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È la settimana post “Tre Streghe”. Cosa aspettarsi

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LEGNANO (WSI) – La fiammata innescata dalla Fed poco meno di una settimana fa è rimasta tale e non ha fornito agli operatori di mercato i necessari spunti affinchè nuove aspettative andassero a crearsi e di conseguenza a riflettersi sui prezzi delle attività finanziarie. Tempi duri dunque per i trader, con volatilità ai minimi e market mover pressoché assenti dal calendario economico.

La storia insegna

La settimana che ci apprestiamo a vivere sui mercati è tradizionalmente piuttosto avara di sorprese per il rischio più in generale, laddove i titoli azionari e il valutario sono particolarmente penalizzati.

Venerdì scorso è stato infatti il cosiddetto “Triple Witching”, la scadenza trimestrale cioè dei future sugli indici azionari, opzioni sui future sugli indici azionari e opzioni sui singoli titoli azionari.

Storicamente la settimana successiva al “venerdì delle Streghe” di Settembre è tra le peggiori dell’anno in particolare per l’azionario Usa, con lo S&P500 che mediamente ha fatto registrare cali di quasi il 2% e si è deprezzato nell’80% dei casi.

In questo caso abbiamo ieri avuto le prime conferme, con l’indice di riferimento globale che ha violato con forza i supporti in area 1.710 punti per poi scendere anche sotto la soglia di 1.700 punti ed arrestare la propria corsa proprio poco sotto.

Più in generale i movimenti degni di qualche nota in questo inizio di settimana autunnale hanno riguardato proprio il mercato azionario anche sul fronte europeo con Dax e FTSe Mib, tanto per citare due benchmark di paesi a rischio differente, che si sono portati sui supporti sulle scorta delle indicazioni degli indicatori tecnici che perduravano in situazione di ipercomprato e che potrebbero proseguire a scaricarsi andando ad acuire il movimento discesista, comunque all’interno di un più ampio quadro bullish.

Le elezioni tedesche

Come largamente atteso la Cancelliera Angela Merkel ha stravinto le elezioni, senza però riuscire ad ottenere la maggioranza assoluta e con il problema di dover così formare una coalizione di maggioranza stabile senza poter contare sull’appoggio dei liberali (fuori dal Bundestag) e con la remota possibilità di ottenere ausilio dall’opposizione rappresentata dalla SPD.

Al di là di questi aspetti tecnici che non impediranno di certo la formazione di un nuovo Governo, è del tutto evidente che questo risultato in sintesi permetterà la prosecuzione delle attuali politiche europee caratterizzate da risanamento dei conti pubblici e rigore fiscale nelle quali non spaventa affatto un euro in posizione di forza contro il dollaro americano, yen e così via.

L’Europa seguirà infatti il cammino di austerity che la potenza tedesca ha deciso di imporre a tutti paesi di questa squilibratissima Eurozona e, tanto per citare un elemento, l’assenza di dibattito circa uno strumento come gli Eurobond che ovviamente perdurerà, allontana non solo uno strumento di solidarietà verso i paesi che pagano un prezzo altissimo per rifinanziare il proprio debito dubblico, ma anche una misura di allentamento monetario che potrebbe portare a deprezzamenti di euro contro dollaro e yen, su tutte, le cui rispettive banche centrali invece perdurano nell’implementare massicci piani di immissione di liquidità.

Eventuali perdite di forza relativa della moneta unica nei confronti delle altre major, greenback su tutte, potranno essere perciò eventualmente generate da dinamiche di tapering di Quantitative Easing non certo da logiche che strettamente riguarderanno l’Europa. Ma su questi temi avremo modo di tornarci nelle settimane a venire.

Tornando alla più stretta attualità, vale la pena ricordare la pubblicazione dell’Indice Ifo della Germania prevista per le ore 10 e la Fiducia dei Consumatori degli Stati Uniti alle 16 che potranno quanto meno offrire spunti per un’operatività di breve sui quadri tecnici più interessanti dal punto di vista dei livelli di supporto e resistenza.

QUADRO TECNICO

EurUsd: ancora molto lievi i ritracciamenti del cambio, rispetto ai massimi relativi a 1,3560 raggiunti in occasione delle comunicazioni da parte della Fed dello scorso mercoledì. Vi sono stati infatti dei tentativi di rottura sotto 1,35, base della lateralità che si è venuta a formare sul cambio. Sul 4 ore si può osservare come sia significativa come supporto l’area compresa appunto tra 1,3475 e 1,35 attraversata dall’ottima media mobile esponenziale a 21 periodi. Questa potrebbe infatti costituire il punto di appoggio per l’estrinsecarsi di una divergenza inversa rialzista tra prezzo e oscillatore stocastico per ritorni dapprima in area 1,3530 e sui massimi in estensione. Spostandoci sul grafico orario, quanto detto potrebbe essere confermato dalla rottura al rialzo della figura a triangolo caratterizzato dalla tipica congestione notturna del cambio, in area 1,3510. In short vale la pena di implementare ordini in stop in area 1,3475 per primo target (ideale per stop in pari) a 1,3450 (livello statico e transito livello dinamico) e con la possibilità di restare dentro per eventuali affondi fino alla cruciale area di 1,34.

UsdJpy: ancora estremamente confusa la situazione del cambio che continua a non avere una precisa direzionalità e che può essere funzionale ad un trading di breve. In questo senso il grafico orario permette di lavorare in divergenza regolare rialzista per 99,10 come primo target e, alla violazione delle medie mobili a 100 e 200 periodi, 99,35 e 99,50 come obiettivi successivi. Dal punto di vista del rapporto Risk/Reward ottime sarebbero le posizioni corte sotto 98,60 per lo strategico target di 97,80.

EurJpy: bel ribasso per il cross ieri, cross che ha potuto sfruttare la concomitanza di ribasso dei due cambi originali che lo formano. Sul grafico a 4 ore vi è la possibilità di attendere la formazione, ad ora potenziale, di un pattern di divergenza inversa rialzista che vedrebbe nel doppio minimo di breve in area 133 un buon presupposto di partenza. Il superamento al rialzo del pivot point daily e della media mobile a 21 periodi potrebbe risultare strumentale a riprese di 134,15 prima di area 134,80. Un arresto nella zona sopra evidenziata permetterebbe invece ingressi short verso i primi minimi a 133 e 132,60.

GbpUsd: il cambio è ancora contenuto nella macrofigura rialzista valida da inizio luglio e nella microfigura in essa contenuta sulla congiunzione di minimi e massimi crescenti a partire dalla seconda settimana di settembre. Sul 4 ore assistiamo anche qui, proprio sul supporto dinamico e sulla media mobile a 21 periodi, ad una divergenza inversa rialzista per la ripresa di 1,6075 oltre il quale si rivedrebbero i massimi relativi. Uil cedimento dell’attuale area, fermo restando la bassa volatilità, porrebbe invece uno scenario bearish per 1,5965 come primo obiettivo.

AudUsd: la figura di riferimento permane il canale rialzista attivo sul cambio dalla fine del mese di agosto e violato solo venerdì scorso in chiusura dei mercati. 0,9450 rappresenta il punto cruciale sia come resistenza statica che in ottica di pullback del supporto dinamico per ripartenze corte la cui portata passa però dal cedimento di area 0,9390 per rivisitazione di 0,9350 in primo luogo. Si tornerebbe rialzisti solo a conferme sopra 0,9450 cn livelli ben chiari a 0,9385 e 0,9530.

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