ROMA (WSI) – Immagini “spaventose e inaccettabili”. Il commissario europeo per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom, parla in questo modo della situazione nel Cie di Lampedusa documentata da un filmato trasmesso dal Tg2. L’Ue, dice, non esiterà “ad aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia” e potrebbe sospendere l’erogazione di aiuti. Intanto, mentre la Procura di Agrigento apre un’inchiesta sul trattamento riservato ai profughi, la cooperativa che gestisce il centro si difende: “Non è un lager. C’è stata una messinscena degli immigrati”.
L’Unione Europea apre un’indagine
Il filmato, in cui si vedono alcuni profughi completamente denudati e sottoposti a un trattamento anti scabbia, ha destato impressione a Bruxelles. L’Unione Europea “ha già cominciato un’indagine” che riguarda “le spaventose condizioni in molti centri di detenzione italiani, Lampedusa compresa”, dichiara la commissaria europea Cecilia Malmstrom annunciando che “non esiteremo ad aprire una procedura di infrazione per assicurarsi che gli standard europei siano rispettati”.
Aiuti europei a rischio
Malmstrom aggiunge che l’Ue contatterà “le autorità italiane per chiedere maggiori informazioni su questi eventi e chiederemo loro di fare piena luce su quanto accaduto”. “La nostra assistenza e sostegno alle autorità italiane nella gestione dei flussi migratori – continua il commissario europeo – può continuare solo se il paese garantisce condizioni umane e dignitose nel ricevimento di migranti, richiedenti asilo e
rifugiati”.
Inchiesta della Procura di Agrigento
Sui trattamenti disumani ai quali sarebbero stati sottoposti alcuni profughi ospiti del Centro di prima accoglienza e soccorso di Lampedusa indaga anche la Procura della Repubblica di Agrigento, che ha aperto un’inchiesta. I reati ipotizzati, a carico di ignoti, sono quelli di violenza privata e maltrattamenti nei confronti di persone sottoposte a cura e custodia.
“Messinscena degli immigrati”
Cono Galipò, amministratore delegato della cooperativa “Lampedusa accoglienza” che gestisce il centro, difende l’operato del personale della struttura. “Non esiste né un lager né un campo di concentramento”, afferma. “Non potete metterci alla gogna per qualche sequenza che non dice nulla di ciò che facciamo. Il trattamento che noi stavamo facendo, previsto da un protocollo, stava durando da un’ora e mezza e a un certo punto alcuni immigrati si sono spazientiti, si sono spogliati e hanno chiaramente inscenato quanto si vede”.
“Contestualizzare l’accaduto”
“Il tutto va contestualizzato – aggiunge il responsabile del centro – Abbiamo avuto tre sbarchi in cui il sospetto di scabbia era molto alto e normalmente quando i casi sono pochi i trattamenti si fanno in infermeria, ma quando sono 104 ci vogliono dei locali disponibili”. Il rammarico di Galipò è di “non aver bloccato l’iter e l’operazione quando i due immigrati si sono innervositi. Certo, non siamo d’accordo su quelle condizioni, ma ribadisco che tutto va rapportato al momento”. (Rainews)