ROMA (WSI) – Il mercato cinese sempre più in crisi di liquidità. Per la fine del mese, infatti, il fondo Credit Equals Gold 1 Trust – su cui è focalizzata la maggior parte dell’attenzione del sistema bancario ombra cinese – ha già annunciato che non sarà in grado di rispettare una scadenza di pagamento per gli investitori da 496 milioni di dollari (3 miliardi di yuan), dando vita nei fatti a un default e a un conseguente crollo della fiducia.
Il fatto che la PBoC abbia iniettato quasi 400 miliardi di yuan nel mercato è servito a poco; continua infatti la carrelata di notizie allarmanti, che giungono da alcune cooperative finanziarie di agricoltori, di fatto banche, che da giorni non sarebbero più in grado di restituire ai titolari i loro risparmi. Si parla di diversi correntisti che non sono riusciti, nelle ultime settimane, a prelevare soldi, con le porte degli istituti di credito addirittura sbarrate.
Tutti vogliono prendere denaro in prestito, ma nessuno vuole risparmiare, ha ammesso il dipendente di una banca. Risultato: non ci sono soldi da restituire nell’immediato. La corsa agli sportelli, per paura che la crisi di liquidità nasconda una più grave insolvenza delle varie banche, è iniziata.