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Il vigore insolente dell’euro, estesi i massimi di due anni

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ROMA (WSI) – Tassi & Congiuntura: in area Euro tassi in lieve calo sia sulla parte core sia su quella periferica, in una giornata caratterizzata da volumi bassi per il bund future (poco più di 400.000 contratti scambiati). Nel frattempo il capo dell’eurogruppo Dijsselbloem, in base a quanto riportato dal quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, ha sottolineato come i paesi (nel caso specifico la Francia) che hanno ottenuto più tempo per centrare gli obiettivi di deficit/pil, dovranno impiegare questo tempo per implementare riforme strutturali.

Lo stesso esponente, in un discorso tenuto a Madrid, ha invitato la Grecia ad incrementare gli sforzi per portare avanti i negoziati con la Troika, citando al contempo la Spagna come un esempio positivo di paese in recupero. Infine ha aggiunto di sperare che la Slovenia non diventi un altro paese con necessità di un programma di aiuti. Sul fronte emissioni oggi attese quelle italiane (Bot 6 mesi per 8Mld€) e le ultime per il 2013 da parte della Finlandia sulle scadenze 2018 e 2042 fino a 1,5Mld€.

Come già rimarcato ieri, la settimana delle emissioni si colloca in un contesto piuttosto abbondante di scadenze soprattutto dal lato italiano e spagnolo. Sul fronte BCE, l’attenzione degli operatori è sempre più focalizzata sul calo della cosiddetta liquidità in eccesso. La discesa sotto la soglia dei 200Mld€ sta alimentando tra gli analisti ipotesi di possibili interventi da parte della stessa BCE, tra cui ad esempio anche quella di sospensione della sterilizzazione degli acquisti effettuati attraverso il vecchio programma SMP. Negli Usa tasso T-note decennale in lieve rialzo, confermando la fase di consolidamento dell’area 2,5%. Sul fronte macro, per il quarto mese consecutivo sono risultati in forte calo i contratti preliminari di acquisto di abitazioni a settembre, in seguito principalmente al recente rialzo dei tassi sui mutui. Al di sotto delle attese anche la produzione manifatturiera dello stesso mese. Oggi il focus è sulle vendite al dettaglio di settembre, in attesa dell’esito dell’incontro Fed di domani, tenuto dalla maggioranza degli analisti interlocutorio ma che potrebbe tuttavia offrire qualche spunto in merito alle future mosse in tema di tapering una volta superato l’effetto shutdown. Sul fronte emissioni l’asta sul comparto biennale ha registrato il più alto rapporto di copertura della domanda dallo scorso aprile. Oggi saranno emessi 35Mld$ di titoli a 5 anni.

Valute: euro sempre in prossimità della soglia di 1,38. Primo supporto in prossimità di 1,3740. Lo yen continua ad esibire una bassa volatilità verso le principali valute. Verso euro il cambio resta all’interno del trading range degli ultimi giorni: la resistenza si colloca a 135,50, il supporto a 133,20. Deprezzamento generalizzato per il dollaro australiano dopo che il governatore della RBA, Stevens, ha dichiarato che in futuro il dollaro australiano sarà ad un livello più basso rispetto ad oggi poiché l’attuale valore non riflette i costi e la produttività dell’economia australiana. Apprezzamento anche per il real brasiliano sulla scia della notizia del rinnovo degli swap valutari in scadenza questa settimana da parte della banca centrale. In deprezzamento invece lo yuan cinese verso dollaro. In Cina continuano le tensioni sul mercato monetario nonostante la prima iniezione di liquidità da parte della banca centrale in 2 settimane. Rupia indiana stabile nonostante la banca centrale indiana (RBI) abbia aumentato il tasso di riferimento per il secondo mese consecutivo (dal 7,5 al 7,75%) nel tentativo di contrastare l’accelerazione dell’inflazione, attualmente quasi al 10%. Il rialzo era già scontato dal mercato in base alle indicazioni in arrivo dal consensus di Bloomberg.

Commodity: inizio di settimana positivo per l’indice GSCI ER (0,9%) salito soprattutto grazie al rialzo dell’1,3% dell’indice energetico. Il Brent ha messo a segno il maggior rialzo da 2 settimane (2,5%) grazie al calo della produzione libica legato ad un blocco temporaneo di un giacimento a causa delle proteste di nomadi Tuareg. La produzione dovrebbe tornare alla normalità nelle prossime 24 ore secondo quanto dichiarato dal ministro del petrolio libico Al-Arusi. Rialzo più contenuto per il Wti (0,9%). Questa mattina entrambe le tipologie di greggio sono in lieve calo. Forte ribasso per il gas naturale Usa (-3,7%) su attese di temperature più miti della norma. Intorno alla parità la maggior parte delle componenti dell’indice dei metalli non ferrosi (0,3%) con l’alluminio (0,7%) che si è messo in evidenza. Stabili i preziosi, mentre forti vendite hanno colpito gli agricoli (-1,5%). Ribassi nell’ordine del 2% sono stati registrati dalla soia e dal mais, con quest’ultimo sceso ai minimi da 3 anni. Continua la discesa del caffè arabica (-1,4%) ai minimi da oltre 4 anni.

Azionario: apertura di settimana in tono negativo per i listini azionari europei con gli operatori che hanno preferito continuare a prendere profitto sui titoli del settore finanziario e posizionarsi su comparti più difensivi. La seduta di ieri ha infatti visto nuovamente l’indice Ftsemib ed in particolare l’Ibex risultare tra i peggiori in Europa. Si sono invece mossi in controtendenza i listini britannico e svizzero con quest’ultimo favorito dal rialzo del comparto health care, risultato il migliore settore all’interno dell’indice Stoxx 600.

A livello settoriale le vendite, come già anticipato, si sono concentrate maggiormente sul comparto finanziario ma anche su quello auto, penalizzato da un giudizio negativo sul settore da parte di JP Morgan. In rialzo, oltre all’health care, altri settori difensivi quali utility e telecomunicazioni.

In Italia, l’indice Ftsemib ha chiuso in calo a causa prevalentemente dell’andamento debole del settore bancario ad eccezione di Mediobanca, salita di oltre il 3% dopo la trimestrale. Il buon andamento dei conti societari ha anche spinto al rialzo di oltre il 5% Saipem, miglior titolo del listino ieri. In mattinata apertura positiva per i listini europei con il Ftsemib tra i migliori. Negli Usa, seduta interlocutoria per i principali listini anche se non è mancato l’ennesimo record storico da parte dell’indice S&P500. Gli operatori, alla luce dei recenti livelli raggiunti dai principali indici, preferiscono mantenere un atteggiamento piuttosto cauto in vista anche della riunione della Fed che terminerà domani. A livello settoriale, gli acquisti hanno interessato principalmente il settore dei beni di consumo e telecomunicazioni mentre i maggiori cali hanno colpito materie di base e utility. Sul fronte emergente, inizio di settimana positivo per l’indice MSCI EM con rialzi diffusi in tutte le principali Aree. Tra i migliori troviamo il listino brasiliano (+1,7%) guidato dal balzo di oltre il 3% di Petrobas, dopo la richiesta al governo da parte della società di alzare i prezzi locali del carburante. Durante la notte andamento misto per i listini asiatici: negative la borsa nipponica e cinese mentre sale di oltre l’1% il listino.

INFORMAZIONI STAMPA SUI TITOLI

ENI – Il terminale di Mellitah in Libia, gestito dalla società in joint venture con la National Oil Company Libica, è stato bloccato a causa di nuove proteste; il terminale era stato riaperto solo da un mese circa.

FIAT – La società ha concluso l’acquisizione del 50% di VM Motori detenuta da General Motors; il controvalore dell’operazione è stato di oltre 34Mln€. Il gruppo, che deteneva già il restante 50% della società, controllerà così il 100% di VM Motori S.p.A.

GENERALI – Secondo quanto riportato dalla stampa, Mediobanca dovrebbe ridurre la propria partecipazione nel capitale del gruppo (a meno del 10% dall’attuale 13,2%) nel 2015.

MEDIOBANCA – La società ha chiuso il primo trimestre dell’esercizio fiscale 2013/2014 sopra al consenso degli analisti con un utile netto di 170Mln€. Inoltre, l’A.D. del gruppo Alberto Nagel, ha dichiarato che la banca ha intenzione di uscire dal capitale di Telecom Italia entro giugno del prossimo anno. L’A.D. ha inoltre dichiarato che una fusione con Unicredit non rientra nei piani della società.

SAIPEM – La società controllata da Eni ha archiviato il terzo trimestre con un ricavo di 3,5Mld€ circa, leggermente in calo (-0,8%) rispetto all’analogo periodo dello scorso anno; l’utile netto ha invece registrato un calo più marcato (-59,6%) attestandosi a poco più di 100Mln€. Il gruppo si aspetta per l’intero anno ricavi compresi nel range 12,5-13Mld€.

UNICREDIT – La società ha dichiarato di aver iniziato la cessione di oltre 60Mln di azioni ordinarie di Fondiaria-Sai (pari al 6,7% del capitale) che comprendono l’intera quota detenuta dalla banca nel gruppo.

DEUTSCHE BANK – La banca d’investimento chiude il terzo trimestre con un utile netto di 41Mln€, in calo del 94% rispetto allo stesso periodo del 2012 e mancando le attese degli analisti stimate a 430Mln€. Sul pessimo risultato pesa in parte l’accantonamento di fondi per spese legali (la società è coinvolta nelle indagini relative all’eventuale manipolazione del tasso d’interesse Libor) e la contrazione dei ricavi derivante dall’attività di trading.

UBS – La società archivia il terzo trimestre con un utile netto sopra alle attese a 577MlnF, in forte crescita rispetto alla perdita di oltre 2MldF dello stesso periodo dello scorso anno. La banca ha comunque annunciato che non sarà in grado di raggiungere i target di profitto previsti nel 2015 in quanto le autorità di regolamentazione elvetiche hanno imposto alla società di aumentare i requisiti di capitale; in tal modo, l’Istituto riuscirà a raggiungere un RoE del 15% non prima del 2016 anziché nel 2015.

APPLE – La società ha chiuso il terzo trimestre sopra alle attese degli analisti; i ricavi (37,5Mld$) sono in crescita del 4% rispetto all’analogo periodo di un anno prima, mentre l’utile netto è in calo a 7,5Mld$ dagli 8,2Mld$ registrati un anno fa. Il gruppo statunitense prevede un ricavo compreso nel range 55-58Mld$ per il primo trimestre dell’anno fiscale.

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