ROMA (WSI) – In Vaticano arrivano Santi e Beati low cost. La spending review di Papa Francesco impone costi certi ed equi per le cause di canonizzazione di Beati e Santi. Dal 2014 per istruire la pratica che può portare agli altari c’è un “tariffario di riferimento”, a cui postulatori e attori delle cause di canonizzazione devono attenersi, entrato in vigore all’inizio di quest’anno. Si tratta di una “novità ispirata da un senso di sobrietà ed equità, perché non vi siano “sperequazioni tra le varie cause”.
Lo ha annunciato il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, durante la prolusione di apertura del trentesimo corso dello Studium del dicastero alla Pontificia Università Urbaniana.
È una novità, di cui dà conto la voce ufficiale della Santa Sede “l’Osservatore Romano”, che giunge al termine del lavoro di collaborazione tra la Congregazione e i vari postulatori, che in questi mesi hanno risposto positivamente alla richiesta della Santa Sede di presentare la rendicontazione delle loro spese “È bene che gli attori – ha detto il porporato – conoscano le spese alle quali vanno incontro, relative sia alle tasse della Santa Sede sia ai compensi dei postulatori”.
Il cardinale ha poi informato che “qualcuno ha anche iniziato a far pervenire qualche offerta per le cause povere”. Da qui l’incoraggiamento a onorare l’invito, “fatto dal nostro regolamento”, perché la Congregazione “possa venire incontro a eventuali richieste da parte di cause meritevoli di tale sussidio”.
Insieme alla spending review sulle cause di beatificazione, Papa Francesco in questi mesi ha lasciato già anche un’altra impronta: corsie preferenziali per i potenziali beati e santi poco conosciuti, umili, missionari di fede più nel mondo povero che a Roma rispetto ai big della storia della Chiesa .
“Tra gli aspetti più significativi di Papa Francesco – ha confidato il cardinal Amato – è da segnalare l’interesse per la valorizzazione della santità di sacerdoti e di laici e la preoccupazione per il buon andamento del lavoro del nostro dicastero”. E il Pontefice è sempre “pronto ad accogliere il prefetto per la valutazione e la firma dei decreti, e anche per dare consigli e suggerimenti utili alla nostra missione”.
Il cardinale ha poi ricordato che la Congregazione, per favorire, fuori dall’Europa occidentale, la presentazione di modelli concreti di santità, da sempre “riserva una corsia preferenziale alle cause provenienti dall’Asia, dall’Africa, dalle Americhe e anche dall’Europa dell’Est, per le note vicende circa la feroce persecuzione subita da queste Chiese sotto i regimi nazisti e comunisti”.
E ha lamentato che spesso le cause, anche quelle debitamente maturate, segnano dei notevoli ritardi perché gli attori – vescovi, superiori religiosi o altri – “sembrano assenti”. Per questo, ha auspicato un dialogo più frequente con i superiori del dicastero.
(TMNews)