ROMA (WSI) – Risponde fermamente alle “accuse” di non capire la Germania e difende altrettanto strenuamente l’operato della Bce. Intervistato da Der Spiegel, Mario Draghi, numero uno dell’Eurotower, non manca di sfogarsi, in risposta ai continui rimproveri che gli vengono mossi dai tedeschi.
“Di cosa non siamo stati accusati? Quando abbiamo offerto alle banche europee una liquidità aggiuntiva due anni fa, è stato detto che come conseguenza ci sarebbe stato un alto tasso di inflazione. Non è accaduto nulla. Quando ho fatto il mio commento a Londra (che la Bce avrebbe fatto tutto il possibile per preservare l’euro), ci sono stati discorsi di violazione del mandato della banca centrale. Ma abbiamo chiarito fin dall’inizio che ci saremmo mossi all’interno del nostro mandato. Ogni volta è stato detto, questo italiano sta rovinando la Germania. C’era una perversa ansia secondo cui le cose stavano peggiorando, ma è accaduto il contrario: l’inflazione è bassa e l’incertezza è stata ridotta”. Il punto è che “i timori di alcuni settori della Germania non sono stati avallati” dalla realtà.
Non ci sta, Draghi, a continuare a essere bersaglio delle critiche della Germania, ossessionata dall’inflazione. Spiegel fa notare in ogni caso, nel corso dell’intervista, che “la crisi economica in Europa sta tuttora minacciando di far saltare l’euro“, che “la crescita è bassa, e che il tasso di disoccupazione nel sud Europa sta testando livelli record”.
Draghi risponde che “la crisi non è stata superata, ma che ci sono molti segnali incoraggianti”. L’economia, afferma, sta recuperando in diversi paesi, gli squilibri nel commercio europeo stanno diminuendo e i deficit nell’Unione monetaria stanno scendendo”. Detto questo, “molti stati hanno prima di tutto aumentato le tasse e tagliato gli investimenti. Questa è la strada più semplice, ma entrambi gli approcci indeboliscono la crescita. Una strada più promettente è e ridurre la spesa pubblica, e lanciare riforme strutturali nel mercato del lavoro”.
Sui rischi legati all’attuale politica monetaria, Draghi ammette che, per prima cosa, “la stabilità del sistema finanziario è a rischio se i tassi din interesse rimangono bassi per un periodo di tempo troppo lungo”. Il “secondo rischio è che l’inflazione, che è chiaramente al di sotto del nostro target del 2%, possa scendere ulteriormente. Detto questo non ci sono segnali di deflazione, di calo generale dei prezzi. Ma dobbiamo essere molto atttenti a evitare che l’inflazione non scenda al di sotto dell’1% e dunque in una zona di pericolo.
Una stoccata a Draghi arriva quando il giornalista di Der Spiegel afferma che “alcuni economisti, in Germania, parlano di un Club Med, quando fanno riferimento alla maggioranza di membri del Sud Europa presenti nel Comitato esecutivo (della Bce) e l’accusano di copiare la politica inflazionistica della Banca d’Italia degli anni ’70”.
Il banchiere risponde “che pochi sono coloro che insinuano che io stia aiutando l’Italia perchè sono italiano”. E, comunque, “la cosa non mi colpisce. Ho dimostrato in modo sufficiente che aderisco in modo stringente al mandato della banca centrale e gestisco una politica per l’intera Eurozona”.