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Rischio deflazione complica ripresa: Bce pronta a tagliare

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SIENA (WSI) – Tassi & Congiuntura: in area Euro forte calo dei tassi di interesse lo scorso giovedì, in parte ridimensionatosi nella giornata di venerdì per la sola Germania. Il focus degli operatori si è spostato drasticamente sul tema inflazione, dopo i dati preliminari di ottobre che hanno visto l’inflazione riportarsi allo 0,7%, pari al minimo dal novembre 2009. A comportare il calo soprattutto la componente energetica, scesa dell’1,7% su base annua,oltre ad un marcato rallentamento della componente alimentare, alcolici e tabacco (da +2,6% a +1,9% a/a). A livello di singoli paesi, Italia, Spagna, Cipro ed Irlanda presentano inflazione al di sotto dell’1% con la Grecia in persistente territorio negativo (-1%).

L’andamento dell’inflazione ha alimentato le attese di possibile taglio dei tassi da parte della BCE già il prossimo giovedì, sebbene non manchi chi indica invece come più probabile la riunione di dicembre, quando saranno aggiornate le stime dello Staff BCE. L’area periferica, maggiormente interessata dal ridimensionamento dell’inflazione è stata anche quella che ha registrato i cali più marcati dei tassi, con conseguente restringimento degli spread. La Spagna inoltre questa mattina sta beneficiando anche del miglioramento dell’outlook sul debito da parte di Fitch (da negativo a stabile). Aumentano anche le attese di nuove manovre BCE finalizzate ad iniezioni di liquidità, in corrispondenza del rapido ridimensionamento della liquidità in eccesso (scesa sotto i 160Mld€), in seguito principalmente ai rimborsi anticipati delle operazioni LTRO. Lo scorso venerdì la BCE ha annunciato che il prossimo mercoledì saranno rimborsati complessivamente 10,65Mld€, pari all’importo maggiore dallo scorso aprile.

La settimana che si apre sarà densa di emissioni governative da Austria, Francia, Spagna, Germania ed Italia. Il focus sull’inflazione ha interrotto la correlazione positiva tra tassi tedeschi e quelli dei T-note di analoga scadenza. Negli Usa infatti il focus è ritornato sulla tempistica di partenza del tapering, comportando un rialzo dei tassi. Diversi analisti cominciano infatti a prender in considerazione l’ipotesi di una partenza nel mese di dicembre o gennaio. In tal senso spingerebbero: 1) l’assenza di riferimento all’impatto dello shutdown nel comunicato del recente meeting Fed di fine ottobre; 2) alcuni dati macro migliori delle attese, come ad esempio l’indice ISM manifatturiero di ottobre; 3) le dichiarazioni di alcuni membri Fed tra cui Bullard che ha fatto riferimento alla ripresa del tapering nel caso di miglioramento del mercato del lavoro. Questa settimana sono attesi i dati sul mercato del lavoro di ottobre, che probabilmente risentiranno dell’effetto shutdown, rimandando il test più attendibile sul fronte occupazionale ai dati in pubblicazione ad inizio dicembre. La Fed nel frattempo ha annunciato che gli stress test sui bilanci bancari riguarderanno 30 istituti con pubblicazione dei risultati nel mese di marzo.

Valute: euro in marcato deprezzamento verso dollaro a partire dallo scorso giovedì. A contribuire a tale andamento in area Euro il focus sul tema inflazione in forte calo e negli Usa l’ipotesi di inizio tapering prima del mese di marzo, ossia il periodo dove si collocava il consenso di mercato prima della recente riunione Fed di fine ottobre. L’aggiornamento delle posizioni speculative al 22 ottobre, ha evidenziato un incremento di quelle a favore di un apprezzamento dell’euro, rimanendo però leggermente al di sotto dei precedenti record storici. L’area 1,34 rappresenta il primo livello di supporto importante prima della riunione BCE di giovedì. Andamento misto per lo yen negli ultimi giorni. Verso dollaro la valuta nipponica si è leggermente deprezzata, mentre verso euro si è apprezzata complice il calo marcato dell’euro/dollaro. Per questa settimana i supporti sull’euro/yen si collocano a 132,60 e 131, la resistenza principale continua a posizionarsi a 135,50. Oggi i mercati giapponesi sono chiusi per festività. Euro/sterlina in prossimità dei minimi da metà ottobre, poco sopra il supporto 0,8430. La sterlina si è invece marcatamente deprezzata verso il biglietto verde lo scorso venerdì.

Segnali di ottimismo arrivano però sul fronte crescita UK: la Confindustria britannica ha leggermente aumentato le stime sul PIL 2013 e 2014. Dollaro australiano in apprezzamento verso quasi tutte le principali valute mondiali stanotte grazie ai buoni dati sulle vendite al dettaglio, aumentando così le probabilità di un nulla di fatto nella riunione di domani della banca centrale. Tra le valute emergenti prosegue la debolezza del rand sudafricano penalizzato dal deficit commerciale di settembre maggiore delle attese. In calo anche il real brasiliano penalizzato dal minore interventismo della banca centrale e dal deficit di bilancio di settembre.

Commodity: la scorsa settimana è stata caratterizzata da un calo generalizzato degli indici settoriali del GSCI ER, con i ribassi più marcati che hanno interessato il comparto agricolo (-3,3%) ed i preziosi (-3%). Ribasso anche per il settore energia (-1,8%), mentre i metalli non ferrosi (-0,4%) hanno registrato un calo limitato. Lo scorso venerdì marcato calo del prezzo del greggio (Wti -1,8%; Brent -2,7%) causato dall’apprezzamento del dollaro e dal rialzo delle scorte Usa. In ribasso anche l’oro ai minimi da due settimane penalizzato anch’esso dall’andamento del dollaro e dai timori di una Fed meno accomodante. Tra gli agricoli continua la discesa del mais che ha toccato i minimi da 3 anni su attese di produzione Usa record. Cali limitati per i metalli non ferrosi.

Azionario: seduta di venerdì all’insegna dell’incertezza per i listini azionari europei in un contesto di volumi comunque molto bassi rispetto alla media dell’ultimo mese. Tutti i principali indici hanno chiuso la seduta in calo con le vendite maggiori che hanno interessato i listini periferici ed in particolare il Ftsemib. L’unico listino che è riuscito a chiudere leggermente in rialzo è stato il Ftse100 favorito dal balzo di oltre il 3% messo a segno da Vodafone su voci di un possibile interessa da parte di At&t per acquisire la società di telecomunicazioni britannica. Nonostante l’andamento negativo dell’ultima giornata, i listini europei sono riusciti comunque a chiudere la quarta settimana consecutiva in rialzo. Il listino migliore è risultato quello italiano che ha beneficiato principalmente del buon andamento di ENI (+2,8%) dopo i positivi conti trimestrali. A livello settoriale, all’interno dello Stoxx 600, la settimana ha visto un andamento tendenzialmente positivo che ha visto favoriti i titoli del settore telecomunicazioni, tecnologico ed energetico. Prese di profitto hanno invece interessato i settori real estate e risorse di base. In Italia, l’indice Ftsemib, nonostante la chiusura negativa di venerdì, è riuscito comunque a chiudere la settimana risultando il migliore tra i listini europei con un guadagno di oltre l’1%. Al suo interno si è visto un andamento positivo per i titoli del comparto bancario, mentre le vendite hanno colpito soprattutto Fiat dopo i deludenti conti trimestrali. In mattinata apertura positiva per i listini europei. Negli Usa, la seduta di venerdì ha visto i principali indici recuperare leggermente dopo le vendite delle giornate precedenti. Dopo i recenti massimi storici segnati dai principali indici, gli operatori potrebbe iniziare a mantenere un approccio più cauto in vista anche di conoscere le future mosse della FED. La stagione delle trimestrali infatti sta per concludersi con un andamento molto positivo in termini di utili mentre quello dei ricavi non è risultato altrettanto brillante. Sul fronte emergente, seconda seduta consecutiva in calo per l’indice MSCI EM che ha quasi azzerato i guadagni delle giornate precedenti andando a chiudere la settimana intorno alla parità. Le vendite hanno colpito principalmente il listino turco e quello brasiliano, mentre è proseguito il tono positivo dei listini asiatici, in particolare quello indiano. In mattinata andamento tendenzialmente negativo per i mercati asiatici in una seduta caratterizzata dall’assenza degli operatori giapponesi. In calo i listini coreano ed australiano, in lieve rialzo quello indiano.

INFORMAZIONI STAMPA SUI TITOLI

ALITALIA – Secondo quanto riportato dal Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, la società russa Aeroflot sarebbe interessata al gruppo italiano; la stampa cita inoltre Etihad Airways e Hainan Airlines come altre potenziali aziende interessate ad Alitalia. Nel frattempo Air France-Klm ha dichiarato di voler ridurre la propria quoto detenuta nella compagnia di bandiera italiana dal 25% allo 0%.

CNH INDUSTRIAL – La società archivia il terzo trimestre con un utile netto di 248Mln€, in calo rispetto ai precedenti 291Mln€ registrati nello stesso periodo di un anno fa. Stesso andamento per i ricavi (-1,5%) che si sono attestati a 6,2Mld€ circa; l’indebitamento netto industriale del gruppo è in crescita di quasi 230Mln€ a 2,5Mld€ circa a fine settembre. La compagnia ha confermato gli obiettivi per l’anno in corso; in particolare la società si aspetta ricavi in crescita tra il 3% ed il 4% ed un indebitamento netto industriale compreso nel range 1,4-1,6Mld€.

PIRELLI – La società presenterà il prossimo 6 novembre il nuovo piano industriale. Secondo alcune indiscrezioni pubblicate da La Repubblica, la società potrebbe fissare un target di 1,2 Mld€ di risultato operativo al 2017 con 7,7 Mld€ di fatturato.

FIAT – Le vendite di auto ad ottobre di Chrysler in Usa sono cresciute dell’11% a/a a 140mila unità, con quota di mercato in crescita del 10% a 1,2 mln.

GENERAL MOTORS – La società ha chiuso il mese di ottobre con vendite negli Usa a 226mila unità circa, in crescita di quasi il 16% rispetto all’analogo periodo di un anno prima.

MASTERCARD – La società chiude il terzo trimestre con un utile netto sopra alle attese a quasi 880Mln€, in crescita del 14% rispetto all’analogo periodo del 2012. Stesso andamento per i ricavi, in crescita del 16% a 2,2Mld€.

OVERVIEW DELLA SETTIMANA

Area Euro: Riunione BCE e conferenza stampa di Draghi (giovedì)

· Germania: Ordinativi e produzione industriale di settembre (mercoledì e giovedì)

· UK: Riunione BoE (giovedì)

· Usa: ISM Non Manifatturiero ottobre (martedì), prima lettura PIL terzo trimestre (giovedì) e dati sul mercato del lavoro di ottobre (venerdì)

· Cina: Bilancia commerciale (venerdì) e Inflazione ottobre (sabato)

· Australia: Riunione RBA (martedì)

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