cauto sulla politica monetaria visto ancora l’elevato livello d’inflazione.

Commodity: terza seduta consecutiva in calo per l’indice generale GSCI ER, che si riporta ai minimi da oltre un mese trainato al ribasso dal settore energia.

Il comparto continua ad essere penalizzato dalla temporanea risoluzione pacifica in Siria oltre che da segnali di una ripresa della produzione in Libia. Andamento negativo anche per i metalli preziosi con l’oro che questa notte è sceso per la prima volta da un mese sotto quota 1300 $/oncia per poi recuperare in mattinata.

Nel frattempo i tassi sui prestiti d’uso di oro continuano ad essere in territorio positivo, segnale quest’ultimo di potenziale ultimazione delle corpose ricoperture di posizioni corte alla base verosimilmente del recupero dell’oro da quota 1200$/oncia. Tra le agricole da segnalare i nuovi minimi da 4 anni per il caffè, peggiore commodity del giorno, su segnali di scorte mondiali ancora in crescita.

INFORMAZIONE DI STAMPA SUI TITOLI
CIR – La Cassazione ha confermato ieri la colpevolezza nel caso “Lodo Mondadori” di Fininvest, che dovrà rimborsare la società per quasi 500Mln€.

ENEL – La società ha lanciato un prestito obbligazionario non convertibile, destinato ad investitori istituzionali, sul mercato Usa, sotto forma di titoli subordinati ibridi per un ammontare complessivo di 1,2Mld$ (durata di 60 anni). Il prezzo sarà di 99,183 con cedola fissa semestrale del 8,75%.

FIAT – La società ha annunciato il regolamento della riapertura per 400Mln€ del prestito obbligazionario con cedola fissa 6,75% (scadenza ottobre 2019), emesso a luglio per un ammontare complessivo di 850Mln€. La riapertura prevede una cedola fissa del 6,75% (scadenza ottobre 2019), prezzo di emissione del 101,2% e rendimento a scadenza del 6,5%.

FINMECCANICA – Il primo incontro della società con Uilm per decidere sulle prospettive di Ansaldo Energia, Ansaldo Trasporti ed Ansaldo Sts è stato fissato al 23 settembre.

MEDIOBANCA – La società annuncia di aver chiuso l’esercizio 2012/2013 con una perdita netta di 180Mln€ rispetto all’utile netto di 80Mln€ circa dell’esercizio precedente. Stesso andamento per i ricavi, che nel periodo analogo sono calati del 12% a 1,6Mld€ circa. Il gruppo, visto il risultato negativo, dichiara che non distribuirà nessun dividendo. Inoltre, secondo quanto riportato dalla stampa, l’assemblea del patto di sindacato del gruppo avrebbe deliberato lo svincolo della quota (3,83) detenuta da Fondiaria-Sai/Unipol.

PIRELLI & C. – Secondo quanto riportato da Il Sole24Ore, Hyosung, Bekaert e due fondi di private equity (One Equity partners e Unitas Capital) sarebbero interessati all’acquisizione della divisione steel code della società.

PRADA – La società chiude il primo semestre con un utile netto di 308,2Mln€, in crescita del 7,6% rispetto all’analogo periodo di un anno fa. I ricavi netti consolidati nel periodo in esame ammontano a 1,7Mld€, registrando così una crescita dell’11,7% (+14,8% a cambi costanti) rispetto ad un anno fa.

RBS – Dopo la cessione del Governo britannico di una parte della quota detenuta in Lloyds, l’attuale Cancelliere dello Scacchiere britannico, George Osborne, ha dichiarato che il Governo ha dovuto rimandare la cessione di una parte della quota detenuta nella società (attualmente pari all’81,5%) perché la banca è gravata da asset ritenuti ancora troppo poveri per essere venduti.

IBM – Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la società avrebbe intenzione di migliorare il sistema operativo Linux attraverso un investimento di 1Mld$ in quattro o cinque anni.

MICROSOFT – La società ha lanciato un nuovo piano di acquisto delle proprie azioni per un valore complessivo di 40Mld$. Il gruppo ha inoltre deciso di alzare l’ammontare del dividendo trimestrale del 22% (0,28$ per azione), per l’ottava volta dal 2004. L’annuncio arriva due giorni prima del’incontro con gli analisti.

JP MORGAN – Secondo quanto riportato dal Financial Times, ammonterebbe ad 800Mln$ la multa che la banca dovrà pagare per concludere le indagini relative alle operazioni sui derivati che portarono ad una perdita netta di oltre 6Mld$.