ROMA (WSI) – Nervi tesissimi all’interno del Pdl. Nel mirino finisce il ministro Gaetano Quagliariello per avere messo sull’avviso i cosiddetti falchi che senza numeri è inutile minacciare la crisi di governo sulla legge di Stabilità. Le sue parole, affidate a un’intervista concessa al Messaggero , provocano numerose reazioni da parte di esponenti del suo partito. Ma quella più dura è di Anna Cinzia Bonfrisco che definisce il ministro una sorta di «dottor Stranamore del centrismo» e un «campione imbattibile in fatto di tradimenti».
A sua volta, la senatrice Bonfrisco viene attaccata da ventiquattro colleghi del gruppo di Palazzo Madama che, in una nota, denunciano come «non più tollerabili i toni e il linguaggio» usati nei confronti di Quagliariello e degli altri quattro ministri. Tra i firmatari, ci sono Augello, Azzollini, Campagna, Formigoni, Giovanardi, Sacconi, Viceconte. Basta, tuonano, «con la critica distruttiva e permanente alla legge di Stabilità e all’operato del governo del quale fanno parte i nostri ministri e al quale abbiamo riconfermato la fiducia meno di tre settimane fa su indicazione dello stesso presidente Berlusconi». Il loro auspicio è che «il confronto riacquisti correttezza, in caso contrario i reiterati richiami all’unità suonerebbero come moneta falsa». E 24 è un numero importante perché garantirebbe in Senato la maggioranza al governo anche senza il resto del Pdl.
Ma che cosa ha detto la senatrice Bonfrisco, criticando la legge di Stabilità approdata in queste ore a Palazzo Madama? Ha affermato che «agli italiani, già stremati da troppi sacrifici possa bastare l’alambicco dove il professore Quagliariello si esercita da apprendista stregone per produrre stantie formulette paleo-politiche. Ma stia sereno il dottor Stranamore del centrismo a tutti i costi: il Pdl tutto intero potrà votare solo una legge che aiuti il Paese a superare la crisi e che non costi un euro di più agli italiani. O a lui risulta che il nostro popolo sia contento di vedersi sostituire l’Imu con una tassa anche peggiore?». La difesa di Quagliariello fatta dai ventiquattro senatori provoca a sua volta un intervento di Sandro Bondi. Il coordinatore del Pdl chiede al segretario del partito Angelino Alfano e al capogruppo in Senato Renato Schifani di «stigmatizzare» quella dichiarazione poiché costituisce «un fatto gravissimo in quanto espressione di una corrente organizzata attraverso cui si pretenderebbe di limitare in modi e toni inusuali il libero e legittimo confronto sulla legge di Stabilità».
Ma ieri c’è stato un altro scambio polemico tra lealisti e filogovernativi. Protagonista Mara Carfagna che ha accusato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin di essersi rifiutata di visitare un ospedale irpino e di incontrare una delegazione del partito, stando alla versione accreditata dal consigliere regionale campano Antonia Ruggiero, adducendo ragioni politiche, ovvero che la delegazione non apparteneva all’ala filogovernativa. La Lorenzin non ha replicato direttamente. Ma dal suo entourage si è fatto sapere che l’incontro è saltato perché il ministro era impegnato in una riunione sulla legge di Stabilità e che, in ogni caso, c’era stato uno scambio di messaggini telefonici per segnalare l’impedimento. Nessun motivo politico, insomma.
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