NEW YORK (WSI) – Cina sempre più irritata dallo stallo nelle trattative tra Democratici e Repubblicani Usa per evitare il default Usa. D’altronde, insieme al Giappone, il paese è il maggiore detentore di Treasuries americani e i dubbi sulla convenienza a puntare ancora su questo investimento sono sempre più insistenti.
E così, nell’agenzia di stampa statale Xinhua appare un editoriale firmato da Liu Chang, che parla “del fallimento fiscale degli Stati Uniti” come un elemento che avalla la “de-americanizzazione del mondo”, sostenendo che è arrivato il momento che il mondo consideri una nuova valuta di riserva “che deve essere creata per sostituire il dominio del dollaro, in modo tale che la comunità internazionale possa stare lontana dalle conseguenza del caos politico che si sta intensificando negli Stati Uniti”.
Ma le critiche non si fermano certo alla questione fiscale. Stando all’editoriale, da quando è emersa dal bagno di sangue della Seconda Guerra Mondiale come la nazione più potente del mondo, l’America ha tentato di creare un impero globale imponendo un ordine mondiale, alimentando la ripresa in Europa e incoraggiando cambi di regime in nazioni che non considera proprio amiche di Washington”.
In questo modo, continua l’articolo, l’America ha protetto i propri interessi “in ogni angolo del mondo, abituata a infiltrarsi negli affari di altri paesi e regioni”. Il governo americano, che si è fatto portatore di alti valori morali, ma “ha nascosto episodi di cui si è reso responsabile, come “la tortura dei prigionieri di guerra, l’uccisione di civili attraverso attacchi con i droni, lo spionaggio dei leader mondiali”.
E ancora, si ricordano gli effetti della crisi finanziaria che nel 2007 ha travolto gli Stati Uniti e il mondo intero.
“Washington ha abusato del suo status di superpotenza e ha introdotto maggior caos nel mondo nel trasferire i rischi finanziari nel resto del mondo, istigando tensioni in diverse aree per dispute territoriali”.
Il “mondo sta ancora arraccando per cercare di uscire dal disastro economico provocato dalle elite voraci di Wall Street, mentre le bombe e gli attentati sono diventati praticamente una routine quotidiana in Iraq, anni dopo che Washington ha dichiarato di aver liberato il popolo da un regime tirannico”.
In questa situazione, l’articolo invoca che “le economie emergenti e in via di sviluppo abbiano maggior voce nelle istituzioni finanziarie internazionali, inclusi la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale” e sottolinea che una riforma effettiva debba essere l’introduzione di una nuova valuta di riserva, che sostituisca il dollaro.