LEGNANO (WSI) -In un contesto di generale povertà di dati macroeconomici e di temi di fondo che non vedono alcuna variazione sostanziale, vale la pena da un punto di vista squisitamente operativo valutare dove possano avvenire i movimenti di prezzo più degni di nota dati i livelli tecnici significativi (vedi UsdJpy) e dove le poche news possono portare volatilità (vedi la sterlina dei giorni scorsi).
Sterlina ancora protagonista
Dopo la pubblicazione dei dati relativi all’inflazione di martedì, registrata al 2.2% contro attese di 2.7%,e del tasso di disoccupazione di mercoledì, rilasciato al 7.6% contro un precedente 7.7%,è stato ieri il turno delle Vendite al Dettaglio che su base annuale hanno fatto registrare una flessione all’1,8% rispetto ad attese di 3% ed a un dato precedente rivisto in negativo al 2%.
Ciò in prima istanza ha causato vendite di pound che ha però confermato la sua forza relativa, in particolare contro il dollaro americano, laddove il cambio GbpUsd non ha mai neanche messo in discussione l’area di supporto cruciale sotto 1,59 ma anzi, dopo vendite di brevissimo fino a 1,5980, è ripartito al rialzo fino a sfiorare la soglia di 1,61 il quale potrà restare un obiettivo intraday assolutamente verosimile.
La settimana calda per la sterlina è perciò terminata ma, per un fine di utilità per i prossimi giorni, consente di trarre un sottostante segnale di tenuta del pound che dunque, a fronte di una politica monetaria già segnata e di fondamentali che non vanno a deteriorarsi, potrà ancora essere destinatario di flussi di liquidità in acquisto che potranno e dovranno essere sfruttati operativamente nella ricerca di quei cambi che lo vedono in posizione di forza relativa rispetto ad altre valute le cui economie mostreranno release macro deludenti e tali da permettere spostamenti eventuali nelle scelte di politica monetaria nei rispettivi istituti centrali di emissione.
Il Governatore cambierà, le parole no
Ci riferiamo naturalmente alla Federal Reserve e al suo neo-Governatore Janet Yellen, che subentrerà a Ben Bernanke a partire da febbraio alla guida della Banca Centrale degli Stati Uniti. La Yellen, che ieri ha tenuto una testimonianza davanti alla commissione bancaria del Senato, ha infatti ribadito concetti dei quali si è già ampiamente sentito.
In buona sostanza, e questa non è di certo una sorpresa, si è ribadito che la politica monetaria della Fed resterà accomodante e che verrà ritirata al momento giusto, rivendicandone ad ora la bontà. Non vengono infatti intravisti rischi alla stabilità finanziaria, disallineamenti dei prezzi né un eccessivo accumulo di leva finanziaria con conseguente rischi di bolle. E ancora una volta, il famoso tapering, che vedrebbe la riduzione a step dell’attuale Quantitative Easing 3 da 85 miliardi di dollari al mese, arriverà solo quando la crescita sarà stabile e vi sarà uno stabile miglioramento del mercato del lavoro, sebbene naturalmente si sia ammesso che la sua durata non potrà di certo essere perpetua.
Dunque nulla di nuovo come era lecito aspettarsi. Dal punto di vista del mercato valutario, le conclusioni estraibili sono ancora una volta per quella che è una comoda e funzionale debolezza relativa del dollaro americano in quello che perdura essere una guerra tra valute in cui, dati disoccupazioni dilaganti e conseguente depressione dal punto di vista delle domanda interna, ciascun area economica tenta di rimanere a galla deprezzando la propria valuta per mantenere alta la voce esportazioni. Perfino l’euro, che non ha esattamente una banca centrale che assolve a tutte le funzioni che ad una banca centrale dovrebbero competere, ha visto il taglio ulteriore del tasso di riferimento ed è riuscita, per quanto resta in posizione di grande forza, a perdere terreno nei confronti delle altre divise.
L’Eurodollaro viene perciò ad essere, in questo momento, la risultante di una lotta tra deboli a rendimenti nulli ma con liquidità diverse in circolazione e dunque che ancora difficilmente si risolverà a favore del biglietto verde che dunque potrebbe tornare ad essere venduto per acquistare euro. Anche oggi l’agenda macroeconomica resterà piuttosto scarna e varrà perciò la pena di restare focalizzati sui punti tecnici nell’ambito di una selezione accorta (come indicavamo in introduzione) degli strumenti finanziari che presentano i migliori quadri grafici.
QUADRO TECNICO
EurUsd: ci stiamo muovendo ancora all’interno di quella che può essere definita una correzione che assume le sembianze di flag che si è formata su precisi minimi crescenti; dal punto di vista dei massimi si nota invece una certa discontinuità che, unita alla sostanziale tenuta di 1,35 come resistenza, indurrebbe a pensare a possibili discese una volta superata la media mobile esponenziale a 21 periodi del grafico a 4 ore e naturalmente la trendline crescente di congiunzione dei minimi a 1,3420 per riprese di 1,3385 ed eventualmente dei minimi relativi a partire da 1,3330. 1,3420 resta perciò ancora area di acquisti per target a 1,35 il quale, se rotto naturalmente, prospetta l’1,3525.
UsdJpy: molto significativa la long white sul daily del cambio che sembra poter restituire rinnovata forza al movimento up del prezzo ben approdato in area 100,20. Vale la pena di considerare ora il formarsi di divergenze regolari ribassiste tra prezzo e l’oscillatore stocastico su time frame a 4 ore e 1 ora. Su quest’ultimo ci troviamo nei pressi della media mobile a 21 periodi che potrebbe nel breve respingere il prezzo da area 100 per leggere risalite che se falliscono nuovi massimi del prezzo, si arresterebbero permettendo al pattern sul 4 ore di ben scaricarsi fino a 99,80 e 99,60 in estensione per target ideali a 99,40. Da seguire particolarmente l’eventuale approdo a 99,80 che potrebbe portare a riprese della tendenza per i massimi relativi a 100,20 e a quelli ancora più significativi a 100,60.
EurJpy: ancora regolare il cross nella sua salita fino al doppio massimo in area 135, con uno stocastico che sul 4 ore fornisce la possibilità di ritracciamenti oltre 134,50 verso 134,20 in primo luogo. Non ancora attivo tuttavia il segnale short, vale la pena di ragionare in scia all’uptrend per acquisti in area 134,50 per il 135 e restare in parte in posizione per eventuale break dei massimi verso il primo 135,20 e l’ideale 134,50. L’area compresa tra 134 e 133,75 resta quella cruciale come supporto.
GbpUsd: come detto nella prima parte, resta confermata la forza del pound che appare da un punto di vista tecnico capace di riprendere area 1,61 per riprese di 1,6120 da cui pensare, fermo restando eventuali segnali in questo senso, di vendere. La prima area di supporto è data dal pivot daily a 1,6050, completata dal livello di 1,6025.
AudUsd: candele daily controverse sul cambio che testimoniano però l’importanza di 0,9270 come supporto e l’area compresa tra 0,9370 e 0,9390 come resistenza. Non particolarmente chiaro il quadro tecnico intraday, così come i punti dove sfruttare un rapporto rischio/rendimento ottimale. Manteniamo perciò i riferimenti sopracitati individuando il supporto intermedio a 0,9345 utile da poter sfruttare in rottura su eventuali incrementi di volatilità verso le aree di interesse.
Ger30 (Dax): ancora tonico l’indice tedesco che si trova su punti delicati di resistenza sulla quale potrebbero in finale di settimana paventarsi prese di profitto per ripresa di 9.100 e 9.070. Da un punto di vista tecnico va però valutato prima il 9.120 che potrebbe permettere nuovamente acquisti in ottica 9.154 ed eventuali massimi visti la settimana scorsa. Con cautela le operazioni corte al di sotto di questo livello a step di 20-25 punti.
XauUsd (oro): oro ancora compreso nel canale discesista intrapreso a fine ottobre, all’interno del quale ci troviamo in una correzione vicina ora al livello dinamico e statico a 1.294/6. Il grafico a 4 ore segnala una potenziale divergenza inversa ribassista con lo stocastico da non implementare se non al superamento al ribasso di 1.284 per veloci prese di profitto a 1.277 e valutazione di estensioni a 1.269. 1.296 punto ideale per buy stop verso 1.305.
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