NEW YORK (WSI) – Nonostante il rimbalzo del Pil del terzo trimestre, cresciuto al ritmo del 7,8% annuo, le maggiori banche cinesi continuano a navigare in acque agitate.
Secondo indiscrezioni stampa, i cinque maggiori istituti di credito, tra cui Industrial & Commercial Bank of China, avrebbero triplicato l’ammontare dei crediti inesegibili nei primi sei mesi dell’anno, mettendo in bilancio per un ammontare totale di 22,1 miliardi di yuan che porta il totale a 349,9 miliardi, pari all’1% dei prestiti.
Una cifra enorme, che incrementa le preoccupazioni sulla tenuta del sistema bancario cinese e quindi su possibili default. Per evitare il peggio, gli istituti di credito sarebbero alle prese con una pulizia dei libri contabili attraverso operazioni di svalutazione delle sofferenze.
Va ricordato a questo proposito che la Cina ha allentato le regole per la cancellazione dei debiti per le piccole imprese dal 2010 e i politici stanno spingendo gli istituti di credito a rafforzare i cuscinetti di capitale a seguito di un boom del credito senza precedenti che ha avuto inizio nel 2009 .
Ad allungare un’ombra sulle sorti del sistema creditizio cinese, ci sono inoltre le preoccupazioni per il rallentamento dell’economia che persistono anche dopo la ripresa rilevata nell’ultimo trimestre. Secondo la media degli analisti di Bloomberg, la crescita dell’economia cinese potrebbe rallentare al +7,6% quest’anno, il ritmo più debole dal 1999.