MILANO (WSI) – Borsa Milano chiude in netto calo, con il listino Ftse MIB che ha perso l’1,44%. I fondamentali dell’economia dell’Italia continuano a preoccupare, nonostante i toni spesso trionfalistici del premier Enrico Letta, che oggi si è visto rinnovare la fiducia della Camera. L’esito appareva comunque scontato.
Un alert è arrivato direttamente dalla Corte dei Conti, con il numero uno Raffaele Squitieri, che ha affermato che i segni di ripresa dell’economia italiana sono accompagnati da “segnali inquietanti di deflazione” che rischiano di appesantire il debito.
Accolta senza troppi scossoni la comunicazione dei risultati dell’asta di Bot a 1 anno, che ha visto i rendimenti salire lievemente allo 0,70%, a fronte di un calo del rapporto bid to cover.
Durante il suo discorso, Letta ha dichiarato che il target di crescita per l’Italia dovrebbe essere +1% nel 2014 e +2% nel 2015. Il premier ha aggiunto che la priorità deve essere data al taglio del deficit e del debito, così come anche alla riforma della legge elettorale, che permetta l’esistenza di governi stabili. L’Italia ha visto succedersi più di 60 governi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Poca presa sull’azionario europeo ha l’accordo di budget raggiunto negli Stati Uniti, che ha messo la parola fine a una crisi durata tre anni, e che evita il rischio di un altro shutdown del governo federale, dopo quello dello scorso ottobre.
“Il risultato dell’intesa è che nel 2014 i problemi fiscali degli Stati Uniti non rappresenteranno più come in passato un problema per gli investitori. L’allentamento fiscale di breve termine aumenterà inoltre la fiducia sull’economia Usa, che a nostro avviso crescerà del 3% su base annua l’anno prossimo”, ha commentato in una intervista a Cnbc Shane Oliver, responsabile economico di AMP Capital.
Focus sempre sulle prossime mosse della Fed. Secondo il 34% degli economisti che hanno partecipato a un sondaggio di Bloomberg lo scorso 6 dicembre, il Fomc potrebbe annunciare l’inizio del tapering – ovvero della riduzione dell’acquisto di asset per un valore al momento di $85 miliardi al mese – già nella prossima riunione, in calendario il prossimo 17-18 dicembre. La percentuale è aumentata rispetto al 17% del sondaggio dello scorso 8 novembre. Sarebbe proprio questa incertezza a tenere alla finestra gli investitori.
Occhio alla composizione del Ftse Mib, che dalla seduta del prossimo 23 dicembre assisterà all’ingresso di Yoox e all’uscita di Diasorin e Parmalat. Il numero delle blue chip quotate tornerà dunque a 40 dalle attuali 41 (il numero era salito dopo lo spin off di Autogrill e World Duty Free.
Spread tra Btp e Bund a quota 222, continua a trattare al minimo dal mese di luglio del 2011 sotto la soglia dei 230 punti base. Il rendimento del titolo decennale italiano è a quota 4,05%.
Sul Ftse Mib nella sessione odierna da monitorare il titolo Mediolanum, in pesante ribasso dopo il collocamento del 5,61% di Fininvest a 6,12 euro per azione. Il titolo è sceso sotto la soglia di 6,05 euro, al di sotto del prezzo concordato per l’operazione seguita da Unicredit e Kepler Chevreux.
Altri titoli: tra i bancari Mps -1,22%, Bper -0,29%, BPM +0,81%, Banco Popolare +1,22%, Intesa SanPaolo +0,18%, Unicredit +0,10%, Ubi Banca -0,21%; tra i titoli di altri settori A2A -1,52%, Atlantia -1,12%, Diasorin -1,15%, Eni -0,83%, Mediaset +1,92%, Pirelli -1,59%.
Prese di profitto sui mercati asiatici. Tokyo -0,62%, Hong Kong -1,53%, indice australiano S&P/ASX 200 -0,76%, Shanghai -1,49% al minimo in due settimane, indice coreano Kospi -0,78%.
Da segnalare che quest’anno l’indice di riferimento dei mercati emergenti, l’MSCI Emerging Markets, ha perso -4,6%, a fronte del +26% dello S&P 500; per l’indice benchmark Usa, si tratta del guadagno, su base annua, maggiore dal 1998. Indice di riferimento europeo Stoxx Europe 600 in crescita +13% quest’anno.
Il numero di azioni scambiate di mano sull’indice Stoxx 600, stando ai dati raccolti da Bloomberg, è inferiore -20% rispetto alla media degli ultimi 30 giorni di contrattazioni.
ALTRI MERCATI – Euro sotto i riflettori, si avvicina alla soglia di $1,38, confermandosi sempre più una minaccia per le esportazioni europee. La moneta unica al momento +0,03% a $1,3763; dollaro/yen -0,33% a JPY 102,48; euro/franco svizzero +0,04% a CHF 1,2216. Euro/yen -0,30% a JPY 141,05.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio +0,04% a 98,55; oro -0,52% a 1.254,80.