ROMA (WSI) – Tasse sulla casa, aumento della no tax area, cessione delle spiagge, ridefinizione dello sconto sul costo del lavoro. Si scalda subito il confronto sulla legge di stabilità, prima ancora che gli emendamenti vengano discussi in commissione Bilancio del Senato, cosa che inizierà oggi, mentre da mercoledì partirà il voto.
Il contenuto delle proposte dei diversi partiti, al di là di alcuni punti su cui c’è convergenza, fanno presagire alta tensione tra l’impostazione del Pdl, tutta incentrata sulla casa, e quella del Pd, più orientata ad alleggerire le tasse sul lavoro.
E non faciliterà il confronto il Consiglio nazionale del Pdl di sabato, al quale l’ala legata ad Alfano non potrà presentarsi avendo mostrato in settimana un atteggiamento remissivo sui temi cari al centrodestra. A far discutere sara’ anche la rottamazione delle cartelle esattoriali, una sanatoria, che il relatore del Pdl, Antonio D’Ali ha proposto: darebbe 800 milioni da utilizzare per eliminare il blocco della deindicizzazione delle pensioni medie. ”Non ci sono le condizioni”, ha detto il ministro dello stesso partito, Maurizio Lupi.
Letta e Saccomanni hanno comunque ribadito l’apertura ai ”miglioramenti” che il Parlamento vorrà apportare al provvedimento. Saccomanni, come il suo vice Stefano Fassina, hanno detto di non temere l’alto numero di emendamenti presentati, oltre 3.000. Come ha osservato Maurizio Gasparri (Pdl), moltissimi risulteranno inammissibili, ed anche il capogruppo del, Luigi Zanda, ha fatto sapere che i Democratici lasceranno cadere l’80% dei loro emendamenti (in tutto 900), in pratica quelli depositati dai singoli parlamentari.
Ciò che preoccupa l’esecutivo è il contenuto delle proposte a cominciare da quella inaspettatamente bipartisan di alzare la “no tax area “fino a 12.000 euro, proposta tanto da Pd che dal Pdl e subito bocciata da Fassina perché troppo costosa. In realtà si tratta di un cosiddetto “emendamento civetta”, depositato per far capire l’intento battagliero, in modo da strappare poi al governo qualche altra cosa.
“E’ presto” per parlare di intesa tra Pd e Pdl sull’ampliamento della ‘no tax’ area per i redditi fino a 12mila euro, ha detto il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, che boccia l’idea: l’operazione, afferma, è “molto costosa e non è finalizzata soltanto ai redditi più bassi”.
“Ci sono emendamenti che offrono convergenze – aggiunge il viceministro Pd – ma mi sembra che una discussione per definire intese non vi sia”. A chi chiede se comunque sia personalmente favorevole alla proposta, Fassina replica affermando che “su questo punto il Governo ha dato al Parlamento ampia disponibilità di rivedere l’area dei beneficiari della riduzione fiscale concentrandola sui redditi più bassi”.
“Da come ho capito gli emendamenti – aggiunge – temo che l’operazione sia molto costosa e non finalizzata soltanto ai redditi più bassi. Essendo un innalzamento della ‘no tax area’ riguarda tutti. Non sono sicuro che sia il modo migliore per utilizzare le scarse risorse che abbiamo. Ne discuteremo nei prossimi giorni. Io le dirotterei su quella parte di lavoratori e famiglie più in difficoltà. Purtroppo abbiamo poche risorse. Aumentare la ‘no tax area’ vuol dire darle anche a chi ha un milioni l’anno di reddito. E non mi sembra una priorità oggi”.
La vendita delle concessioni balneari per fare cassa, proposta dal Pdl con un emendamento alla Legge di Stabilità, “non è nell’interesse del paese”, cosi’ Fassina che ha evidenziato come non è ”in linea” con il programma del governo.
“L’alienazione di demanio marittimo non è in linea con il programma del governo – dice – Non risolve i problemi finanziari, perché le risorse andrebbero prevalentemente a riduzione del debito quindi non possono essere utilizzate per ridurre le tasse su lavoro, imprese o casa. Non credo sia nell’interesse del paese oggi alienare parti di demanio marittimo”.
Anche se restano difficoltà per finanziare la cassa integrazione in deroga, il compromesso raggiunto per evitare il pagamento della seconda rata dell’Imu “va rispettato” perchè raggiunto da un governo di coalizione e tutta la questione è “un capitolo chiuso”, ha spiegato il viceministro dell’economia Fassina.
”Spetta ora al Parlamento” approvare la legge di Stabilità ”apportando tutti i miglioramenti che saranno ritenuti opportuni nel rispetto dei saldi programmatici”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni all’inaugurazione dell’anno di studi della scuola di polizia tributaria della Gdf. ”Non ci spaventa l’alto numero di emendamenti che saranno tutti valutati”. Per conseguire gli obiettivi di crescita e di riforma ”è fondamentale che rimangano condizioni di stabilità politica”.
Ha affermato Saccomanni sottolineando che è ”indispensabile” per ”sostenere la fiducia dei mercati”. ”Non abbiamo a disposizione soluzioni semplici per reperire ulteriori risorse e concedere sgravi fiscali più ampi. A tal fine sarà cruciale il processo sistematico di revisione della spesa”, ha affermato il ministro dell’Economia.
La lotta all’evasione ”acquisisce una sensibilità mai provata” quando si agisce ”nei confronti di imprese, persone e famiglie messe a dura prova da anni di crisi”. Così Saccomanni plaudendo all’operato della Gdf, ”vera garanzia che la mano dello Stato sia tanto ferma quanto calibrata”.
E i sindacati si mobilitano per chiedere di cambiare la legge di stabilità che, ad ora, giudicano ingiusta e insufficiente. Sono partiti gli scioperi di quattro ore proclamati unitariamente da Cgil, Cisl e Uil, articolati a livello territoriale fino a venerdì, e sono cominciati gli incontri dei segretari generali con i capigruppo dei partiti sollecitati dagli stessi sindacati.
Diminuire “realmente” le tasse a lavoratori dipendenti, pensionati ed imprese che creano “buona occupazione”, destinando a questo obiettivo le risorse che si possono trovare tagliando la spesa pubblica improduttiva (e gli sprechi) e aumentando la tassazione sulle rendite finanziarie: da qui parte la richiesta di modifica della legge di stabilità su cui Cgil, Cisl e Uil insistono. (ANSA)