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Governo pressato da M5S e Renzi abolisce finanziamento pubblico ai partiti

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ROMA (WSI) – Il Governo ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti. Lo ha annunciato il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello, con un tweet subito dopo l’inizio a palazzo Chigi della riunione del Consiglio dei Ministri.

“E una e’ andata: abolito finanziamento pubblico dei partiti! Ora avanti con la riduzione del numero dei parlamentari #eccoifatti”, ha twittato il ministro.

Di fatto, a velocizzare la decisione, sono state le pressioni da parte del M5S e la presenza ingombrante di Matteo Renzi.

“Il MoVimento 5 Stelle ha vinto la sua battaglia contro i partiti che volevano cambiare illegalmente la Costituzione”, ha scritto nel suo blog Beppe Grillo, in una nota firmata dal gruppo del Movimento 5 stelle alla Camera, intitolata “Vittoria! Il M5S ha salvato la Costituzione dai partiti”.

“Ad ammettere la sconfitta è stato ieri (ieri l’altro in Parlamento, ndr) lo stesso Letta: ‘Si lavori sulla procedura dell’attuale articolo 138 della Costituzione’. Era esattamente ciò che chiedevamo. Abbiamo aspettato – prosegue il comunicato dei deputati M5S – a cantare vittoria, e lo abbiamo fatto perché volevamo vedere chi nella stampa coglieva l’ammissione di questa disfatta. Disfatta che arriva solo grazie al M5S. Se non avessimo fatto slittare di un mese da agosto a settembre questa scellerata volontà dei partiti, se non fossimo saliti sul tetto di Montecitorio per sensibilizzare i cittadini su quanto stava accadendo, se tutto il MoVimento non si fosse unito in uno sforzo comune coinvolgendo l’Italia intera, a quest’ora la riforma della Costituzione avrebbe fatto in tempo a passare, giusto giusto trenta secondi prima del passaggio di Berlusconi all’opposizione. E invece, ora non hanno più i numeri”.

“Basta con le chiacchere Enrico Letta. Restituisci ora 45 mln di euro di rimborsi elettorali del Pd a iniziare da quelli di luglio. Basta una firma, ha scritto Grillo con un tweet.

Secondo il gruppo M5S della Camera “il fallimento di Letta tradisce anche una clamorosa autoaccusa: l’iter di modifica scelto era palesemente incostituzionale. Dopo il Porcellum, dopo i soldi ai partiti, anche la riforma della Costituzione era abusiva. E poi ancora qualcuno si chiede cosa stiamo facendo per l’Italia? Risposta facile: abbiamo salvato la Costituzione.
Insieme a migliaia di cittadini”, conclude la nota.