ROMA (WSI) – Dividere le spoglie di Tim Brasil, il gioiellino carioca controllato da Telecom Italia. È questo il piano di César Alierta, “El conquistador”, presidente della spagnola Telefonica che con 850 milioni di euro ha preso il controllo del gruppo di tlc tricolore. Non è l’Italia il vero obiettivo degli spagnoli, non lo è mai stato.
Perché sulle spalle di Telecom Italia c’è un debito di circa 37 miliardi di euro; perché sulla proprietà della rete, dove viaggiano le comunicazioni, si prospetta una defatigante trattativa con il governo che infatti ha ripreso dai cassetti ministeriali il progetto del “golden power” per difendere gli interessi nazionali.
Telefonica (anch’essa indebitata) ha piuttosto bisogno di rafforzarsi nel suo principale mercato: quello dell’America Latina che ha ancora significativi margini di crescita. Ma per farlo doveva mettere le mani su Tim Brasil, sua concorrente agguerrita.
Dunque – negli ambienti finanziari vicini al dossier – i contorni della strategia di Alierta cominciano ad essere più definiti. Ed è chiaro che il bersaglio grosso della scalata in Telco (la holding che ha il controllo della Telecom di cui gli spagnoli detengono il 66% con l’opzione di poter salire fino al 100% a gennaio) fosse fin dall’inizio proprio la controllata brasiliana.
Telecom era il veicolo per la futura spartizione della Tim brasiliana. Alierta aveva bisogno di togliersi dalla strada due ostacoli. Il primo era Franco Bernabè, ex presidente esecutivo del gruppo, che in alternativa alla cessione di Tim Brasil proponeva (e per questo formalmente si è dimesso) il ricorso ad una ricapitalizzazione. E Bernabè non è più della faccenda. Poi andavano attenuati i malumori dei soci italiani di Telco (Mediobanca, Generali, Intesa). Telefonica li ha decisamente “risarciti” pagando 1,09 ad azione l’aumento di capitale che ha modificato il patto.
Ora la partita andrà giocata tutta in Brasile, dove Telefonica è già presente. E la scalata in Telecom, che appunto controlla Tim Brasil, porrà, a partire da gennaio, un problema all’Antitrust locale, per via dell’eccessiva concentrazione di quote di mercato. Alierta pensa però allo spezzettamento di Tim Brasil: una quota alla sua Telefonica, un’altra all’America Movil del ricchissimo messicano Carlos Slim, la terza, infine, ai brasiliani di Oi che si sono fusi da poco con Portugal Telecom. Una spartizione che accontenterebbe tutti.
Certo, ci sarebbe infine da convincere il cda di Telecom a cedere Tim Brasil. Attualmente Telefonica non ha diritto di voto in Telco. Ma dal prossimo anno potrà convertire le azioni salendo al 64% dei voti e diventare determinante nella composizione del cda della controllata. Per gli altri soci la cessione brasiliana vorrà dire nuove risorse. E per Alierta il primo passo per poi mollare il “veicolo italiano”. D’altra parte gli 850 milioni che ha sborsato se li riprenderà in poco tempo in Brasile.
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