Il presidente della Federal Reserve ha iniziato a New York il suo intervento sugli effetti dell’Information Technology sull’economia.
“Negli ultimi anni l’eccessivo ottimismo che ha circondato i mercati americani ha creato rischi di recessione – ha detto Alan Greenspan davanti alla platea di banchieri – Questa situazione continua a permanere fino dalla crisi del 1998”.
Il numero uno della Fed ritiene che, sebbene vi siano ancora forti preoccupazioni sui rischi di recessione, il pericolo non e’ cosi’ marcato come lo era nel 1998 e lascia intendere che la Fed potrebbe presto ridurre i tassi d’interesse.
“In un’economia che ha gia’ perso momentum, occorre stare in allerta sulla possibilita’ di una ulteriore diminuzione delle valutazioni sui mercati finanziari – ha continuato il banchiere centrale Usa – Questo potrebbe portare a una forte diminuzione della spesa delle famiglie americane e delle societa’ stesse”.
Greenspan attribuisce il declino dell’economia Usa – e’ la prima volta che il presidente delle Fed riconosce in pubblico il rallentamento economico – alla diminuzione delle condizioni di credito e della domanda dei consumatori, suggerendo che le sei strette monetarie dal giugno 1999 abbiano avuto l’effetto desiderato.
Il banchiere centrale Usa ha continuato sostenendo che il mercato del lavoro “rimane saldo”, anche se il recente rialzo delle richieste di sussidi di disoccupazione “potrebbe essere la prima avvisaglia di un indebolimento generale”.
Rischi ulteriori – ha concluso Greenspan – derivano dall’aumento dei costi nel settore dell’energia soprattutto dopo l’acutizzarsi della tensione in Medio Oriente.