MILANO (WSI) – Borsa Milano prosegue la giornata di contrattazioni in lieve rialzo, con il Ftse Mib che oscilla attorno alla soglia dei 18.500 punti. Altri listini europei: Londra +0,10%, Francoforte +0,59%, Parigi +0,27%, Madrid +0,34%.
Focus sulla decisione dell’agenzia di rating S&P di togliere la tripla AAA all’Unione europea, citando problemi di coesione tra i Paesi membri.
Tra i titoli del Ftse Mib, occhio a Telecom Italia e Mps (+5,76% circa): aumentano indiscrezioni secondo cui le fondazioni Cariplo, Compagnia San paolo e Cariverona sarebbero interessate a rilevare il 20% della banca senese, dietro la regia del governo. Su Telecom, in gioco la tenuta del cda. Quotazioni deboli, calo -0,21%.
Altri bancari: BPM +4%, Bper +0,22%, Banco Popolare -0,29%, Intesa -0,11%, Unicredit +0,47%, Ubi Banca +0,25%; tra altri titoli, A2A -1,25%, Fiat +0,45%, Fonsai +1,5%, Stm +1,11%, Pirelli -0,75%.
Mediaset +0,83%, dopo essere volato +16% alla vigilia.
Indice Ftse Mib si appresta a terminare il 2013 con un guadagno +8% circa; torna l’appetibilità dei mercati dei Pigs (Portogallo, Italia, Grecia, Spagna), tra gli investitori di tutto il mondo, complice anche il calo dei tassi sui bond.
In Italia, lo spread è sceso anche sotto la soglia psicologica dei 220 punti base, attestandosi al minimo dalla speculazione feroce che si è abbattuta contro i BTP nel 2011. Oggi il differenziale di rendimenti BTP e Bund a 10 anni risale con +0,76% a 221,43 punti base, a fronte di rendimenti decennali +0,41% al 4,09%.
Dal fronte economico, reso noto il dato relativo al fatturato dell’industria, che a ottobre ha segnato un calo dello 0,7%. Notizie no anche dal fronte bancario, con l’Abi che ha affermato il credito continuerà ad essere negativo anche nel 2014 dopo aver ceduto quasi tre punti nell’anno in corso. Secondo il rapporto Afo dell’Associazione bancaria italiana, il prossimo anno gli impieghi saliranno dello 0,1% con un dato negativo escludendo quelli alla pubblica amministrazione. Solo nel 2015 si avrà un +1,2%.
Sconfortante il dato sulle vendite al dettaglio, che hanno registrato una nuova flessione, scendendo dell’1,6% su base annua. Nel confronto con settembre, sottolinea l’Istat, le vendite sono diminuite dello 0,1%, con un -0,2% per i prodotti alimentari e un -0,1% per quelli non alimentari.
Non tutti sono ottimisti sull’azionario, anzi non manca chi avverte che esiste ancora una chance del 98% di un crash dell’azionario.
Sul fronte dei mercati asiatici, male lo Shanghai Composite Index, -2%, al minimo in cinque mesi; il calo del listino cinese delle ultime sessioni è il più lungo dal 1994. Pesano i timori sulla contrazione del credito del paese, confermati dall’aumento dei tassi sul mercato monetario, che hanno testato il record dallo scorso 24 giugno. Preoccupazioni su una nuova crisi bancaria.
Piatto indice Nikkei, appena +0,07%. Indice australiano S&P/ASX +1,21%; Hang Seng -0,40%; Kospi +0,39%.
Sul mercato dei cambi, euro -0,04% a $1,3657; dollaro/yen +0,20% a JPY 104,43, euro/franco svizzero -0,06% a CHF 1,2260, euro/yen +0,18%, a JPY 142,65.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio -0,31% a $98,83; oro +0,24% a $1.195,60, dopo aver sfondato ieri al ribasso la soglia psicologica di $1.200 per la prima volta da quasi sei mesi.