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Google: 8,8 miliardi dichiarati alle Bermuda

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NEW YORK (WSI) – I vantaggi fiscali di cui Google può usufruire sembrano fatti per far infuriare i cittadini onesti e l’immagine del motore di ricerca rischia di uscirne compromessa.

L’anno scorso Google ha versato alle Isole Bermuda ben 8 miliardi e 800 milioni di euro in pagamenti dei diritti d’autore o del titolare di un brevetto, pari a un quarto in più rispetto al 2011.

La società, come riporta il Financial Times, non sta dunque facendo un passo indietro nella sua politica fiscale controversa, anzi. La strategia ai limiti della legalità ha consentito al gruppo di risparmiare miliardi di dollari di tasse.

Così facendo l’azienda americana riduce la sua aliquota fiscale oltreoceano di circa il 5%, meno della metà della corportate tax da versare nella già fiscalmente vantaggiosa Irlanda, dove Google dichiara la maggior parte del reddito registrato all’estero.

Le cifre sono state pubblicate da una delle società controllate da Google, un gruppo olandese. I pagamenti di royalty alle Bermuda sono raddoppiati di numero negli ultimi tre anni, sottolineando l’incremento progressivo del giro d’affari di Google.

Il gruppo Internet, che ha difeso la sua politica fiscale con un comiunicato citando lo sfruttamemnto di incentivi governativi, è finito nell’occhio del ciclone da quando è emerso che dichiara in Irlanda quasi tutto il reddito registrato all’estero e che quasi non paga tasse nei paesi da dove vengono i suoi consumatori.

“Google – scrive l’azienda in una nota – rispetta le normative fiscali in Italia e in tutti i paesi in cui opera. La realtà dei fatti è che la maggior parte dei Governi usa gli incentivi fiscali per attrarre investimenti stranieri e questo crea posti di lavoro e crescita economica e, naturalmente, le aziende rispondono a questi incentivi”.

“E’ una delle ragioni per cui Google ha stabilito la propria sede europea in Irlanda, unitamente alla possibilità di assumere personale qualificato. Se ai politici non piacciono queste leggi, loro hanno il potere di cambiarle. La nostra corporate tax rate complessiva nel 2012 è stata del 20% circa“.