MILANO (WSI) – “Non aveva versato 180mila euro di Iva a causa della crisi della sua azienda informatica e di quella finanziaria del Paese, avvertendo doverosamente l’Agenzia delle entrate dell’importo dovuto”.
Per questo, spiegano Giulio Martino e Marco Petrone, gli avvocati di un imprenditore milanese, “alla fine del processo con rito abbreviato, l’imprenditore a capo di un’azienda poi fallita è stato assolto dal giudice dell’udienza preliminare, Carlo De Marchi, “perché il fatto non costituisce reato”.
L’imprenditore era stato in un primo tempo condannato con decreto penale a sei mesi di reclusione convertiti in una multa di oltre 40mila euro, dopo che era stata accertata la violazione, segnalata dall’Agenzia delle Entrate.
I suoi difensori, però, si sono opposti al decreto di condanna e hanno chiesto il processo con rito abbreviato per il loro assistito. Il gup ha accolto la tesi sostenuta dagli avvocati, secondo i quali non c’era l’intento di evadere da parte del loro assistito: altrimenti, hanno detto, non avrebbe nemmeno presentato la dichiarazione dei redditi”.
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