Economia

Rehn: “Ue ora può pensare alla crescita”

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ROMA (WSI) – In Europa “dobbiamo continuare il consolidamento” delle finanze pubbliche, ma visto che “negli ultimi 2 anni gli squilibri si sono dimezzati, ora possiamo rallentare” e “ci possiamo concentrare sulle misure per la crescita, in particolare la fiscalità”. Così Olli Rehn in una audizione della commissione Economica-Lavoro del parlamento Ue.

La possibilità per l’Italia di utilizzare la clausola per gli investimenti nella finanziaria “dipenderà dalla spending review o altre decisioni” che diano spazio di manovra “sotto il 3%” di deficit. Quindi “ora la palla è nel campo dell’Italia ed essenzialmente del suo Parlamento”.

“Ripristinare i prestiti bancari all’economia deve essere la priorità della politica”. Rehn ha affermato che è “capitale ridurre il debito delle famiglie e della società” ma anche “costruire buffer bancari e trovare forme alternative per i finanziamenti delle imprese”, provvedimenti “vitali per tornare ad una crescita forte e robusta”, per i quali “serve la cooperazione di tutti gli stati membri, nonché della Bei e della Bce”.

“Per Italia e Finlandia c’è rischio di inosservanza” delle condizioni macroeconomiche. Olli Rehn ha ribadito in una audizione parlamentare il giudizio sulle leggi di bilancio emesso la settimana scorsa, ricordando che “solo Germania e Estonia” le “osservano in pieno” e che “il Belgio le rispetta bene e in primavera forse uscirà dalla procedura per deficit eccessivo”.

COTTARELLI, TAGLI MIRATI A INEFFICIENZE, TASSE GIU’ – “Il nostro approccio è quello di guardare a tutti i settori, quello che posso garantire è che non si tratterà di tagli lineari, ma di tagli mirati che andranno a vedere le aree di inefficienza e le aree in cui ci sono attività che non sono prioritarie per il cittadino”. Lo ha detto il commissario per la Spending Review Carlo Cottarelli al Tg1. L’esercizio della Spending Review è “molto diverso dal passato”, innanzitutto perchè viene “indicato un obiettivo chiave su come si utilizzeranno i risparmi”, ovvero “per ridurre la tassazione sul lavoro per la maggior parte”. (ANSA e Rainews)