ROMA (WSI) – Ieri in questa stessa sede commentavamo essenzialmente due dinamiche caratterizzanti i mercati finanziari: da un lato la buona forza del dollaro americano, confermata nella giornata di ieri, dall’altra i livelli estremamente sostenuti delle Borse che sempre nella giornata di ieri hanno in taluni casi messo a segno massimi storici.
Dollaro ai massimi da 4 mesi
La dinamica che ci sta permettendo di assistere a flussi univoci di acquisto di dollari americani è è perfettamente sintetizzata dall’ottimo benchmark di mercato rappresentato dal FXCM Dow Jones Dollar Index, in grado di superare quota 10.700 e di violare i massimi a 10.725 punti riportandosi su punti che si potevano ritrovare agli inizi dello scorso settembre e che tecnicamente possono aprire la strada al raggiungimento delle successive aree tecniche di resistenza poste a 10.755 punti. Questa rinnovata forza di biglietto verde è però da leggere con attenzione e merita un rapido excursus nel dettaglio: se pensiamo infatti al rapporto tra dollaro e yen giapponese, nulla vi è di nuovo sotto il sole.
Lo yen continua a svalutarsi essenzialmente per quanto portato avanti dal Governo nipponico in materia di politica economica e da Bank of Japan in materia di politica monetaria, che poi sono due facce della stessa medaglia; e questo è un trend che ormai va avanti da oltre un anno e che è tornato a riaffermarsi con grande forza da un paio di mesi.
Un discorso, seppure con connotazione diversa, si può intraprendere anche considerando il rapporto tra greenback e dollaro australiano, la cui svalutazione costante perdura oramai da diversi mesi ed è legata ad un preciso intento della Reserve Bank of Australia di deprezzare la divisa al fine di sostenere le fondamentali esportazioni di materie prime.
L’istituto centrale oceanico ha infatti proceduto a tre tagli del tasso di interesse di riferimento nel 2013 e anche da un punto di vista mediatico e comunicativo, talvolta con dichiarazioni chiare e forti come quelle provenute dal governatore Stevens, ha sempre ribadito la precisa volontà circa un rapporto di cambio AudUsd sensibilmente più basso.
Se poi, come successo questa notte, a tutto ciò si aggiungono pessimi dati sul mercato del lavoro che hanno visto una variazione del livello di occupazione negativa per 22mila unità a fronte di aspettative di un delta positivo di 7,5 mila unità ed un tasso di partecipazione ancora in calo al 64,6%, allora il quadro si completa.
Più controverso invece appare il rapporto di euro e sterlina contro il dollaro americano; se nel caso della valuta britannica, nonostante le recenti brutte release, si riscontrano elementi oggettivi che ne spieghino la relativa forza, molto più difficile invece è spiegare la forza della moneta unica, afflitta da una politica monetaria poco chiara ed incisiva e da una situazione economica dell’Eurozona devastante e sempre più in via di deterioramento. Questi livelli del dollaro non devono perciò stupire, in quanto in parte già frutto di una situazione di molti mesi precedente, e risulta persino banale ricondurre questi livelli alla questione tapering, in riferimento peraltro ai più recenti dati sul lavoro USA. Restiamo perciò estremamente cauti nell’avanzare ipotesi di ulteriori imminenti tagli del QE3, così come nell’ipotizzare, in questa eventualità , nuove grandi svalutazioni del greenback che risulta in buona parte già deprezzato.
Borse su massimi storici
L’altro grande tema è indubbiamente rappresentato dai livelli che definiremmo “stratosferici” dei listini azionari. Ieri il Dax ha messo a segno un balzo di oltre 130 punti, avvicinandosi sempre di più a quella soglia di 10mila punti che prima poteva apparire fantaeconomia o fantatrading, ma che ora acquisisce sempre più verosimiglianza. Stesso si può dire per l’Eurostoxx50 quasi a 3.200 punti e il FTSE a 6.830 tanto per restare in ambito europeo, e per l’S&P500 che è riuscito nella nuova impresa di 1.852 punti. Anche qui appare fin troppo facile ricondurre tutto all’idea che il mercato stia prezzando di fatto il non-interventismo da parte della Federal Reserve in materia di tapering nei prossimi appuntamenti.
Il taglio di 10 miliardi al mese avvenuto a dicembre ha dimostrato che il mercato si trova in una vera e propria bolla che continua a gonfiare i prezzi e che le condizioni di straordinaria liquidità e tassi a zero vi sono e continueranno nella sostanza. Quando davvero si avrà l’idea che la giostra si fermerà e i grandi players del mercato incominceranno a ritenersi sufficientemente satolli per alleggerire i propri portafogli, allora si assisterà a copiose cadute dei prezzi che comunque appaiono ben lontane, salvo ovviamente fisiologici ritracciamenti.
QUADRO TECNICO
EurUsd: supporti estremamente importanti per l’eurodollaro. Nell’area compresa infatti tra 1,36 e 1,3560 abbiamo confluenza di livelli statici e livelli dinamici di medio periodo che potranno ancora sostenere la quotazione. L’area è stata infatti interessata da acquisti che potrebbero in primo luogo portare al raggiungimento di 1,3640, per nuovi possibili ritracciamenti in territorio 1,36 e successive partenze che dopo 1,3640 individuano gli importanti livelli a 1,3690. Ulteriori tentativi sotto 1,36 sono da ponderare con grande attenzione e da lavorare in ottica short in ottica di operazioni di breve e target non ambiziosi compresi tra 1,3580 e 1,3560/55. Solo clamorose violazioni sotto 1,3550 potrebbero sbilanciare fortemente il mercato sul lato corto.
UsdJpy: prosegue dunque la ripresa del cambio che ieri è riuscito a superare le resistenze attorno 104,40 per approdare precisamente ai livelli di 104,85. In intraday appare molto preciso il grafico orario con l’ottima media mobile a 21 periodi che fornisce direzionalità e supporto sui ritest del prezzo; ritest che è ora possibile in area 104,60 per ripartenze verso area 105 e i massimi relativi a 105,50.
Rotture sotto 104,60 pur potenzialmente suggerite dall’oscillatore stocastico, permetterebbero nel breve ripresa di area pivot daily che, ancora, se cedesse riaprirebbe la strada per 104,10/20.
EurJpy: buona la tecnicalità del cross che, dopo aver rotto la megaflag disegnata dai massimi, ha poi ritracciato sui supporti statici e dinamici in area 141,80 ed è ripartito verso le resistenze poste a 142,85. Il grafico orario mostra divergenza tra prezzo ed oscillatore stocastico che potrebbe condurre al prezzo dapprima in area 142,45 e poi 142,25 per eventuali nuove ripartenze verso le zone di 143 e 143,15. 141,80, 141,55 e 141,10 i supporti da monitorare su eventuali sell off in violazione delle aree di supporto sopra citate.
GbpUsd: buona spinta al ribasso per il cambio che sta andando a mettere in discussione la confluenza di livelli statici e dinamici in area 1,6350/20. Da monitorare proprio il livello di 1,6320 sul quale poter lavorare in sell stop per breakout che potrebbero rivelarsi significativi fino a 1,6260 e 1,6215 in estensione. La sostanziale tenuta della resistenza di breve in corrispondenza del pivot giornaliero a 1,6380 può avvalorare questo scenario che potrebbe invertirsi al rientro del prezzo sopra 1,6390 per ripartenze verso l’area che va da 1,6445 a 1,6470.
AudUsd: come accennato in introduzione, degno di nota il movimento al ribasso sul cambio che ha rotto i minimi di riferimento e che si è portato sui livelli precedentemente risalenti all’agosto del 2010. Lecito dunque ora aspettarsi potenziali ritracciamenti che potrebbero però confermare l’area di 0,8830 come resistenza per favorire nuove vendite che individuano in 0,8765 il target ideale. Eventuali long sono da contemplare solo al fallimento dei pullback e alla ripresa, da area 0,8830, di 0,8860.
Ger30 (Dax): violentissimo il movimento al rialzo dell’indice tedesco che continua a mostrare una forza relativa impressionante rispetto ad altri indici azionari. Dopo il rally di ieri la partenza può rivelarsi pesante ed in grado di permettere approdi sul primo riferimento di supporto venutosi a creare circa in area 9.700/10. Nuovi affondi al ribasso potrebbero dunque trovare nuovi sostegni in area 9,660, da cui comunque verosimilmente si potrebbe ripartire verso i livelli di resistenza già tracciati. La soglia psicologia di 10.800 il primo riferimento sul break dei massimi.
XauUsd (Oro): piuttosto congestionato il metallo giallo che sulla correzione ribassista non ha superato le aree di supporto a 1.236, primo obiettivo dopo la violazione precisa di 1.241. Non tantissimi per la verità gli spunti operativi, con possibilità ravvisabili di operatività in stop entry possibili vista la zona di cogestione, con buy sopra 1.245 in ottica massimi relativi e sotto 1.235 verso area 1.228 e tentativi eventuali verso 1.220 dollari l’oncia.