NEW YORK (WSI) – I gruppi della criminalità organizzata in Italia controllano la produzione e la distribuzione del cibo a livello nazionale. Secondo i dati forniti dall’organizzazione internazionale contro le mafie FLARE, solo dagli affari sporchi nel settore agricolo i gruppi mafiosi guadagnano 14 miliardi di euro l’anno
Lo si legge sull’Economist. Il presidente del FLARE, Franco La Torre sottolinea che uno dei modi preferiti che hanno per arricchirsi è quello di sfruttare i fondi europei in modo fraudolento.
In Europa le regolamentazioni rigide in materia di smaltimento dei rifiuti hanno creato un’altra opportunità ghiotta di profitto per la criminalità organizzata, in particolare, secondo quanto riferito da Europol, per la Camorra, la ’Ndrangheta e Cosa Nostra.
I criminali più scaltri sono estramamente difficili da incriminare. Approfittando dei gap nel diritto commerciale, penale e giuridico e della globalizzazione, si servono di complesse catene di fornitori per compiere i loro atti illeciti e trarre profitti. Lasciando impotenti i governi.
L’unica soluzione sarebbe quella di riuscire a instaurare una collaborazione tra le varie agenzie anti criminali europee. L’Europol, ad esempio, analizza e distribuisce le informazioni che riceve dai singoli stati membri.
Il vero problema poi è che la criminalità organizzata vende oggetti che la gente vuole, non solo droga e sesso, ma anche borse, mobili, sushi e sigarette. L’Europa nel suo complesso perde 34 miliardi l’anno per via dei casi di frode e fiscale e del traffico di sigarette, secondo le stime ufficiali. Tuttavia gli stati membri segnalano massimo dieci casi l’anno di frode contro le istituzioni europee e le pene tendono ad essere morbide.
Finché aziende e consumatori non accettano di non poter comprare o vendere legno trattato per vie illegali, anche se in nero lo si può trovare più bello ed economico, i beni illeciti continueranno ad arrivare in quantità troppo grandi per poter consentire alle autorità nazionali di fermarne il flusso.