Mercati

Borsa Milano, rimonta completata. Euro ai massimi di due anni

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MILANO (WSI) – Rimonta completata per la Borsa di Milano, che nel pomeriggio recupera terreno grazie al rally delle banche, per chiudre in rialzo di oltre un punto percentuale. Piazza Affari si fa così perdonare dopo lo scivolone di ieri, che ha portato il Ftse Mib a cedere più del 2%, trascinato al ribasso soprattutto dai titoli bancari. Oggi il listino ha guadagnao l’1,28%.

In mattinata e la vigilia sul paniere hanno pesato i forti cali delle banche messe sotto pressione dall’annuncio dei nuovi test che la Bce condurrà sugli attivi degli istituti. Oggi il discorso è ribaltato. Pop Emilia fa +5,49%, Mediolanum +3,96%, Ubi Banca +3,95%, Mediobanca +3,45%.

Male invece Autogrill (-6,48%) su cui pesano gli ultimi rumor. Tra le banche, Intesa SanPaolo in rialzo successivamente alla nota di Ubs. Occhio anche agli ultimi giudizi su Tenaris.

Tra le voci di mercato di oggi, spiccano quelli che hanno per oggetto Generali, la cui prova è stata positiva, Telecom Italia, -1,73%, e Fiat. In rosso pesante Finmeccanica e Stm.

Spread Italia-Germania a 10 punti accelera al rialzo con +1,25% a 231,08, a fronte di rendimenti decennali +0,7% al 3,97%. Il Bund decennale è sceso sotto la soglia psicologica di 1,75%.

Lo Stoxx Europe 600 Index, indice benchmark dell’azionario europeo, ha interrotto ieri con una perdita -0,6% il rally più lungo dal giugno del 2010. L’indice è salito +2,8% dall’inizio di ottobre. Altri listini europei nella sessione odierna Londra +0,45%, Francoforte +0,71%, Parigi +0,23%, Madrid +0,32%.

Proprio le banche italiane sono osservate speciali dopo la comunicazione dei dettagli dell’operazione Asset Quality Review/stress test da parte della Bce; si temono casi di deficit patrimoniali, che colpirebbero secondo uno studio di Goldman Sachs soprattutto Mps e BMI.

Tra l’altro, Mario Draghi è stato molto chiaro nell’affermare che esiste il rischio che alcune banche falliscano. “Se una banca deve fallire, dovrà fallire”.

Euro sempre sotto i riflettori, volato fino a 1,3818 in apertura di giornata, la quotazione massima raggiunta da novembre 2011.

Notizie no dal fronte macroeconomico, con l’indice che misura la fiducia dei consumatori in Italia che è sceso sotto ogni fronte. L’indice è sceso a quota 97,3 da 100,8 precedenti. Il peggioramento ha coinvolto tutte le componenti; in modo particolare quella economica, che passa da 99,3 a 93,2, e per quella corrente che scende da 102,6 a 96,1.

Reso noto anche l’indice preliminare composite PMI dell’Eurozona, da parte di Markit, che è sceso da 52,2 di settembre (massimo in due anni) a 51,5, nel mese di ottobre, peggio rispetto alle stime di Reuters, che avevano previsto un lieve rialzo a 52,5 punti.

In forte flessione l’indicatore riferito al quadro personale, che passa da 102,4 a 98,1, mentre quello della componente futura diminuisce piu’ lievemente passando da 100,3 a 98,6. In peggioramento risultano inoltre le aspettative sulla disoccupazione (da 68 a 71 il saldo).

Attenzione alla stagione degli utili societari; tra questi, Credit Suisse, dopo che la seconda banca svizzera ha reso noto di aver riportato utili in rialzo a 454 milioni di franchi svizzeri, al di sotto dei 705 milioni attesi dal consensus. In una nota, l’istituto ha affermato che Credit Suisse ha deciso di avviare un processo di ristrutturazione sulle attività di trading che hanno per oggetto i tassi di interesse.

Occhio anche a Daimler, dopo che il terzo produttore di auto di lusso a livello globale ha reso noto che gli utili al lordo degli interessi e delle tasse sono saliti nel terzo trimestre +16% a 2,23 miliardi, al di sopra dei 2,09 miliardi stimati dal consensus.

Focus sull’indice manifatturiero cinese stilato congiuntamente da HSBC Holdings e Markit Economic, che è salito in via preliminare a 50,9 punti, contro i 50,4 attesi dagli analisti di Bloomberg. Da segnalare che un valore al di sopra della soglia dei 50 punti indica espansione.

Tra i listini asiatici, bene la Borsa di Tokyo con il Nikkei +0,42%, Hong Kong -0,79%, indice australiano S&P/ASX +0,31%, Shanghai in calo -1%, indice coreano Kospi +0,54%.

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro oscilla nervosamente per poi tornare sopra la soglia di $1,38, ai massimi in due anni, con un incremento +0,30% a $1,3815, dollaro/yen -0,04% a JPY 97,31. Euro/franco svizzero +0,07% a CHF 1,2299, euro/yen +0,25% a JPY 134,43.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio fa dietrofront rispetto alle ultime ore, con -0,60% a $96,28 al barile, mentre le quotazioni dell’oro +0,46% a 1.340 l’oncia.

ANALISI MERCATI DI MPS CAPITAL SERVICES

Tassi & Congiuntura: in area Euro tassi tedeschi in calo, arrivando sul comparto decennale al minimo da fine settembre. In lieve rialzo il tasso decennale italiano a fronte invece di un marcato calo di quello spagnolo, con lo spread tra i due paesi tornato in prossimitĂ  dei 2pb.

A supportare i titoli spagnoli le indicazioni preliminari della banca centrale sul Pil del terzo trimestre. Nel terzo trimestre il Pil spagnolo ha segnato un incremento dello 0,1%, interrompendo pertanto la lunga sequenza di ben 9 trimestri consecutivi in calo, grazie principalmente al buon comportamento soprattutto della domanda estera.

Questa mattina i Pmi preliminari dell’area di ottobre hanno segnato un andamento lievemente al di sotto delle attese per la componente manifatturiera. Il comparto servizi ha invece segnato un ridimensionamento in assoluto rispetto al mese precedente. In calo anche la fiducia dei consumatori italiani di ottobre.

Ieri il focus degli operatori è stato soprattutto sul pubblicazione della BCE sul cosiddetto “comprehensive assessment”. Si tratta di un processo che inizierà a novembre 2013 e terminerà ad ottobre 2014, ossia il mese antecedente quello a partire dal quale la BCE assumerà il ruolo di supervisore unico. Il processo sarà basato su tre punti: 1) “supervisory risk assessment” ossia una valutazione dei fattori di rischio; 2) “Asset Quality Review” (AQR) ossia revisione della qualità degli attivi; 3) stress test per verificare la tenuta dei bilanci in scenari estremi.

Per il secondo punto (AQR), si farà riferimento ai bilanci al 31 dicembre 2013. In questo caso le banche saranno chiamate ad avere un valore pari all’8% in termini di Common Equity Tier 1. Le modalità ed i parametri con cui verranno invece condotti gli stress test saranno resi noti successivamente.

L’operazione interesserà 128 banche che rappresentano circa l’85% del sistema bancario dell’area, ivi incluse anche le banche della Lettonia che dal 2014 sarà il diciottesimo paese ad entrare a far parte della zona Euro. Oggi inizia il consiglio europeo che avrà al centro dell’attenzione diversi temi tra cui eventualmente anche la discussione del piano per le Pmi.

Negli Usa tassi sostanzialmente stazionari dopo il forte calo successivo alla pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro di martedì scorso. Oggi attesa l’emissione di 7Mld$ di Treasury a 30 anni indicizzati all’inflazione. Da segnalare che ieri la banca centrale canadese ha eliminato dal comunicato successivo alla riunione il riferimento alla possibilità di futuri incrementi del tasso di riferimento. Aumenta pertanto il numero di banche centrali che complessivamente sta ridimensionando l’atteggiamento restrittivo in prospettiva.

Valute: euro stabile nella seduta di ieri con il cambio vs dollaro che, dopo una piccola fase di calo durante la mattinata, si è riportato in prossimità di area 1,38 nel corso della sessione statunitense. In mattinata si sta assistendo ad un andamento piuttosto volatile: ad un iniziale superamento di quota 1,38 ha fatto seguito una rapida inversione dopo la pubblicazione degli indici PMI dell’Area risultati inferiori alle attese soprattutto nella componente servizi.

Per oggi la prima resistenza si colloca sui massimi di seduta a 1,3820, il primo supporto a 1,3720/40. Sul fronte yen, ieri si è assistito ad un apprezzamento della valuta nipponica verso le principali valute in linea con i ribassi generalizzati sulle borse mondiali, mentre oggi si assiste ad un lieve deprezzamento in linea con il rimbalzo della borsa giapponese.

Sull’euro/yen la resistenza si colloca a 135,50, livello massimo della settimana e maggiore valore dal 2009; supporto a 133,60. Sterlina in deprezzamento verso euro con il cambio eur/gbp ai massimi da inizio settembre dopo che i verbali della BoE hanno mostrato un’unanimità nel rifiutare tassi più elevati. Questa sera parlerà il governatore della BoE Carney durante l’evento per celebrare il 125esimo anniversario di FT.

Tra le valute emergenti segnaliamo il deprezzamento del real brasiliano penalizzato dalla decisione della banca centrale di rinnovare solo parzialmente i currency swap che negli ultimi 2 mesi avevano permesso alla valuta brasiliana un forte apprezzamento. In apprezzamento il won sudcoreano, sui massimi da 9 mesi verso dollaro grazie ai capitali in entrata nel paese ed a possibili rimpatri di capitali da parte degli esportatori che anticipano un ulteriore rafforzamento della valuta. Nuovo massimo da 20 anni per lo yuan cinese verso dollaro dopo che il Pmi manifatturiero preliminare di ottobre calcolato da HSBC ha segnalato un’espansione superiore alle attese grazie all’accelerazione dei nuovi ordini.

Commodity: terzo giorno consecutivo di ribasso per l’indice generale GSCI penalizzato dalle vendite che hanno colpito i metalli non ferrosi e gli energetici. Il rame (-2,2%) è calato al ritmo maggiore da 12 settimane penalizzato dall’aumento dei tassi monetari cinesi che ha aumentato i timori sulla domanda. Giornata di vendite anche per entrambe le tipologie di petrolio dopo il forte aumento delle scorte Usa e la produzione del paese salita ai massimi dal 1989. Questa mattina si assiste ad un rimbalzo del Brent e del Wti in linea con la partenza Prese di profitto sui metalli preziosi ieri anche se questa mattina stanno recuperando il terreno perduto con l’oro tornato in prossimità dei 1340$/oncia. Intorno alla parità l’indice settoriale agricolo con andamenti differenziati all’interno del settore.

Azionario: giornata di ieri negativa per le borse europee con gli operatori che hanno preferito prendere profitto dopo il forte rally delle ultime settimane. Il clima negativo già visto in apertura è perdurato per tutta la seduta con i listini che hanno accelerato al ribasso nelle ultime ore di contrattazione. I mercati più penalizzati sono stati quelli periferici, con l’indice Ftsemib risultato il peggiore in Europa a causa delle vendite che hanno interessato il comparto finanziario. La presentazione da parte della BCE dei primi dettagli del processo di revisione dei bilanci bancari ha spinto gli operatori a prendere profitto sui titoli di tale settore vista ancora l’incertezza sui criteri che verranno utilizzati negli stress test previsti. Le vendite hanno interessato quasi tutti i settori all’interno dello Stoxx 600 ad eccezione dell’health care; oltre a quello finanziario tra i più penalizzati troviamo quello tecnologico e telecomunicazioni.

Sul listino italiano, oltre ai titoli del comparto bancario le vendite hanno colpito anche quello industriale con le quotazioni di STM in calo di quasi il 10% (peggior titolo) dopo la deludente trimestrale.

In mattinata apertura in rialzo per i listini europei che recuperano parzialmente parte delle perdite di ieri. Negli Usa seduta in calo per i listini azionari sulla scia del clima negativo visto sui mercati a livello mondiale. Una serie di trimestrali negative, in particolare quella di Caterpillar, hanno contribuito a mantenere tale clima per tutta la seduta. A livello settoriale tutti i comparti all’interno dell’indice S&P 500 hanno chiuso in negativo con le vendite che hanno interessato principalmente i settori energetico e finanziario.

Sul fronte emergente, seduta di ieri in forte calo per l’indice MSCI, la peggiore da quattro settimane. I ribassi hanno interessato tutti i principali indici, in particolare quello brasiliano sceso di quasi il 2%. Durante la notte andamento tendenzialmente positivo per i listini asiatici ad eccezione di quelli cinesi penalizzati dalle continue tensioni sul mercato interbancario locale.

INFORMAZIONE DI STAMPA PER I TITOLI

ENI – In merito ai problemi del campo Wefa della società in Libia, dove la produzione di gas è garantita solo per il domestico mentre non è disponibile per le esportazioni, l’A.D. del gruppo, Paolo Scaroni, ha dichiarato che al momento “non ci sono previsioni di riapertura” .

GENERALI – Secondo quanto riportato dalla stampa, la società starebbe valutando di acquisire per intero Citylife (progetto di sviluppo immobiliare a Milano), di cui detiene attualmente il 67%; il gruppo sarebbe inoltre interessato ad una IPO per BSI a Zurigo.
CREDIT SUISSE – La società ha chiuso il terzo trimestre sotto alle attese; l’utile netto ha comunque registrato una crescita attestandosi a 454MlnF (+79% rispetto all’analogo trimestre dell’anno scorso). Al contrario, i ricavi sono calati a 5,7MldF dai precedenti 5,78MldF.

SANTANDER – Il Banco Santander archivia il terzo trimestre con risultati molto positivi; l’utile netto ha infatti registrato una forte crescita ad oltre 1Mld€ rispetto ai 122Mln€ realizzati nell’analogo periodo del 2012. Stesso andamento per i ricavi, in aumento del 77% a 3,3Mld€.

BOEING – La società chiude il terzo trimestre con un utile netto di 1,2Mld$, in crescita del 20% rispetto all’analogo periodo di un anno fa. Stesso andamento per i ricavi, in aumento dell’11% a 22Mld$ circa. Il gruppo ha rivisto al rialzo le stime sull’utile per l’intero 2013.

CATERPILLAR – La società archivia il terzo trimestre con un utile netto a 946Mln$ dal precedente 1,7Mld$ dello stesso periodo del 2012; anche i ricavi sono diminuiti a 13,4Mld$ dai precedenti 16,5Mld$ circa. Il gruppo ha rivisto al ribasso le stime sia dell’utile che dei ricavi per l’intero 2013.