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Borsa Milano prende fiato dopo sei sedute in rally

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MILANO (WSI) – Dopo sei sedute consecutive con il segno positivo Piazza Affari tira il fiato, in un panorama che vede prevalere la cautela su tutti i mercati internazionali sulla scia dell’accordo raggiunto in extremis a Washington sul debito Usa. Il sollievo per l’intesa lascia infatti spazio ai timori per l’impatto della lunga chiusura degli uffici governativi, con la consapevolezza che la soluzione temporanea firmata dal presidente Barack Obama non risolve le dispute di fondo che hanno innescato la crisi. “Sono prese di beneficio”, sintetizza un trader in merito al calo odierno degli indici.

La reazione, sottolineano comunque dalle sale operative, è piuttosto contenuta e sul mercato obbligazionario lo spread tra titoli di stato decennali italiani e tedeschi non si discosta molto dai 230 punti base raggiunti ieri. Il Ftse Mib chiude in ribasso dello 0,4% e l’Allshare scende dello 0,3%. Volumi nel finale per circa 3,3 miliardi di euro. Il benchmark europeo FTSEurofitst 300 sale dello 0,1%, con un -0,4% a Francoforte e un -0,1% a Parigi. Misti gli indici di Wall Street.

Lo spettro del default americano è stato scacciato, con l’accordo in extremis raggiunto tra Repubblicani e Democratici del Congresso Usa. Riapre il governo federale, chiuso dallo scorso 1° ottobre, tetto sul debito innalzato fino al prossimo 7 febbraio.

“Forse la discesa del dollaro dopo il downgrade di Dagong sugli Stati Uniti ha messo un po’ di cattivo umore”, dice a Reuters un trader, che segnala anche una correzione generalizzata, ma composta, in atto a Milano ma anche fuori. Fa eccezione “qualche titolo che era rimasto più indietro”. Ma per lo più è tutto tranquillo e lo spread resta basso”.

L’agenzia di rating cinese ha ridotto la valutazione sugli Stati Uniti a ‘A-‘ da ‘A’ e ha mantenuto un outlook negativo sul credito sovrano. Motivo: il rischio di scivolare in una situazione di default non è affatto scongiurato.

Il giudizio ora è lo stesso di Panama, e peggiore di quella del Botswana. In questo contesto, l’ultimo rapporto GEAB parla di un processo di deamericanizzazione già iniziato.

Focus sulle banche italiane dopo che Moody’s ha confermato l’outlook negativo, citando i rischi al ribasso che pesano sull’economia Usa i problemi che attaccano i fondamentali degli istituti; ma l’attenzione è anche sul sistema finanziario Usa, dopo la notizia shock di JP Morgan. Spunti positivi arrivano invece dai potenziali benefici della legge di Stabilità in tema di trattamento fiscale di svalutazione e perdite su crediti nel settore, sottolineati oggi da uno studio di Mediobanca Securities e da un’analisi di Fitch. Creval – indicata da Mediobanca Securities tra i maggiori beneficiari della revisione del meccanismo di deducibilità – balza del 7,6% mentre Pop Emilia Romagna – altro istituto citato dallo studio – cede lo 0,6%. Il comparto a livello europeo cede lo 0,25%.

Sempre nel settore resta al palo Mps (-0,17%) nonostante le ipotesi di una possibile accelerazione della dismissione della partecipazione in capo alla Fondazione. Rimbalza invece di oltre il 4% Carige che qualche minuto prima della chiusura ha annunciato che le ultime vicende della Fondazione non avranno contraccolpi sul processo di rafforzamento patrimoniale. Vendute Fiat, -2,3%, e Cnh Industrial, -1%. I trader non segnalano notizie particolari ma citano una generale debolezza del comparto europeo (-0,5% l’indice di settore). Già ieri Fiat aveva perso decisamente terreno sui dati negativi relativi alle vendite di auto in Europa e su un avvio di copertura di Nomura con giudizio “reduce”. Dopo una seduta incerta Telecom Italia chiude in rialzo dello 0,5% con volumi sotto la media. La Findim di Marco Fossati ha chiesto la convocazione dell’assemblea per discutere la revoca dei consiglieri indicati da Telco e il rinnovo del Cda, mentre indiscrezioni stampa parlano di una spinta di Telefonica a cedere Tim Brasil con l’obiettivo di rilevarne alcuni asset.

Notizie poco confortanti dal fronte macroeconomico italiano, con la produzione edilizia che ha sofferto un calo superiore al 10% su base annua, alimentando nuovi dubbi sul presunto miglioramento del mercato del mattone in Italia.

Bene i mercati asiatici, con l’indice di riferimento MSCI Asia Pacific in crescita +0,8% al massimo degli ultimi cinque mesi. Ma guardando ai singoli listini, si nota come l’andamento è stato contrastato. Nikkei +0,83%, Hong Kong -0,57%, indice australiano S&P/ASX +0,38%, Shanghai -0,21%, indice coreano Kospi +0,29%. In particolare l’azionario italiano ha chiuso al record in due settimabne e mezzo. Bene il listino PSI delle Filippine, avanzato oltre +1%.

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro +0,66% a $1,3623, dollaro/yen -0,71% a JPY 98,03. Euro/franco svizzero -0,29% a CHF 1,2327, euro/yen -0,05% a JPY 133,56.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio -0,62% a $101,66 al barile, mentre le quotazioni dell’oro +1,97% a 1.307,20 l’oncia.