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Borsa Milano sale dopo Letta bis, euro sopra $1,36

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MILANO (WSI) – Borsa Milano chiude in rialzo, toccando i massimi del 2013, nel giorno decisivo per l’Italia dopo il si di Berlusconi alla fiducia al Governo Letta. Una decisione inattesa, un vero e proprio colpo di scena, visto che appena qualche ora prima, l’ex premier optava per la sfiducia senza mezzi termini. Nel finale il Ftse Mib segna un incremento dello 0,68% a 18.098 punti mentre l’All Share è salito dello 0,58 a 19.114,56 punti. Lo spread Btp-Bund ha chiuso in calo a 256 punti.

Alla fine, il Cavaliere ha fatto dietrofront e, con 235 voti favorevoli al Senato, Letta ha ottenuto il via libera per continuare a fare il suo lavoro, in quella che è apparsa come una sorta di tragicommedia all’italiana e che è stata già definita una farsa. Il totale caos ha portato comunque alla formazione di un gruppo di dissidenti del Pdl, 25 in tutto.

Focus sulle parole di Mario Draghi, dopo l’annuncio della Bce di lasciare i tassi di rifinanziamento fermi al minimo storico, ovvero allo 0,50%. Parlando in generale dell’Italia, e facendo riferimento agli episodi di instabilità che si sono presentati negli ultimi mesi anche in altri paesi dell’Eurozona, Draghi ha affermato che l’euro e l’Eurozona sono diventati più resistenti.

Il numero uno della Bce ha poi confermato l’apertura verso l’adozione di misure straordinarie, ribadendo di valutare l’opportunità di lanciare una nuova operazione di LTRO, ovvero nuovi finanziamenti a favore delle banche.

Il premier Enrico Letta si è presentato al Senato, e in un discorso ha detto chiaramente che l’Italia corre un rischio fatale. Nelle ultime ore gli investitori hanno scommesso su un Letta bis, complici le profonde spaccature all’interno del Pdl. E così è stato.

In generale, altro market mover per i mercati europei è lo shutdown del governo americano, investitori continuano a monitorare attentamente la situazione negli Usa.

Detto questo, “gli investitori ritengono che l’impatto sarà di breve termine, e se non si considera la questione fiscale americana, l’apprezzamento dell’azionario è ancora molto forte”, commenta Chris Weston, responsabile strategist di mercato presso IG Markets, a Melbourne.

Tra le azioni, si sono distinte le Finmeccanica (+7,58%), con gli investitori che stanno scommettendo su un’imminente soluzione alla vendita di Ansaldo Energia. Sono inoltre state ben comprate le azioni delle banche, nonostante il Fondo Monetario Internazionale abbia puntato l’indice sulla loro posizione patrimoniale che frena la capacita’ di credito al sistema. Sono volate le quotazioni di Mediobanca (+6%), all’indomani delle comunicazioni definitive sulle disdette pervenute dai soci pattisti. Telecom ha invece accusato una frenata dell’1,2% alla vigilia del cda nel corso del quale il presidente Franco Bernabe’ molto probabilmente si presentera’ dimissionario

Azionario asiatico in rialzo, con gli operatori che hanno scommesso che gli effetti sull’economia del primo shutdown del governo Usa in 17 anni saranno limitati. Tokyo ha però chiuso in ribasso, perdendo oltre -2%. L’indice di riferimento MSCI Asia Pacific ha guadagnato +6,4% a settembre, registrando il rialzo più sostenuto dal gennaio del 2012. [ARTICLEIMAGE]

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, Il rapporto euro/yen è sceso di ben 100 punti base a un certo punto nella giornata, mentre l’euro/dollaro ha registrato anche una flessione di quasi 50 punti base. L’euro fa +0,58% a $1,3599, ha superato quota $1,36; dollaro/yen -0,67% a JPY 97,31; euro/franco svizzero -0,61% a CHF 1,2236; euro/yen -0,13% a JPY 132,31.

Sul versante delle commodities, i futures petrolio invariato a 102,04 oro +1,22% a 1.301,70, dopo le speculazioni ribassiste delle ore precedenti.

ANALISI DI MERCATI DI MPS CAPITAL SETVICES

Tassi & Congiuntura: in area Euro tassi tedeschi in rialzo a fronte invece di un marcato calo dei tassi dei paesi periferici. Tale andamento ha interessato principalmente Spagna e Portogallo nella prima parte della giornata per poi estendersi in modo più forte sui Btp nel pomeriggio, mano a mano che arrivavano notizie sul fronte politico che davano la percezione di una possibilità di supporto all’attuale governo, in vista del voto di fiducia di oggi.

Lo spread è così arrivato a circa 265pb, corrispondente a circa 250pb se calcolato mediante il precedente Btp benchmark. Nel frattempo il tasso decennale tedesco negli ultimi giorni ha fermato il trend al ribasso in prossimità dell’1,75%, ossia un livello pressoché pari all’inflazione media degli ultimi tre mesi. Su questo fronte oggi sarà importante verificare l’esito della riapertura del decennale tedesco fino a 5Mld€.

Sul fronte macro, gli indici Pmi manifatturiero del mese di settembre relativo ad Italia e Spagna hanno segnato un lieve calo a settembre. Allo stesso tempo è stato leggermente rivisto al ribasso l’analogo dato finale relativo alla Germania. Oggi il focus è sulla riunione della BCE che si terrà a Parigi.

I punti di attenzione sono soprattutto due: 1) eventuali ulteriori indicazioni sull’ipotesi di un’altra operazione LTRO, alla luce anche del recente ridimensionamento delle attese di rialzo dei tassi da parte degli operatori, testimoniato dal riposizionamento del tasso forward Eonia ad un anno fra un anno, da 0,60% di inizio settembre all’attuale 0,33%; 2) l’andamento del mercato valutario, alla luce della perdurante forza dell’euro, in un contesto di ulteriore calo del tasso di inflazione dell’area, sceso sotto all’1% nel mese di settembre.

Negli Usa tassi in rialzo, sull’attesa di una rapida conclusione dei negoziati per ridurre al minimo la sospensione di parte delle spese governative in assenza dell’approvazione della legge di bilancio. Nel frattempo il sottosegretario al tesoro Lews ha ribadito che i fondi nelle casse governative termineranno non più tardi del 17 ottobre, richiamando l’importanza di un accordo anche sul tema dell’innalzamento del tetto sul debito.

L’agenzia di rating Fitch ha dichiarato che lo shutdown non implicherà un downgrade mentre un mancato accordo sul tema debito potrebbe invece mettere in discussione il rating. Nel frattempo emergono i primi effetti dello shutdown: dalla chiusura della statua della libertà allo spostamento di un giorno della pubblicazione dei dati sulla spesa per costruzioni.

Valute: euro ancora sopra 1,35 in assenza ancora di un accordo per interrompere lo shutdown delle spese governative Usa. Oggi l’attenzione sarà soprattutto sulle parole di Draghi per verificare quanto l’andamento valutario stia impattando sulle discussioni e sulle future mosse da parte della BCE. Il primo supporto rimane a quota 1,3450.

Yen in apprezzamento durante la seduta di ieri con il movimento che è proseguito anche durante la notte. Il cambio vs euro si è infatti riportato questa mattina in prossimità dell’importante supporto in area 131,50, mentre il cross vs dollaro è tornato sotto quota 98 posizionandosi sui livelli minimi da un mese.

In un contesto di debolezza generalizzata per il dollaro Usa gli operatori stanno probabilmente chiudendo parte delle ingenti posizioni corte di yen, come evidenziato dagli ultimi dati della CFTC. Nel frattempo il Primo ministro Abe ha dichiarato che il governo sta lavorando ad un piano di stimolo da 5.000 Mld yen (51 Mld$) che però verrà presentato ufficialmente nella prima parte di dicembre. Sul fronte emergente, da segnalare il deprezzamento del rand sudafricano, sia verso euro sia vs dollaro, penalizzato dal forte calo delle quotazioni dell’oro.

Commodity: ancora un ribasso per l’indice generale delle materie prime, calato ai minimi da circa un mese e mezzo. Tutti i principali indici settoriali hanno chiuso in negativo, guidati dal calo dei preziosi penalizzati da oro ed argento. Il metallo giallo è tornato sotto la soglia dei 1300$/oncia penalizzato dai timori di calo delle importazioni dall’India (principale consumatore al mondo) nell’attuale anno fiscale che termina a marzo.

Pesano anche le attese che lo shutdown del governo Usa possa essere di durata breve, riducendo la potenziale domanda di beni rifugio. La possibilità che questo evento possa comunque rallentare la crescita economica Usa ha impattato sui metalli non ferrosi con il rame calato al ritmo maggiore da 1 mese su timori che lo shutdown del governo Usa. Tra gli energetici anche il Wti ed il Brent sono stati penalizzati da tali timori. Tra gli agricoli in calo la soia (ai minimi da 6 settimane) ed il mais (ai minimi dal 2010) grazie alla percezione di migliori prospettive per il raccolto Usa.

Azionario: giornata di forti rialzi quella di ieri per i listini azionari europei con gli operatori che, incorporato lo “shutdown” negli Usa, hanno accolto con ottimismo i segnali giunti ieri di una possibile risoluzione della crisi politica in Italia. Il listino italiano è pertanto risultato il migliore in Europa con un rialzo di oltre il 3%, grazie soprattutto alla spinta giunta dai titoli del settore bancario.

Il comparto finanziario in generale è infatti risultato il migliore settore all’interno dell’indice Stoxx 600, seguito da quello industriale e tecnologico, mentre si sono mosse in controtendenza i comparti dei beni di consumo e risorse di base, quest’ultime penalizzate dal forte calo delle quotazioni dei metalli. In apertura si sta assistendo ad un lieve calo per i listini azionari europei. Negli Usa seduta in recupero per i principali listini con l’indice S&P 500 che si è riavvicinato a quota 1700 punti.

Gli operatori hanno accolto favorevolmente le notizie giunte sul fronte politico italiano così come la lettura positiva dell’indice ISM Manifatturiero di settembre. Tutti i comparti hanno chiuso la seduta in positivo con quelli health care in corrispondenza della partenza della riforma sanitaria di Obama. Da segnalare inoltre i massimi storici raggiunti ieri dall’indice Russell2000, che raggruppa società con bassa capitalizzazione. Sul fronte emergente, chiusura in recupero per l’indice MSCI EM favorito soprattutto dal forte rialzo dei listini dell’area latinoamericana e da quello turco. Durante la notte seduta piuttosto positiva per i listini asiatici con l’eccezione della borsa giapponese scesa di oltre il 2% in scia all’apprezzamento dello yen. Ancora chiusi i mercati cinesi ed Hong Kong.