ROMA (WSI) – Scrivono i bolognesi nel loro volantino di convocazione di una assemblea preparatoria delle manifestazioni romane: «Vogliamo ragionare insieme sul significato della pratica della “sollevazione generale”, dell'”assedio” e dell’occupazione delle piazze nella stagione politica delle grandi intese neoliberiste».
C’è una grande libertà di pensiero e di parole in questa vigilia molto nervosa dei due appuntamenti romani di oggi e di domani del «movimento». Una babele di sigle: dai No Tav della Valsusa ai Cobas, Usb, No Muos. E i movimenti per la casa. In questi giorni, diverse manifestazioni «preparatorie» si sono svolte in varie città: dalle occupazioni di stabili vuoti o dei suoli del finanziere Ligresti a Casal Boccone (Roma), dalle sedi dei Club Frecciarossa all’Hotel Salus di Roma, dalle proteste in Piazza Affari a Milano, alla spesa proletaria nei supermercati.
Parole d’ordine, documenti, assemblee, occupazioni preventive. Tutto ricorda la vigilia del G8 di Genova del luglio del 2001, con i «Disobbedienti» e le «Tute Bianche» di Luca Casarini che annunciavano: «Assalteremo la zona rossa». Oggi invece si parla di «assedio ai palazzi del potere», i ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia, O Trenitalia o gli immobili dei «palazzinari».
Speriamo che sia solo una suggestione. Che la protesta non degeneri in violenza, che il «sabotaggio» non diventi «azione giustificata». Che prevalga l’anima «politica» e non quella «violenta» dei movimenti.
Oggi e domani Roma vivrà comunque con il fiato sospeso. È inutile negarlo. Il prefetto Giuseppe Pecoraro da giorni va ripetendo che c’è un rischio «infiltrati», avendo chiesto e ottenuto dal Viminale un presidio di 4.000 uomini delle forze dell’ordine. Le sigle promotrici delle manifestazioni replicano che «si sta creando ad arte un clima di allarmismo strumentale per parlare solo di ordine pubblico».
Diverse le parole d’ordine unificanti delle manifestazioni di oggi e di domani: «Sollevazione generale. Una sola grande opera, casa e reddito per tutti». Nelle assemblee preparatorie, nei volantini, sui siti web, non si è fatto mistero della volontà di «assediare» ministeri, banche e ambasciate. «Devastazione, rivolta e saccheggio», Linguaggi partoriti da moderni «Black Block».
Da ieri «filtri» ai caselli autostradali, agli snodi delle consolari, alle stazioni ferroviarie per «monitorare» gli arrivi. E poi le «bonifiche» del percorso dei cortei, via le auto parcheggiate e i cassonetti. E chiusure dei tombini.
Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha ottenuto dagli organizzatori dello sciopero generale di oggi (Usb e le altre sigle sindacali di base) che stasera alle 20, in concomitanza con la partita di calcio Roma-Napoli, sarà sospeso lo sciopero dei trasporti.
«Contro le drastiche ricette del Fm, della Bce, della Ue che in nome della stabilità monetaria impongono al nostro Paese rovinose politiche sociali».
Il primo appuntamento è per stamani alle 10 da piazza della Repubblica a San Giovanni. Lo sciopero generale dei sindacati di base. Si occupa la piazza fino a sera con un concerto. E la notte pure: «acampada». Insomma, pernottamento in piazza perché poi, sabato alle 14,30 da San Giovanni partirà il corteo «Casa e reddito per tutt@».
Un corteo che partirà da San Giovanni per arrivare a Porta Pia. Assedio dei «palazzi del potere». Speriamo che sia solo una parola d’ordine. Ma nessuno è pronto a scommettere che sia così. Sul web rimbalzano «la guerra è iniziata», «alzati e combatti», «assediamo il potere», «ribelliamoci», «rivolta», «saccheggio». Di certo è che gli organizzatori vorrebbero accamparsi a Porta Pia per la notte.
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