ROMA (WSI) – Ci siamo. La Nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e finanza, è approdato oggi al Consiglio dei ministri. E le sorprese sono state negative. Enrico Letta non ha detto tutta la verità sulle capacità reali dell’Italia di rispettare il tetto sul deficit/Pil del 3%, da parte dell’Italia. E infatti il rapporto ha superato la soglia limite imposta dalle autorità europee.
Per giustificarsi, il Premier si è arrampicato sugli specchi puntando il dito alle esitazioni politiche dovute alla instabilità di governo: “Per questo deficit ora al 3,1%”. Il concetto espresso dal vice segretario del PD è questo: senza stabilità l’Italia non potrà rispettare gli impegni presi con Bruxelles. Lo sforamento del deficit è figlio della mancanza di fiducia nella durata di governo, secondo Letta, tanto è vero che la discesa dei tassi di interesse si e’ fermata. In gioco non c’è solo la sopravvivenza della coalizione di maggioranza, ma anche la futura ripresa della terza economia dell’area euro.
Sotto il profilo prettamente economico, sono state confermate tutte le indiscrezioni: il ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio, lasciando palazzo Chigi, ha confermato che il governo ha rivisto in negativo il Pil 2013 al -1,7%. Anche il debito visto in peggioramento, oltre il 130% per il 2013, per poi scendere lievemente nel 2014.
Più ottimiste le previsioni economiche un po’ più a lungo termine. La crescita nel terzo trimentre sarà probabilmente invariata, mentre dal quarto trimestre “tornerà il segno positivo”. Lo ha affermato il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, aggiungendo che con il risparmio sulla spesa pubblica si apriranno “ampi margini di manovra per dare spazio alla riduzione del carico fiscale a favore di lavoro e imprese”.
Il Consiglio dei ministri ha approvato la Nota di aggiornamento al Def che contiene il nuovo quadro macroeconomico e il Programma nazionale di riforme per i prossimi anni. Nel testo è presente anche l’impegno rinnovato dell’Italia a mantenere tutti gli impegni presi con Bruxelles. Per riuscirci non servirà una manovra. Lo ha ribadito il presidente del Consiglio nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.
“Mantenere gli impegni con i partner europei e con la Ue ha fatto parte fin dall’inizio del nostro lavoro e viene confermato nella Nota d’aggiornamento”, ha insistito Letta, sottolineando la “trasparenza” delle cifre della Nota: “Trovate il deficit al 3,1% che a legislazione vigente è l’attuale deficit, e confermo l’impegno a stare sotto il 3% alla fine dell’anno.
Il passaggio riguarda un aggiustamento di uno 0,1% che è “assolutamente alla portata” e che non necessiterà “interventi particolarmente rilevanti”. Dunque gli obiettivi fissati nel Def “sono tutti raggiungibili, a patto che ci sia la volontà e la stabilità politica”. Il quadro programmatico del Def “traccia un percorso di avvicinamento all’obiettivo del pareggio strutturale di bilancio, che in linea con le regole nazionali ed europee verrebbe conseguito a partire dal 2015“. Il deficit strutturale nel 2015 sarà pari allo 0,2%.
Intanto il Pdl, però, continua ad alzare il prezzo, rilanciando sia sul tema della giustizia che dei provvedimenti fiscali. Non è un caso se la questione dell’Iva, che sarà centrale nei rapporti tra le due forze maggiori della coalizone, non è stata affrontata da Letta. Il Premier non ha spiegato cosa succederà sul previsto aumento dell’imposta sui consumi a ottobre.
Rassicurazioni sono arrivate invece ai comuni, che si erano lamentati della mancanza di fondi per via dell’abolizione dell’Imu: tutto verrà pagato entro il 30 settembre, ha assicurato il Presidente del Consiglio. I sindaci hanno lanciato un appello perché il governo faccia presto a trasferire quei 2 miliardi e 400 milioni relativi nelle casse delle municipalità. Senza rimborsi Imu sono infatti a rischio gli stipendi dei dipendenti statali.
Nelle ultime ore si erano rincorse diverse dichiarazioni, piuttosto confuse: da un lato, il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta (PD) ha riferito che le indiscrezioni che parlano di uno sforamento del tetto al 3,1% “non sono irrealistiche” e che ci vorrebbero 1,5 miliardi per tornare entro il tetto del 3%.
Dall’altro lato, il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato assicura che il deficit per l’Italia “non è arrivato al 3,1%, ma siamo, di poco, sotto il 3% e non sforeremo questa cifra, resteremo all’interno”, dice il ministro.
Un alert sullo sforamento del tetto sul deficit/Pil al 3% è stato lanciato nelle ultime ore dall’Unione europea, che ha parlato della necessità di adottare misure nel caso in cui il tetto sul deficit/Pil venisse sforato, e che ha precisato che un deficit al 3,1% “è diverso da un deficit al 3%”.