MILANO (WSI) – Piazza Affari ha terminato la seduta con un sensibile ribasso, zavorrata dalle vendite sui bancari malgrado il buon esito dell’asta odierna di titoli di Stato. Negative, in misura inferiore, anche le altre Borse europee sui timori che la Fed riveda il piano di sostegno all’economia. L’indice Ftse Mib ha ceduto l’1,43% a 18.733,0195 punti, il Ftse All Share è sceso dell’1,37% a 19.921,0391 punti. Poco variato lo spread tra i rendimenti di Btp e Bund decennali, che si è attestato sui 238 punti base.
Tra le borse europee: Londra chiude in deciso ribasso, con l’indice FTSE-100 che va giù dell’1,44% a 6.630,00 punti. A Parigi, l’indice Cac 40 segna -0,56% a 4.239,94 punti. L’indice Ibex della Borsa di Madrid chiude in calo dello 0,33% a 9.675,20 punti. Chiusura in lieve calo per la Borsa di Francoforte (-0,24%) con l’indice Dax a 9.054,83 punti.
Tra le blue chip, maglia nera a Mediaset, franata del 7,46% a 3,5 euro all’indomani della diffusione dei conti del trimestre. Giù poi i titoli bancari, con Banco Popolare -6,09%, Mediobanca -4,57%, UniCredit -4,49%, Bpm -3,56%, Intesa Sanpaolo (-2,32% nel giorno della diffusione dei conti del terzo trimestre), Mps -1,12%. Molto brillante, all’opposto, World Duty Free, con un exploit del +4,42% a 8,27 euro. Bene anche Ansaldo Sts (+1,82%).
All’indomani dell’asta di Bot a 1 anno per 6,5 miliardi di euro, emessi nella sessione odierna BTP a 3 e 30 anni con un risultato che si può considerare positivo. In particolare, i tassi a tre anni sono scesi al minimo dal marzo del 2010 e la domanda è stata tutto sommata buona. Ma il trend sembra essere stato già anticipato dai mercati.
Non sono buone le notizie che arrivano dal fronte economico italiano. Mentre il premier Enrico Letta parla di fiducia nella ripresa, arriva la doccia fredda di Bankitalia, che ha reso noto che il debito pubblico ha testato un nuovo record a settembre, oltre 2.068 miliardi.
Notizie no anche dal versante europeo; in calo la produzione industriale, a picco gli ordinativi dei beni durevoli. Di fatto, in Eurozona, la produzione industriale è scesa -0,5%, il doppio della flessione attesa dal consensus. In Italia la produzione ha invece segnato appena +0,2%.
Il tutto mentre l’aera periferica rischia di attrevarsare una fase di deflazione. Oltre al travagliato Stato ellenico, anche Irlanda, Cipro, Portogallo e Spagna stanno scivolando verso la pericolosa discesa dei prezzi, stando agli ultimi dati macro di ottobre che evidenziano computi negativi. Pur ancora con il segno più, l’inflazione è scesa ai livelli più bassi degli ultimi quattro anni in Italia. Se da un lato potrebbe trattarsi di un sollievo per i consumatori sul breve termine, al contempo rischia di abbassare alla lunga i redditi e ridurre i redditi delle imprese.
Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib, attenzione a BPM, dopo che la banca ha comunicato di essere tornata in utile nei primi nove mesi del 2013 a 134,4 milioni, rispetto a -105,9 milioni dei primi nove mesi del 2012.
Ripiega nel finale Ubi Banca dopo la trimestrale, che ha messo in evidenza un valore quasi raddoppiato degli utili a 49 milioni di euro, mentre il Core Tier 1, che misura la solidità patrimoniale della banca, si è attestato al 12,5%.
Raffica di giudizi positivi su Mediaset dopo la pubblicazione del bilancio; promozione anche per Finmeccanica, il cui target sul prezzo è stato rivisto al rialzo. Ma il titolo è ingessato.
La comunità degli analisti si è espressa inoltre su Enel; Vittoria Assicurazioni; bene World Duty Free sulla scia di una valutazione positiva.
In generale, l’indice di riferimento europeo Stoxx 600 Index riporta una performance all’insegna della debolezza, dopo essere salito per cinque settimane consecutive. L’attenzione degli investitori è sulla stagione degli utili trimestrali.
“Siamo vicini alla fine della stagione degli utili, che ha presentato sia luci che ombre – ha commentato in una intervista a Bloomberg Andreas Lipkow, strategist senior dei mercati presso Kliegel & Hafner AG a Berlino – Nei prossimi giorni, le richieste dei sussidi di disoccupazione e i dati relativi al settore manifattiero degli Stati Uniti forniranno maggiori informazioni sui piani della Fed. Tutti si stanno chiedendo quando inizierà il tapering e c’è nervosismo sul mercato”. Timori tapering Fed, dunque, sempre in primo piano.
Gli economisti prevedono comunque che la Fed posticiperà la decisione di smorzare gli acquisti di Treasuries e di titoli legati ai mutui – che al momento effettua per un valore di $85 miliardi al mese – fino al marzo del 2014. Secondo gli esperti intervistati da Bloomberg lo scorso 8 novembre, la riduzione degli acquisti, in un primo momento, dovrebbe essere di $15 miliardi, da $85 a $70 miliardi al mese. Il prossimo meeting del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, si svolgerà il 17-18 dicembre.
Intanto il segretario al Tesoro Usa Jack Lew, in una intervista rilasciata a Cnbc, ha affermato che il “mondo non può fare affidamento sugli Usa affinché sostengano l’economia globale”. Continuando, Lew ha affermato che il “messaggio che voglio comunicare con questa conversazione è che è necessario guardare al modo in cui viene raggiunta una crescita sostenibile, e ciò vale sia in Asia che in Europa. La crescita della domanda è un fattore cruciale. E la crescita americana non può sostituirla”.
Male l’azionario asiatico, causa anche la delusione per la riunione plenaria che si è svolta in Cina. Le banche sono scivolate a Hong Kong dopo che il terzo meeting della Cina, durato quattro giorni, non ha affrontato in profondità le questioni inerenti sul sistema finanziario.
L’indice Hang Seng di Hong Kong ha perso -1,69%, chiudendo al minimo dallo scorso 4 settembre. Hao Hong, strategist di Bocom International Holdings a Hong Kong, ha affermato che, “a giudicare dalla reazione degli investitori, c’è delusione” per l’esito del plenum del Partito comunista. Pochi dettagli insomma, ma è vero che i leader cinesi hanno auspicato una politica basata sulla minore presenza dello Stato, e dunque su un maggior ruolo da attribuire al mercato.
L’indice Shanghai Composite è scivolato al minimo dallo scorso 23 agosto con una perdita -1,83%. Altri indici asiatici: australiano S&P/ASX 200 -1,37%, indice coreano Kospi -1,60%.
ALTRI MERCATI: euro -0,16% a $1,3415; dollaro/yen -0,08% a JPY 99,54; euro/franco svizzero -0,06% a CHF 1,2317; euro/yen -0,24% a JPY 133,52.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio +0,27% a $93,29 al barile, quotazioni oro +0,25% a $1.274,40.