NEW YORK (WSI) – In Europa si brinda al continuo calo degli spread dei paesi periferici, sull’orlo del collasso fino a due anni fa, e alla riduzione contestuale dei rendimenti dei bond.
La stessa Italia, “in considerazione dell’ampia disponibilità di cassa e delle ridotte esigenze di finanziamento”, decide di cancellare alcune aste di BTP, previste per l’anno in corso.
La tensione e l’allarme default sono sicuramente rientrati ma c’è un grafico che mostra come qualcosa non vada proprio nel mercato obbligazionario dell’Eurozona e che porta alcuni commentatori americani ad affermare che il comparto europeo dei bond è praticamente “morto”. Di fatto, a partire dal salvataggio della Grecia, i volumi di trading dei titoli di stato greci – dunque la liquidità – sono letteralmente collassati, a un livello praticamente uguale allo zero.
Un particolare che la stampa sta praticamente ignorando, visto che la maggior parte degli economisti interpreta il basso livello, in generale, dei rendimenti dei paesi dell’Eurozona più indebitati alla stregua di un segnale di “ripresa”; ma il sospetto è che invece l’intero mercato sia – come quello azionario – decorrelato dai fondamentali, insomma “artificiale”, in quanto sostenuto principalmente dalle misure di LTRO con cui la Bce ha erogato finanziamenti alle banche, portandole a imbottirsi di titoli di stato e dunque a far lievitare il loro valore.
Una farsa targata anche OMT, il programma finora fantasma nato con la promessa della Bce di Mario Draghi di acquistare bond di paesi in difficoltà in misura illimitata, ferma restando la richiesta di aiuto da parte del paese in questione. Programma che è riuscito comunque a far rientrare le speculazioni sui bond, soprattutto italiani e spagnoli. Peccato però che ora la liquidità sia praticamente sparita.
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