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Borsa Milano in rosso nel finale, Mps a picco

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MILANO (WSI) – Borsa Milano indecisa, poi punta verso il territorio negativo, dopo i forti sell off che hanno colpito i mercati alla vigilia, facendo letteralmente affondare Piazza Affari.

A pesare sul Ftse Mib che, nel finale, perde lo 0,29% a 18.312 punti, l’inattesa frenata dell’indice Pmi servizi, che è sceso in fase di contrazione, sotto la soglia psicologica dei 50 punti.

Notizie negative dal fronte economico europeo, con le vendite al dettaglio che nel mese di ottobre hanno segnato una flessione -0,2%, peggio delle attese. Il Pil dell’area euro del terzo trimestre è stato invece confermato a +0,1% rispetto al trimestre precedente, ma a -0,4% su base annua.

Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib occhio a Telecom Italia -+0,07%, con Vodafone che prepara l’assalto, e a Monte dei Paschi di Siena, il cui titolo è stato sospeso per eccesso di ribasso per cedere nel finale il 5,09%. Sulle quotazioni della banca senese pesa l’ipotesi di un’accelerazione dei tempi per la vendita della quota da parte della Fondazione, oltre che alle incognite sull’esito del previsto aumento di capitale da 3 miliardi.

Tra altri titoli Fiat +1,71%, Mediaset -1,25%.

Titoli caldi sono anche Saipem e Pirelli. Occhio alle indiscrezioni su Enel.

Focus in generale sul settore bancario globale, dopo la notizia secondo cui è in arrivo una multa per la cifra record di 1,7 miliardi di euro da parte della Commissione europea, causa le manipolazioni dei tassi di interesse benchamrk. Le banche cui verrà comminata la penale sono Citigroup, Deutsche Bank, Royal Bank of Scotland, JPMorgan, Barclays e Societe Generale.

“Siamo in una tipica fase di rotazione settoriale che premia i titoli oggetto di recenti correzioni tecniche”, ha intanto spiegato un trader, nel commentare la performance di Piazza Affari.

I mercati europei hanno registrato ieri la performance peggiore in più di 10 settimane, scivolando al minimo in sei settimane. L’indice di volatilità europeo ha superato la soglia del 17% per la prima volta in tre settimane, riportando il rialzo più forte in due mesi.

“Le valutazioni hanno reso l’azionario, insieme al settore dei metalli preziosi, la classe di asset più vulnerabile all’inizio del cambio di rotta della politica monetaria (della Fed) -, ha commentato in una intervista rilasciata a Bloomberg Ric Spooner, responsabile analista di mercato presso CMC Markets – I buyer stanno diventando sospettosi nei confronti delle valutazioni correnti e sono pronti ad aspettare i ribassi dei mercati, prima di tornare ad aggiungere posizioni nei loro portafogli”.

Per quanto riguarda i titoli di stato, attorno alle 17,25 il titolo di riferimento italiano a 5 anni dicembre 2018 cede 0,370 con un tasso a 2,710%, mentre l’omologo spagnolo ottobre 2018 arretra di 0,337 con un rendimento leggermente superiore a quello italiano a 2,779%.

In generale l’outlook sull’azionario non è affatto confortante: esiste il chiaro rischio di una fase ribassista in attesa del verdetto della Fed, con il Fomc – il braccio di politica monetaria dell’istituto – che si riunirà nel meeting dei prossimi 17-18 dicembre. La paura degli investitori è che il tapering possa essere annunciato già in quella occasione.

In questo contesto, occhio alla migliore classe azionaria su cui scommettere.

Intanto Bill Gross, co-responsabile del fondo obbligazionario Pimco, avverte sul fatto che le economie mondiali e i mercati finanziari sono sempre più a rischio; questo, in una situazione in cui l’Europa deve fare i conti con lo spettro del prelievo forzoso, che si è già concretizzato a Cipro. Quella di Cipro non è stata un’eccezione, ma l’inizio di una nuova era in Europa, caratterizzata dalla confisca dei risparmi in caso di shock finanziari.

Tra gli appuntamenti imminenti, da segnalare la riunione della Bce nella giornata di domani e la pubblicazione del rapporto sull’occupazione Usa dopodomani; il consensus prevede un aumento dei nuovi posti di lavoro di 181.000 unità, nel mese di novembre, e un tasso di disoccupazione al 7,2%, al minimo in cinque anni.

Pesanti perdite hanno interessato la Borsa di Tokyo, con l’indice di riferimento Nikkei che è scivolato di oltre il 2%. Rally invece per l’indice di Shanghai, balzato fino a +1,6%, al massimo da metà settembre, sulla scia di notizie relative alle riforme di liberalizzazione finanziaria nel mese. Il listino ha poi chiuso con +1,3%.

Altri mercati asiatici: indice Hong Kong -0,59%, indice australiano S&P/ASX 200 +0,34%, indice coreano Kospi -1,12%.

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, euro +0,01%, scambia a $1,3590. Dollaro/yen invariato con -0,01% a JPY 102,48; euro/franco svizzero -0,19% a CHF 1,2265, euro/yen -0,02% a JPY 139,27.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio +1,18% a $97,17 al barile, quotazioni dell’oro -0,65% a $1.213,80 l’oncia.